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Lavoro Provincia

Dati GDF su lavoro nero. Urbinati (CGIL) richiama associazioni imprenditoriali

In foto: I dati diffusi dalla Guardia di Finanza riminese sui primi cinque mesi del 2009, con 314 lavoratori in nero e 172 irregolari scoperti, per la CGIL è la conferma dell'ampia diffusione del lavoro nero.
I dati diffusi dalla Guardia di Finanza riminese sui primi cinque mesi del 2009, con 314 lavoratori in nero e 172 irregolari scoperti, per la CGIL è la conferma dell'ampia diffusione del lavoro nero.
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sab 27 giu 2009 14:08 ~ ultimo agg. 00:00
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Consapevolezza che dovrebbero sentire di più, ricorda il sindacato, anche le associazioni imprenditoriali.

L’intervento del segretario provinciale della CGIL di Rimini, Graziano Urbinati:

“E’ sufficiente che gli organi ispettivi eseguano dei controlli nei luoghi di lavoro, perché si confermi quanto la CGIL ha sempre continuato a denunciare e cioè: l’altissima diffusione del lavoro nero e irregolare nel nostro territorio. Lo dimostrano anche gli ultimi dati diffusi dalle Fiamme Gialle sui primi mesi di attività di quest’anno: 314 lavoratori scoperti a lavorare in nero e 172 irregolari a cui si aggiunge la denuncia per sei evasori totali e di altri 24 per violazione fiscale e contributiva. Il ricorso al lavoro nero e irregolare ha una connotazione strutturale legata alle caratteristiche economico-produttive del territorio riminese e sulla quale si gioca la competitività di una grande parte di aziende. Inoltre, la gravità della crisi che stiamo attraversando non fa che aggiungere manodopera a basso costo in un mercato del lavoro sempre più frammentato e deregolarizzato. D’altra parte, il Governo, sia con l’introduzione dei voucher che con i tagli di risorse all’attività ispettiva, che con le tante disposizioni che oggettivamente rendono difficili i controlli, non aiuta a contrastare l’economia sommersa a discapito innanzi tutto dei lavoratori, ma anche delle imprese che operano nel rispetto delle regole, e dell’intera collettività a cui vengono sottratte le risorse indebitamente incamerate dagli evasori.

Questa consapevolezza dovrebbe animare non solo le organizzazioni sindacali, ma anche le associazioni imprenditoriali proprio a tutela delle imprese che rispettano le leggi e non fondano i loro guadagni puntando esclusivamente sul lavoro a basso costo.”