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sabato 27 aprile 2024
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Basket. Pagelle Crabs

In foto: LABELLA, VOTO 6,5: An vedi come balla Nando. Guarda il suo dirimpettaio Stanic e sente aria di Argentina. Pochi fronzoli per il veterano play dei Crabs, solo tanta sostanza. Tira solo quando non può evitare di farlo e detta i ritmi di gioco con arguzia. L'impresa gli riesce appieno. REGISTA!

INGLES, VOTO 5,5: Poco spazio per Nelly contro la sua ex squadra. E dire che ci teneva a dimostrare ancora una volta a Scafati che averlo lasciato andare via dopo appena un mese era stato un grave errore... Un'onta da pagare a caro prezzo. I tanti minuti di panchina fanno crescere in lui la rabbia per una domenica diversa da quella che si era immaginato. Si becca così un evitabilissimo tecnico. NERVOSO!

MONROE, VOTO 8: In settimana ha pensato e ripensato al triplone a fil di sirena che ha condannato la sua Fabriano. “Che cattivo che sono stato! - gli hanno sentito dire i compagni, parlando davanti a uno specchio mentre si asciugava la pelata – Li ho illusi e poi bastonati. Mai più! Non devo farlo mai più!” Questa volta allora i pezzi migliori del suo repertorio non li conserva per l'ultimo decimo di secondo di partita, ma li spalma equamente nei 40 canonici minuti. Inizia così a bersagliare la retina dell'Eurorida in tutte le maniere possibili. Chiude con un eccellente 8/12 dal campo. E dalla lunetta sbaglia l'unico dei 15 tiri da lui scagliati quando ormai la partita è morta e sepolta. BOMBER!

FILLOY, VOTO 6. Sorpresa, sorpresona! Il giovane Damien passa dalla tribuna al quintetto di partenza. Grinta, grinta e ancora grinta sono il suo verbo. Alla fine si ritaglia mezzora, trovando però, unica nota davvero dolente, la gioia del canestro solo nell'ultima frazione. Chiude con un poco onorevole 1 su 11 dal campo. Ma a lui coach Becirovic chiedeva innanzitutto intensità difensiva: e quella non è certo mancata. STOPPER!

GONZALES VOTO 7: Il Chuzo completa la sua metamorfosi: dopo il barbone da contadino del Kentucky, via anche i capelli da attore di telenovelas. Se non fosse per quei vistosi tatuaggi ora Roman potrebbe essere tranquillamente scambiato per un paggetto. Come già successo nei duelli con Shoemaker e Stern, in avvio di gara soffre i muscoli di Washington. Ma non si abbatte, lascia il palco a Zuza e adagianto il pesante fondo schiena in panchina borbotta tra sé e sé: “Ride bene chi ride ultimo”. Ha ancora una volta ragione lui, perché dopo un primo tempo da dominatore, il totem americano di Scafati deve approfittare di un momento di riposo concesso da Becirovic all'Orca di Puerto Madrin per segnare, dalla lunetta, gli unici due punti dei suoi secondi 20 minuti. Il Chuzo invece continua la sua gara di continuità e alla fine festeggia ancora una doppia doppia. MONARCA!

TASSINARI, VOTO 6: Il capitano questa volta non parte in quintetto. E quando viene gettato in trincea per imbavagliare l'odiato Niccolai, non fa in tempo ad allacciarsi l'elmetto che deve lasciare nuovamente il parquet. Il suo scout parla di tre punti, frutto di una tripla, e tre punti di sutura sotto lo zigomo, frutto di un contatto scorbutico con un avversario. Il leone di Rimini non si arrende. Tornando in panchina dice a Becirovic: “Coach, se hai bisogno, sono pronto!” Non ci sarà bisogno. FIGHTER!

ZUZA, VOTO 6: La faccia triste, da emigrante degli anni 20, è sempre la stessa. Così come il suo compito: permettere a Gonzales di rifiatare dopo il solito avvio in sordina, perché poi possa giganteggiare. Si preoccupa dell'ordinario, concedendosi solo un canestro straordinario. E probabilmente qualcuno presente domenica al “105 Stadium” si sta ancora chiedendo come abbia fatto a trasformare un tap-in mancato in un'azione da tre punti. HARRY POTTER!

CARRETTA, VOTO 6 DI STIMA. Ormai i guai fisici di inizio stagione sono alle spalle, anche se il trevigianino gioca con una vistosa protezione al gomito. Il buon Luca deve ancora rompere il ghiaccio. Così non prova neanche una volta a stampare sulla partita il suo marchio di fabbrica: la tripla. TIMOROSO!

