Basta un gesto
Viviamo un tempo dove le parole riempiono il nostro quotidiano. Tutto sembra già scritto, previsto. Nulla si può cambiare. Siamo rassegnati. Si è sempre fatto così. Ognuno di noi, cerca di arrabattarsi, di coltivare al meglio il proprio orticello nella speranza che nulla accada a rovinarlo. E, mentre stiamo relativamente bene e comodi, ci dimentichiamo degli altri, non ci interessano i loro problemi, le loro sofferenze e le ingiustizie che subiscono…
Eppure.
Ci sono gesti che possono cambiare e rivoluzionare l’inesorabile dipanarsi degli eventi.
C’è uno schierarsi, uno spendersi in prima persona, che, incredibilmente può trasformare un finale apparentemente già stabilito.
È successo ieri a Genova quando la vicequestore Maria Teresa Canessa si è sfilata il casco e ha stretto la mano agli operai che manifestavano. Lei, unica donna in mezzo a una contrapposizione complicata, delicata, difficile: gli operai volevano raggiungere la Prefettura, le forze dell’ordine schierate ad impedirlo. Animi accesi da preoccupazioni e nervosismi, da angosce e inquietudini. Sarebbe bastata una scintilla per far esplodere tutto. Invece, … ecco il gesto, imprevedibile, inaspettato, fuori dal protocollo, per stemperare gli animi ed iniziare un dialogo dove vengono condivisi tormenti e sofferenze, sogni e speranze. Tormenti e speranze uguali per gli uni e gli altri.
È successo il 21 dicembre in Kenya quando, durante un’imboscata ad un autobus dei fanatici di Al Shabaab, Salah Farah, vicepreside di una scuola di Mandera e padre di cinque figli, si è opposto alla divisione tra cristiani e musulmani con l’intento dichiarato di uccidere poi i cristiani, dichiarando “Uccideteci tutti o andatevene. Siamo fratelli. Io penso che cristiani e musulmani devono aiutarsi reciprocamente”. Farah è morto pochi giorni fa per le ferite riportate. Il suo esempio rappresenta l’unico modo efficace per spuntare le armi del terrorismo che utilizza la religione per dividere la popolazione. E dietro la religione interessi inconfessabili: economici e politici.
Gesti d’impulso che violano i regolamenti – scritti o non scritti – ma cambiano le regole del gioco, rompono gli schemi inserendo una variabile spontanea, umana.
Noi, siamo capaci di dare spazio alla nostra umanità?