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Rimini

Enzo Jannacci al teatro Novelli col suo ultimo spettacolo

In foto: Parole e musica al Teatro Novelli di Rimini. Venerdì alle 21 Enzo Jannacci porterà in scena il suo nuovo spettacolo per la regia di Cristina Pezzoli. www.teatroermetenovelli.it
Parole e musica al Teatro Novelli di Rimini. Venerdì alle 21 Enzo Jannacci porterà in scena il suo nuovo spettacolo per la regia di Cristina Pezzoli. 
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mer 15 feb 2006 17:24 ~ ultimo agg. 00:00
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Biglietti in prevendita presso la biglietteria del Teatro Ermete Novelli (via Cappellini, 3, tel. 0541/24152) aperta dalle ore 10 alle ore 14 dal lunedì al sabato. Nei giorni di spettacolo le biglietterie aprono alle ore 19.
Informazioni: Ufficio Attività Culturali, tel. 0541/704292-704293

La scheda dello spettacolo:

Il nuovo progetto di Enzo Jannacci, prodotto dal “Teatro Filodrammatici – Teatro Stabile d’Innovazione” si presenta come il naturale sviluppo della brillante esperienza dello scorso anno, quando il “mondo” di Enzo occupò significativamente, per due mesi, gli spazi scenici del teatro.
L’evoluzione riguarda non solo i contenuti, riveduti ed orientati ad un implemento del testo, ma anche le forme: non più un solo teatro, quello “di casa”, ma un circuito; dove proporre, attraverso un tour, questo nuovo
spettacolo che vede Enzo Jannacci chiosare, ironizzare e leggere attorno all’attualità e, da questa, alle sue canzoni più “robuste”, storiche e straordinariamente prive di data di scadenza; ancora lì, pure, fresche ed ancora più graffianti ed incisive.
La formula, mischiando ancora gesti e silenzi, parole e musiche, alza la soglia dell’emozione e della magia “teatrale”, in una sospensione di
tensione ed attesa dello sviluppo scenico che Jannacci regola, ora con crudele, ora con ingenua maestria, ricordandoci che lui il teatro, quello vero, nobilmente popolare, lo conosce bene. Tanto che, in modo un po’ cinico
così lo descrive: “il teatro per me è una fumisteria, è entrare in un film, un po’ vero e un po’ surreale”. Come il clima che porta gli spettatori, a bocca aperta, a cercare di intuire la prossima mossa, per rimanere, come sempre spiazzati.
Quasi a rassicurare le canzoni, drammaturgie familiari al pubblico, entrano in scena come allegorie visive: memoria, racconti, narrazione. Con un’incisività tra ricordo e attualità che, sfiorando la satira più tagliente, devia con determinazione per l’indignazione, portando
irreversibilmente alla denuncia.
Certo si ride; ma è solo una salutare scossa temporanea. Un intervallo tra un’emozione e l’altra, incalzata dall’incedere della poesia musicale, delle canzoni (quadri scenici) e anche da alcune letture, tratte da “No, tu no!”,
un libro di Jannacci ormai “introvabile”, pensato e progettato con Beppe Viola e Umberto Eco. Questo aspetto del percorrere il doppio “filo” del teatro di parola e della
canzone, espone il protagonista ad una sfida: ribaltare la complessità in una doppia semplicità, confermando al pubblico che la fantasia, la realtà, il sentimento e il pensiero, sono irrinuniciabili diritti; fondamentali elementi per la qualità e il senso della vita.
Questo, il “TEATRO” di Enzo Jannacci.