THOMPSON, VOTO 7: Il suo peso è direttamente proporzionale alla sua intelligenza cestistica. A fine partita coach Gramenzi dirà che Rimini di playmaker non ne ha uno, ma tre. Uno è senza dubbio il bisonte del Munsi. Altro che “Gazzetta” piegata in due: il vecchio Chandler riuscirebbe a saltare un'edicola intera. Se poi è in serata sì anche dall'arco, allora ditemi voi come si fa a marcarlo. 14 punti + 13 rimbalzi per una doppia doppia da favola. MITO!
LABELLA, VOTO 6,5: An vedi come balla Nando. Guarda il suo dirimpettaio Stanic e sente aria di Argentina. Pochi fronzoli per il veterano play dei Crabs, solo tanta sostanza. Tira solo quando non può evitare di farlo e detta i ritmi di gioco con arguzia. L'impresa gli riesce appieno. REGISTA!<br><br>

INGLES, VOTO 5,5: Poco spazio per Nelly contro la sua ex squadra. E dire che ci teneva a dimostrare ancora una volta a Scafati che averlo lasciato andare via dopo appena un mese era stato un grave errore... Un'onta da pagare a caro prezzo. I tanti minuti di panchina fanno crescere in lui la rabbia per una domenica diversa da quella che si era immaginato. Si becca così un evitabilissimo tecnico. NERVOSO!  <br><br>

MONROE, VOTO 8: In settimana ha pensato e ripensato al triplone a fil di sirena che ha condannato la sua Fabriano. “Che cattivo che sono stato! - gli hanno sentito dire i compagni, parlando davanti a uno specchio mentre si asciugava la pelata – Li ho illusi e poi bastonati. Mai più! Non devo farlo mai più!” Questa volta allora i pezzi migliori del suo repertorio non li conserva per l'ultimo decimo di secondo di partita, ma li spalma equamente nei 40 canonici minuti. Inizia così a bersagliare la retina dell'Eurorida in tutte le maniere possibili. Chiude con un eccellente 8/12 dal campo. E dalla lunetta sbaglia l'unico dei 15 tiri da lui scagliati quando ormai la partita è morta e sepolta. BOMBER! <br><br>

FILLOY, VOTO 6. Sorpresa, sorpresona! Il giovane Damien passa dalla tribuna al quintetto di partenza. Grinta, grinta e ancora grinta sono il suo verbo. Alla fine si ritaglia mezzora, trovando però, unica nota davvero dolente, la gioia del canestro solo nell'ultima frazione. Chiude con un poco onorevole 1 su 11 dal campo. Ma a lui coach Becirovic chiedeva innanzitutto intensità difensiva: e quella non è certo mancata. STOPPER!
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GONZALES VOTO 7: Il Chuzo completa la sua metamorfosi: dopo il barbone da contadino del Kentucky, via anche i capelli da attore di telenovelas. Se non fosse per quei vistosi tatuaggi ora Roman potrebbe essere tranquillamente scambiato per un paggetto. Come già successo nei duelli con Shoemaker e Stern, in avvio di gara soffre i muscoli di Washington. Ma non si abbatte, lascia il palco a Zuza e adagianto il pesante fondo schiena in panchina borbotta tra sé e sé: “Ride bene chi ride ultimo”. Ha ancora una volta ragione lui, perché dopo un primo tempo da dominatore, il totem americano di Scafati deve approfittare di un momento di riposo concesso da Becirovic all'Orca di Puerto Madrin per segnare, dalla lunetta, gli unici due punti dei suoi secondi 20 minuti. Il Chuzo invece continua la sua gara di continuità e alla fine festeggia ancora una doppia doppia. MONARCA!
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TASSINARI, VOTO 6: Il capitano questa volta non parte in quintetto. E quando viene gettato in trincea per imbavagliare l'odiato Niccolai, non fa in tempo ad allacciarsi l'elmetto che deve lasciare nuovamente il parquet. Il suo scout parla di tre punti, frutto di una tripla, e tre punti di sutura sotto lo zigomo, frutto di un contatto scorbutico con un avversario. Il leone di Rimini non si arrende. Tornando in panchina dice a Becirovic: “Coach, se hai bisogno, sono pronto!” Non ci sarà bisogno. FIGHTER!
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ZUZA, VOTO 6: La faccia triste, da emigrante degli anni 20, è sempre la stessa. Così come il suo compito: permettere a Gonzales di rifiatare dopo il solito avvio in sordina, perché poi possa giganteggiare. Si preoccupa dell'ordinario, concedendosi solo un canestro straordinario. E probabilmente qualcuno presente domenica al “105 Stadium” si sta ancora chiedendo come abbia fatto a trasformare un tap-in mancato in un'azione da tre punti. HARRY POTTER!
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CARRETTA, VOTO 6 DI STIMA. Ormai i guai fisici di inizio stagione sono alle spalle, anche se il trevigianino gioca con una vistosa protezione al gomito. Il buon Luca deve ancora rompere il ghiaccio. Così non prova neanche una volta a stampare sulla partita il suo marchio di fabbrica: la tripla. TIMOROSO! 
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THOMPSON, VOTO 7: Il suo peso è direttamente proporzionale alla sua intelligenza cestistica. A fine partita coach Gramenzi dirà che Rimini di playmaker non ne ha uno, ma tre. Uno è senza dubbio il bisonte del Munsi. Altro che “Gazzetta” piegata in due: il vecchio Chandler riuscirebbe a saltare un'edicola intera. Se poi è in serata sì anche dall'arco, allora ditemi voi come si fa a marcarlo. 14 punti + 13 rimbalzi per una doppia doppia da favola. MITO!
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mar 26 ott 2004 19:04 ~ ultimo agg. 00:00
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LABELLA, VOTO 6,5: An vedi come balla Nando. Guarda il suo dirimpettaio Stanic e sente aria di Argentina. Pochi fronzoli per il veterano play dei Crabs, solo tanta sostanza. Tira solo quando non può evitare di farlo e detta i ritmi di gioco con arguzia. L’impresa gli riesce appieno. REGISTA!

