Indietro
martedì 23 aprile 2024
menu
Icaro Sport

Rimini FC. Il saluto di Mastronicola: "Alla fine eravamo indistruttibili. Con i tifosi una stima reciproca"

In foto: Il tecnico del Rimini, Alessandro Mastronicola
Il tecnico del Rimini, Alessandro Mastronicola
di Roberto Bonfantini   
Tempo di lettura lettura: 3 minuti
sab 20 mag 2017 15:25 ~ ultimo agg. 22 mag 15:31
Facebook Whatsapp Telegram Twitter
Print Friendly, PDF & Email
Tempo di lettura 3 min Visualizzazioni 3.305
Facebook Twitter
Print Friendly, PDF & Email

La notizia era già nell’aria da settimane, da oggi è ufficiale: non sarà Alessandro Mastronicola a guidare il Rimini nella stagione 2017-2018. Al tecnico del “triplete” non sono stati sufficienti i risultati della sua squadra e i tanti attestati di stima da parte dei tifosi per rimanere sulla panchina biancorossa.

Il suo primo pensiero è proprio per i tifosi. “Un saluto ai tifosi e d’obbligo: li ringrazio perché dopo le vicende degli anni passati siamo dovuti ripartire dall’Eccellenza e quindi hanno dovuto ingoiare l’ennesimo boccone amaro. E per loro non è stato facile – attacca Mastronicola -. Nell’arco della stagione sono diventati sempre più numerosi. Li ringrazio per quello che mi hanno dimostrato nell’ultimo periodo. Li ringrazio per tutto quello che hanno fatto per il Rimini in tutti questi anni e in quest’anno in particolare. Noi ci abbiamo messo tutto quello che potevamo, e lo abbiamo fatto nel migliore dei modi. La cosa che più conta e che il Rimini sia tornato subito in serie D. Poi le strade si potranno incontrare di nuovo, magari prima da avversari, poi dalla stessa parte”.

Come vi siete lasciati?
“Ci siamo lasciati bene. La società ha fatto una scelta, è chiaro che va accettata qualsiasi essa sia. Quando si fanno altre scelte non si può pensare di dire cose fuori luogo. Si va avanti. Io quello che dovevo fare l’ho fatto, credo di averlo fatto bene, con l’aiuto della squadra, un grande gruppo, formato da grandi uomini. Credo che oltre al risultato sportivo il mio lavoro sia stato un altro: far rinascere ragazzi che con il calcio avevano quasi chiuso. Mi vengono in mente Valeriani, Buonaventura, che ha superato i 30 gol in stagione, e Cicarevic, che ha fatto il suo record di reti. La cosa che mi ha soddisfatto di più è stata dare a questi ragazzi l’opportunità di fare di più. Senza dimenticare tutti gli altri, che hanno vinto un campionato a Rimini, cosa mai facile”.

Ha qualche rimpianto per l’epilogo?
“No, non ho rimpianti. Io sono fiero dell’annata fatta, di come siano andate le cose, di aver portato avanti sempre le mie idee, i miei progetti, la mia filosofia di calcio. Sono orgoglioso di me stesso perché ho pensato sempre a fare il bene della squadra, non ho mai perso la retta via. Nessuno ti regala niente, ma mi sono ripromesso di seguire sempre la mia strada. E i risultati sono sotto gli occhi di tutti. Ho fatto quello che bisognava fare, non vincere per caso ma stravincere”.

Avete vinto tutto a livello regionale: campionato, Coppa dell’Emilia Romagna e Supercoppa. Che cosa le rimarrà dentro di quest’annata?
“Credo che mi rimarrà dentro questo grande gruppo che si è creato. Credo che la forza di questa squadra sia stata quella di aver creato una grande famiglia. Ho sempre creduto che per fare le cose per bene e superare certi ostacoli ci dovesse essere un’unione forte all’interno dello staff, e nel nostro caso è un legame fortissimo, e tra lo staff ed i giocatori. Per me era scontato che il Rimini vincesse il campionato. Che il Rimini dovesse vincere l’ho detto il primo giorno. Formare un gruppo e avere l’idea di migliorarsi giorno dopo giorno è una cosa che si è verificata con il tempo. Siamo arrivati alla fine che eravamo indistruttibili. Credo sia stato anche grazie al mio essere leale verso tutti, anche verso chi giocava meno e quindi aveva motivo si lamentarsi di più”.

Nelle ultime settimane, quando si era capito che la società avrebbe fatto una scelta diversa per la guida tecnica della prossima stagione, sono stati tanti gli attestati di stima da parte dei tifosi.
“Il rapporto con i tifosi è chiaro che me lo sono dovuto ricreare, come quando giocavo. La prima stagione da giocatore non fu delle migliori, con il lavoro sono stato poi apprezzato come giocatore e come uomo. Da allenatore ho dovuto fare lo stesso, mi si doveva conoscere, vedere che tipo di allenatore ero. I tifosi hanno osservato e hanno deciso di farmi questo attestato di stima per quello che sono e per quello che ho fatto per il Rimini. Perché non ho mai anteposto me stesso alla maglia. Credo sia la squadra che conti, non i giocatori o gli allenatori. Ho avuto la fortuna di apprezzare i tifosi dal campo, di conoscerne diversi. È stato un cammino fatto insieme. Sono orgoglioso dello striscione che mi hanno dedicato. È una stima reciproca, che ci sarà sempre”.