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Rimini Sanità

Ospedali e Pronto Soccorso. Rimini, molti accessi di notte e precarietà

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gio 23 feb 2012 16:35 ~ ultimo agg. 00:00
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Non c’è emergenza, ma elementi di criticità sì per il pronto soccorso riminese. Per dargli nuovo assetto logistico, ma anche organizzativo, l’Ausl ha inaugurato nel maggio scorso il nuovo Dea, il Dipartimento di Emergenza e Accettazione, il cui iter era cominciato nel 2000. “Ha dato maggiore spazio all’accoglienza, una sala d’attesa migliore e maggiori spazi e ambulatori. Gli spazi di osservazione sono aumentati” osserva Cristina Troiani, rappresentante riminese del sindacato di medici Anaao.

E sui tempi di attesa? Dall’Ausl al momento siamo in attesa di conoscere i dati, ma che in alcuni casi siano lunghi lo dicono i tempi materiali per fare gli esami: molto, sicuramente, ha risolto la dotazione di una radiologia d’urgenza, che fino a qualche anno fa non c’era. Per quanto invece riguarda le Tac, l’Infermi ne dispone di due, di cui una multistrato. Un esame per cui occorrono 20 minuti. Durante i festivi e le ore notturne, poi, il tecnico addetto non sta in ospedale, ma ha la reperibilità. Le ore notturne sono quelle in cui negli ultimi tempi si registra un sovraccarico di pazienti. “Perchè negli ospedali perifierici c’è un minor numero di sanitari in servizio” spiega Cristina Troiani. “Con gli accessi da Novafeltria, c’è stato un aumento di circa 4mila prestazioni rispetto allo scorso anno. La criticità in parte si è andata risolvendo con più medici nei turni della notte. Sicuramente ci possono essere momenti critici. Specie d’estate”.

Gli accessi al pronto soccorso riminese nel 2011 in totale sono stati oltre 74mila. La brutta storia dei policlinici romani, chiamando in causa i medici oltre all’organizzazione generale delle strutture, ha fatto emergere un altro elemento da cui non è esente il pronto soccorso riminese: l’impiego di medici e infermieri precari. Al pronto soccorso di Rimini ci sono 24 medici strutturati, 4 dei quali con contratto libero professionale. Cui se ne aggiungono altri, che si occupano di circa un 20% di accessi. Spiega la Troiani: “Nella cosiddetta ala verde, cioè quella che gestisce pazienti a bassa intensità di cura, ci sono medici di continuità assistenziale. Sono medici con contratti libero-professionale”.

E’ tra i contratti libero-professionali che ci sono i precari. Lo rileva come problema Carla Bonvicini, presidente del Fials, il sindacato dei lavoratori degli enti locali e sanità. Sottolineando l’assuzione sistematica a Rimini con bandi che prevedono contratti da sei mesi a un anno, il sindacato parla di ricambio continuo che non favorisce la professionalità.

(NewsRimini.it)