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Sportello Sociale, nel 2015 2mila richieste di aiuto

In foto: Gloria Lisi, vicesindaco di Rimini
Gloria Lisi, vicesindaco di Rimini
di Redazione   
Tempo di lettura lettura: 2 minuti
gio 28 gen 2016 07:13 ~ ultimo agg. 3 feb 12:55
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Più di duemila colloqui con persone e famiglie in difficoltà. Casa e lavoro i temi prevalenti. Tra le richieste, emerge quella di un contributo economico (24 per cento), seguito dal lavoro (15 per cento); il 7 per cento si è presentato in seguito a uno sfratto, l’11 per cento per un contributo affitto e il 10 per cento per un aiuto relativo alle bollette. La fascia di età più rappresentata è quella compresa tra i 31 e i 55 anni. Sono i numeri del 2015 dello Sportello Sociale adulti aperto dall’Amministrazione comunale Rimini.

Tra i tanti aspetti emersi – commenta Gloria Lisi, vicesindaco con delega alla Protezione sociale – vorrei sottolinearne due. In primis la professionalità riconosciuta dagli utenti agli assistenti sociali; sono loro l’anima del servizio perché non si tratta solo di dare una risposta in termini di servizi e contributi economici ma soprattutto di supportare la persona tramite l’ascolto e la presa in carico personale; in situazioni di criticità è comunque importante non lasciare da solo nessuno. La seconda è la rete con gli altri servizi del territorio con cui, vista l’ampia e variegata gamma di richieste che arrivano allo sportello, collaboriamo quotidianamente. Fa piacere che questo venga notato dagli utenti. Casa e lavoro sono le richieste principali, per questo già da tempo ci siamo attivati, e continuiamo a farlo, per creare una serie di proposte e servizi diversificati, coinvolgendo anche la rete territoriale e i privati”.

Che quella della casa sia un’emergenza vera e propria lo dimostrano anche i dati.

Quella riminese è la provincia con i più alti canoni di affitto della regione e la prima in Italia per sfratti (Report 2013 del ministero dell’Interno). Una famiglia ogni 154 è costretta a lasciare il proprio alloggio (la media nazionale è di uno sfratto ogni 353 famiglie), quasi sempre per morosità. Da qui i vari progetti messi in campo.

Francesco Barone

Settimanale IlPonte