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sangiovese

Sabato alla Tenuta Santini il "Beato Enrico Day" dedicato al vino di punta della cantina

di Lucia Renati   
Tempo di lettura lettura: 2 minuti
mer 25 set 2019 14:19
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Sabato 28 settembre alla Tenuta Santini si svolgerà il “Beato Enrico Day”, una giornata di convivialità, discussioni e degustazioni guidate, dedicata al sangiovese di punta della cantina, il Beato Enrico, appunto, in commercio dal 2003. La giornata inizierà alle 10.30 con la camminata in vigna accompagnati da Sandro Santini, titolare della tenuta. La scommessa è portare in azienda almeno 300 appassionati. Il turismo enogastronomico in Italia muove tre milioni di appassionati e vale 4 miliardi di euro.
L’ingresso è gratuito, si paga 5 euro per gli assaggi dei vini della cantina, 15 euro se si aggiunge la merenda rurale.  Prenotazione obbligatoria.

La giornata inizierà alle 10.30 con walking in vigna, camminata emozionale in collaborazione con il Centro Saulle accompagnati da Sandro Santini per conoscere la terra, le viti, il vino.

Due saranno le degustazioni guidate dal titolare Sandro Santini, la prima alle 13.30, la seconda alle 18.30 massimo 20 persone

Alle 18 Enrico Santini parlerà dei segreti dell’oro verde, l’olio della zona di Coriano.

Dibattito dal titolo “In Beato Veritas” con Stefano Bonini di Trade Mark Italia, la ristoratrice Enrica Mancini, l’operatore balneare Gianluca Metalli, l’intellettuale Piero Meldini insieme ai padroni di casa Enrico e Sandro Santini, moderati dal Direttore de Il Resto del Carlino, Carlo Cavriani.

Merende sull’aia pane con porchetta o salame, spianata con la mortadella accompagnate dai vini della Tenuta Santini dalle 12.30 e dalle ore 18 sino a serata inoltrata con la musica del dj Lele direttamente da Ibiza.

“La scommessa è portare in azienda una schiera di almeno 300 appassionati a cui illustrare il vino ed i motivi per cui è nato nel 2003 il Beato – ha detto Enrico Santini – fare capire che Coriano ha una peculiarità da cru, le vigne hanno uno sbalzo altimetrico anche di cento metri ed in basso la gradazione della stessa vigna è più debole. Peculiarità del territorio ed identità del prodotto questo è il mantra”.

“Il turismo enogastronomico muove tre milioni di appassionati e vale 4 miliardi di euro “ – gli fa eco Stefano Bonini di Trademark – “Si è lavorato molto sulla qualità del vino, occorre lavorare anche sui servizi di contorno necessari per intercettare questo target. L’identità va accompagnata dalla consapevolezza di essere un prodotto turistico”.

“Noi portiamo spesso nelle cantine il nostro personale perché è determinante nelle scelte dei clienti” – ha detto Enrica Mancini, padrona di casa del Ristorante La Marianna – “spingiamo i prodotti locali perché li riteniamo un valore aggiunto ed oramai la movimentazione nella nostra cantina è al 90% di prodotto locale”.