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40 truffe nel riminese

Auto usate acquistate con assegni falsi, arrestato uno dei complici

In foto: operazione Supercar dei carabinieri
operazione Supercar dei carabinieri
di Redazione   
Tempo di lettura lettura: 2 minuti
mar 30 giu 2020 13:26
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Si era rifugiato nel suo Paese di origine per sfuggire alla cattura dei carabinieri di Rimini. Ma per un 32enne rumeno, uno dei componenti della banda che acquistava auto usate nel Riminese, ma non solo, con assegni falsi, sono scattate comunque le manette. Sulla sua testa pendeva un provvedimento di cattura internazionale e ieri l’Interpol ha comunicato alle autorità italiane che il 32enne è stato catturato nei giorni scorsi dalla polizia rumena a Timisoara. Ora saranno avviate le procedure per l’estradizione ed il conseguente trasferimento in Italia dove verrà sottoposto a regolare processo.

L’operazione, condotta lo scorso 21 maggio dai carabinieri del Nucleo operativo di Rimini, aveva permesso di smantellare una banda specializzata nelle truffe nel commercio di auto usate di fascia medio-alta. Il modus operandi era sempre lo stesso e prevedeva il pagamento delle vetture con assegni falsi, l’intestazione dei mezzi ad alcuni soggetti italiani, membri anche loro dell’associazione ma con ruoli marginali, e la successiva e immediata esportazione all’estero in modo da rendere impossibile rintracciare il mezzo.

L’illecita attività partiva con l’individuazione delle potenziali vittime, che venivano adescate consultando gli annunci di numerosi siti di compravendita on-line. Una volta selezionato l’annuncio più interessante, un componente della banda contattava il venditore per “tastarne il polso” e capire se fosse una “facile preda”. Scelta la vittima, un altro complice si presentava come un rivenditore di auto, contrattava la compravendita del veicolo ed incontrava personalmente il proprietario del mezzo. Raggiunto l’accordo, veniva effettuavano il passaggio di proprietà in una agenzia di pratiche auto, solitamente nel luogo di residenza della vittima, pagando quanto concordato mediante l’utilizzo di assegni sì falsi, ma di ottima fattura. Per eludere l’immediata verifica relativa alla genuinità e copertura del titolo di credito, i truffatori perfezionavano l’operazione nel pomeriggio del venerdì. Infatti, con gli istituti di credito chiusi nel fine settimana, l’ignaro venditore non aveva modo di accorgersi della truffa subita, almeno non prima del lunedì successivo. In quel lasso di tempo il veicolo, ormai nelle mani dell’organizzazione, veniva immediatamente portato all’estero da altri membri del gruppo, pronto per esser immesso sul mercato.

L’attività di indagine, svolta dall’agosto 2019 al febbraio 2020, ha consentito di documentare 40 episodi di truffa, con un danno patrimoniale per le vittime stimato in circa 600mila euro.