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Cronaca Montefeltro Newsrimini

Omicidio badante: nuovi particolari, ma anche nuovi misteri sul movente

di Redazione   
Tempo di lettura 3 min
Lun 31 Mag 2004 17:59
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una polacca di 44 anni che stava con lui da poco più
di una settimana.
Secondo una prima ricostruzione dei fatti, Meneghetti ha
sparato alla donna, per motivi ancora tutti da decifrare, e
questa é scappata da casa rifugiandosi nel bosco, a una ventina
di metri dallo chalet. L’uomo l’avrebbe cercata, ma poi, non
trovandola, si é deciso a chiamare il 112 e poi il 118. Agli
operatori del numero d’emergenza dei carabinieri avrebbe detto
che era accaduta una disgrazia.
Domani, nell’ospedale di Sassocorvaro, sarà eseguita l’autopsia sul corpo della cittadina polacca. Sempre domani, é
prevista la convalida dell’arresto. Meneghetti si trova ora nel
carcere di Villa Fastiggi a Pesaro; la detenzione, secondo gli
investigatori, é compatibile con le sue condizioni fisiche.
L’uomo, che avrebbe fornito più versioni dell’accaduto aveva già cambiato diverse assistenti. Meneghetti ha detto che stava maneggiando la pistola per
pulirla o altro senza avere l’intenzione di far fuoco
contro la donna. Bruno Meneghetti avrebbe negato di aver ucciso la
donna volontariamente sostenendo invece che il colpo di pistola
sarebbe partito accidentalmente.

Meneghetti, che soffre dei postumi di un ictus ma sarebbe
autonomo e in grado di camminare da solo nonostante problemi di
mobilità alla parte sinistra del corpo, aveva il porto d’armi, rilasciato dalla Questura di Ravenna, da almeno 20 anni, ma
non si sa per quale motivo, in quel momento, impugnasse l’arma,
se per pulirla o altro. Con ogni probabilità il geometra che
da circa un anno, per problemi di salute, aveva smesso di
lavorare, teneva con sé la cal. 38 nello chalet di
Sassofeltrio, vicino Mercatino Conca, perché la piccola
abitazione si trova in un luogo isolato, immersa nel bosco dove
é stato trovato il corpo della badante. La donna, si é
appreso, non aveva solo compiti di assistenza,
ma dava anche una mano con i lavori domestici.

I
vicini di casa, una villetta alla periferia di Ravenna dove il
geometra abita, su piani diversi, con la madre di 91 anni, lo
descrivono come una persona normale, molto impegnata nel lavoro
prima che l’ictus lo colpisse.
In seguito – spiegano le testimonianze raccolte dall’ANSA – gli stessi vicini
avevano notato un cambiamento nell’uomo, nel suo modo di
relazionarsi con gli altri, ma nulla che potesse far prevedere
una simile tragedia.

Bernadeta Gardoka, che, secondo i carabinieri di Novafeltria
era da pochi giorni in Italia, così come le altre badanti, andava a casa di Meneghetti al mattino e la lasciava la sera,
senza dormire, anche perché a quanto pare l’uomo era
sufficientemente autonomo e non aveva bisogno di un’assistenza
continua.
Meneghetti era da tempo divorziato, e non aveva figli.

Che cosa abbia convinto gli investigatori ad arrestarlo per
ommicidio volontario e non, ad esempio, per omicidio colposo,
non é dato per ora sapere. Probabilmente, alla base dell’imputazione per cui si procede, c’é il fatto che la donna,
subito dopo essere stata colpita, é scappata dallo chalet dove
il suo datore di lavoro trascorreva brevi periodi di vacanza.
Se si fosse trattato di un incidente, presumibilmente la badante,
seppure spaventata, non sarebbe fuggita, o l’accavallarsi
delle versioni differenti fornite dall’indagato.
Per raggiungere la casa, sulla quale sono stati apposti i
sigilli, bisogna percorrere circa 3 chilometri di strada
sterrata. L’uomo vi trascorreva alcuni week end e almeno un
mese in estate, in genere in agosto. In paese – spiega l’ANSA – non era molto
conosciuto perché non si faceva quasi mai vedere. Viene
comunque considerata una persona irreprensibile.
Più noto, in virtù del suo lavoro che svolgeva in proprio a Ravenna, dove abita nello stesso stabile della madre ma in
appartamenti diversi.

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