INGLES, VOTO 5,5: Poco spazio per Nelly contro la sua ex squadra. E dire che ci teneva a dimostrare ancora una volta a Scafati che averlo lasciato andare via dopo appena un mese era stato un grave errore… Un’onta da pagare a caro prezzo. I tanti minuti di panchina fanno crescere in lui la rabbia per una domenica diversa da quella che si era immaginato. Si becca così un evitabilissimo tecnico. NERVOSO!

MONROE, VOTO 8: In settimana ha pensato e ripensato al triplone a fil di sirena che ha condannato la sua Fabriano. “Che cattivo che sono stato! – gli hanno sentito dire i compagni, parlando davanti a uno specchio mentre si asciugava la pelata – Li ho illusi e poi bastonati. Mai più! Non devo farlo mai più!” Questa volta allora i pezzi migliori del suo repertorio non li conserva per l’ultimo decimo di secondo di partita, ma li spalma equamente nei 40 canonici minuti. Inizia così a bersagliare la retina dell’Eurorida in tutte le maniere possibili. Chiude con un eccellente 8/12 dal campo. E dalla lunetta sbaglia l’unico dei 15 tiri da lui scagliati quando ormai la partita è morta e sepolta. BOMBER!

FILLOY, VOTO 6. Sorpresa, sorpresona! Il giovane Damien passa dalla tribuna al quintetto di partenza. Grinta, grinta e ancora grinta sono il suo verbo. Alla fine si ritaglia mezzora, trovando però, unica nota davvero dolente, la gioia del canestro solo nell’ultima frazione. Chiude con un poco onorevole 1 su 11 dal campo. Ma a lui coach Becirovic chiedeva innanzitutto intensità difensiva: e quella non è certo mancata. STOPPER!

GONZALES VOTO 7: Il Chuzo completa la sua metamorfosi: dopo il barbone da contadino del Kentucky, via anche i capelli da attore di telenovelas. Se non fosse per quei vistosi tatuaggi ora Roman potrebbe essere tranquillamente scambiato per un paggetto. Come già successo nei duelli con Shoemaker e Stern, in avvio di gara soffre i muscoli di Washington. Ma non si abbatte, lascia il palco a Zuza e adagianto il pesante fondo schiena in panchina borbotta tra sé e sé: “Ride bene chi ride ultimo”. Ha ancora una volta ragione lui, perché dopo un primo tempo da dominatore, il totem americano di Scafati deve approfittare di un momento di riposo concesso da Becirovic all’Orca di Puerto Madrin per segnare, dalla lunetta, gli unici due punti dei suoi secondi 20 minuti. Il Chuzo invece continua la sua gara di continuità e alla fine festeggia ancora una doppia doppia. MONARCA!

TASSINARI, VOTO 6: Il capitano questa volta non parte in quintetto. E quando viene gettato in trincea per imbavagliare l’odiato Niccolai, non fa in tempo ad allacciarsi l’elmetto che deve lasciare nuovamente il parquet. Il suo scout parla di tre punti, frutto di una tripla, e tre punti di sutura sotto lo zigomo, frutto di un contatto scorbutico con un avversario. Il leone di Rimini non si arrende. Tornando in panchina dice a Becirovic: “Coach, se hai bisogno, sono pronto!” Non ci sarà bisogno. FIGHTER!

ZUZA, VOTO 6: La faccia triste, da emigrante degli anni 20, è sempre la stessa. Così come il suo compito: permettere a Gonzales di rifiatare dopo il solito avvio in sordina, perché poi possa giganteggiare. Si preoccupa dell’ordinario, concedendosi solo un canestro straordinario. E probabilmente qualcuno presente domenica al “105 Stadium” si sta ancora chiedendo come abbia fatto a trasformare un tap-in mancato in un’azione da tre punti. HARRY POTTER!

CARRETTA, VOTO 6 DI STIMA. Ormai i guai fisici di inizio stagione sono alle spalle, anche se il trevigianino gioca con una vistosa protezione al gomito. Il buon Luca deve ancora rompere il ghiaccio. Così non prova neanche una volta a stampare sulla partita il suo marchio di fabbrica: la tripla. TIMOROSO!

THOMPSON, VOTO 7: Il suo peso è direttamente proporzionale alla sua intelligenza cestistica. A fine partita coach Gramenzi dirà che Rimini di playmaker non ne ha uno, ma tre. Uno è senza dubbio il bisonte del Munsi. Altro che “Gazzetta” piegata in due: il vecchio Chandler riuscirebbe a saltare un’edicola intera. Se poi è in serata sì anche dall’arco, allora ditemi voi come si fa a marcarlo. 14 punti + 13 rimbalzi per una doppia doppia da favola. MITO!