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Se la Carità è Senza Confini

di Redazione   
Tempo di lettura lettura: 2 minuti
mer 3 mag 2017 07:45 ~ ultimo agg. 2 mag 10:51
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Sei progetti internazionali. Due sedi distaccate. Decine e decine di volontari che ogni giorno si spendono per aiutare chi abita dall’altra parte del mondo. Oggi, come trentanove anni fa, quando l’associazione Carità Senza Confini ha mosso i primi passi.

La storia inizia nel 1978 dall’impegno di un gruppo di donne sammarinesi che diede vita a un Mercatino della Speranza, il cui ricavato venne consegnato all’allora parroco di Borgo Maggiore per la realizzazione di microprogetti in alcune aree dello Zambia. spiegano dall’associazione – Negli anni seguenti il Mercatino allargò il suo sguardo verso iniziative più grandi formando intorno ad esso un gruppo dal nome «Noi per», facente riferimento ad un parroco di Carpegna che aveva contatti in Zambia. Negli anni ‘90 l’associazione si mise in contatto con le suore Francescane Missionarie di Assisi, presenti già allora in molti Paesi in via di sviluppo e iniziò ad affiancarsi nella realizzazione dei progetti, cercando finanziamenti e facendo un lavoro di sensibilizzazione e informazione a San Marino e Carpegna. Negli anni le iniziative si moltiplicarono arrivando in Romania, Brasile, Kenya, Sud Corea, Indonesia, Filippine e Russia”.

 

Nel 2001 l’associazione decide di staccarsi e iniziare un proprio cammino.

“A marzo di quell’anno si formò «Carità senza Confini». Il nuovo nome permise al gruppo di esplicitare la sua vera natura come associazione ecclesiale perché si considera come un’espressione della multiforme carità della Chiesa locale, pur mantenendo la totale apertura a tutte le forme di collaborazione che ne rispettino la natura e ne condividano le finalità. La parola «Carità» esprime meglio lo scopo e le finalità del gruppo, che si sente nella condizione non di chi ha solo da ricevere, ma di condivisione fraterna e di scambio reciproco. L’espressione «Senza confini», invece, indica lo scopo di allargare i suoi orizzonti a più realtà”.

Il 18 novembre 2003 con atto costitutivo e statuto depositato presso il Tribunale di San Marino, «Carità senza Confini» diventa un’associazione.

 

“La Carità cristiana deve diventare esperienza di vita e di condivisione dei bisogni, a favore di una giustizia che cancelli gli squilibri esistenti oggi, che affamano i bambini, negano il diritto alla salute e privano milioni di persone dell’istruzione e del lavoro. La sensibilizzazione della nostra società a tali temi è un obiettivo importante da perseguire e raggiungere. Con questa convinzione l’associazione promuove ogni anno un incontro di solidarietà, che oltre alla raccolta di fondi da destinare ai vari progetti, ha l’obiettivo di approfondire temi d’attualità e sensibilizzare l’opinione pubblica su determinati problemi”.

Nel frattempo sono nate due sedi distaccate: una in Italia, a San Mauro Pascoli, nel 2014, l’altra si è costituita nell’ottobre 2015 a Lusaka, in Zambia.

Attualmente i progetti seguiti sono sei.

Un pasto al giorno che garantisce un pasto a circa 3.350 bambini poveri (3mila in Zambia, 100 in Indonesia, 100 in Romania e 150 in Brasile); michi per lo studio, che dà l’opportunità ai bambini di seguire un percorso di scolarizzazione; il sostegno a distanza, un vero e proprio sostegno alimentare, sanitario e sociale; la legna in Romania che permette a una ventina di famiglie che abitano nella zona più fredda di avere legna per l’inverno, iniziativa portata avanti grazie al contributo dei pensionati di San Marino. Poi c’è il Centro sanitario in Congo che permetterebbe alle due comunità della zona (Kalala-Diboko e Musefu) di sopravvivere durante i momenti di emergenza come il parto e le malattie infantili. L’uso del condizionale è perché il Centro è in fase di costruzione. Infine c’è il progetto agricoltura che si sta sviluppando in Tanzania.

Insomma, una carità davvero senza confini.

 

Francesco Barone

Settimanale Il Ponte