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Partito con aspettative basse, ora entusiasta: il racconto di Cristina

In foto: Interno del Musas di Santarcangelo
Interno del Musas di Santarcangelo
di Redazione   
Tempo di lettura lettura: 2 minuti
ven 31 ago 2018 10:55
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Proseguono i racconti dei ragazzi del Servizio Civile. Questa settimana è la volta di Cristina, che ha svolto il suo servizio ai Musei di Santarcangelo (ricordiamo che il bando 2018 è aperto fino al 28 settembre).

 

Sono trascorsi 9 mesi dall’inizio del mio percorso di servizio civile. Le aspettative iniziali erano basse e non immaginavo di acquisire granché da questa nuova esperienza lavorativa. Un anno prima avevo terminato l’università e mi ero messa alla disperata ricerca di un lavoro. Mi sono vista chiudere parecchie porte in faccia nonostante i miei titoli di studio e la mia voglia di imparare. Così anziché abbattermi ho deciso di frequentare un master e candidarmi come volontaria di servizio civile, un po’ per curiosità e un po’ per avere finalmente l’occasione di cimentarmi nell’ambito in cui avevo studiato. Fortunatamente il colloquio andò positivamente e a metà settembre cominciai, insieme a Francesca, la mia esperienza di servizio civile all’interno del museo di Santarcangelo. Da subito ebbi l’impressione di essere capitata nel posto giusto. Un luogo in cui sei circondata da bellissime persone, dove il lavoro è importante ma le relazioni sociali lo sono ancora di più. Un posto dove ti senti a casa e nel quale non ti pesa lavorare anche se questo vuol dire alzarsi molto presto la mattina. Un luogo in cui non ti senti dipendente ma parte di una grande famiglia. E così giorno dopo giorno il lavoro al museo è diventato sempre più interessante e coinvolgente. La fiducia in noi aumentava e di conseguenza anche le responsabilità per i lavori che ci venivano assegnati, tanto che un giorno il direttore ci incaricò di organizzare una piccola mostra. Era la nostra prima volta e per questo eravamo molto agitate. Ma niente paura il lavoro di squadra risolve ogni problema e porta sempre ad ottimi risultati. Sono molto contenta che il destino mi abbia dato l’opportunità di lavorare a fianco di Francesca: insieme abbiamo condiviso le stesse paure, i timori per il futuro e soprattutto gli attimi di gioia e di soddisfazione che il nostro lavoro ci ha regalato. Finalmente abbiamo avuto entrambe l’occasione che cercavamo da tempo: un’occupazione nella cultura che, anche se temporanea, ci ha permesso di formarci e di acquisire competenze che l’università altrimenti non ci avrebbe mai dato. Ora come ora posso affermare di essere entusiasta della mia esperienza di servizio civile, un percorso che mi ha aiutata a crescere, ad apprendere e a conoscere persone eccezionali che mi hanno seguita e incoraggiata durante quest’ultimo anno. Di questi mesi conserverò tantissimi ricordi. L’imbarazzo del mio primo giorno di lavoro, il pranzo a base di cappelletti con le altre volontarie dopo una lunga giornata di formazione specifica, la soddisfazione nel vedere il mio nome sul pannello della mostra. Tanti piccoli momenti che però, se messi assieme, compongono un puzzle di emozioni e di ricordi che porterò per sempre con me.

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