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Attualità Montefeltro

Viabilità disastrosa in alta Valmarecchia. Le aziende pensano a trasferimento

In foto: la provinciale Sant'Agata Novafeltria
la provinciale Sant'Agata Novafeltria
di Simona Mulazzani   
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ven 23 ott 2015 16:03
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La viabilità dell’Alta Valmarecchia è disastrosa e le maggiori aziende, che danno lavoro a circa mille persone, stanno pensando a possibili trasferimenti. Ad affermarlo il vice sindaco di Sant’Agata Feltria Paolo Ricci.

Le strade – spiega Ricci – sono al collasso e mettono a rischio non solo la permanenza degli abitanti stessi ma anche il trasferimento delle industrie presenti sul territorio. Proprio la settimana scorsa ad una cena con i maggiori imprenditori della Vallata ( INDEL B Gruppo Berloni, Salcavi, Irci, Azienda Carli, Adriatica Funghi……)che danno il lavoro a circa mille persone della vallata , sono emerse le grosse difficoltà che queste aziende incontrano nel trasporto delle loro merci e nei tempi che servono per raggiungere i cantieri, portandoli a pensare a possibili trasferimenti”.

Anche il polo Industriale di Sant’Agata Feltria dove lavorano 380 persone rischia di andare in crisi perché è da 5 anni che una frana mette a rischio la transitabilità dei Camion.

I maggiori problemi sono provocati dagli ampi fronti di frane che si trovano in prossimità delle strade, con grosse buche. Ci sono inoltre grosse problematiche per la sicurezza: manca la segnaletica orizzontale, le barriere di contenimento non sono a norma. A rischio chiusura la provinciale Sapinate e Sarsinate che porta all’E45, chiusa in direzione Carpegna, a questo si aggiunge l’imbuto di traffico che è la Marecchiese.

I comuni non hanno soldi per intervenire e la provincia non interviene, o per mancanza di risorse o “per indirizzi prioritari diversi“. Ma un intervento – dice Ricci – non è più rinviabile. Ricci spiega di aver spedito al presidente della provincia Gnassi alcune lettere per chiedere un incontro e di averlo invitato alla fiera del Tartufo, ma ad oggi senza esito.

E Ricci rivolgendosi direttamente a Gnassi scrive: “Il silenzio assordante non ci fermerà. Esiste anche un entroterra e vi sono realtà importanti da salvaguardare”