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il caso

Bimbo morto, perizia "sospesa" da 18 mesi. Indagato il medico incaricato dell'autopsia

In foto: il Tribunale di Rimini
il Tribunale di Rimini
di Redazione   
Tempo di lettura lettura: 2 minuti
mer 7 apr 2021 12:45 ~ ultimo agg. 19:47
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Un ritardo incomprensibile, che al momento non ha giustificazioni e che ha costretto il pubblico ministero che lo aveva incaricato di stilare una relazione sulle cause della morte di un bambino riminese di soli due anni, ad indagarlo per rifiuto e omissione di atti d’ufficio. L’anatomopatologo in questione è uno stimato professionista che vive e lavora in Liguria. Era, anzi sarebbe meglio dire è lui che avrebbe dovuto scoprire perché il piccolo Alessandro è deceduto all’ospedale Infermi nella notte tra il 30 e il 31 ottobre del 2019. Invece, a distanza di un anno e mezzo dall’incarico, non ha ancora depositato le sue valutazioni e l’inchiesta giudiziaria coordinata dal sostituto procuratore Davide Ercolani – che vede indagati come atto dovuto, con l’ipotesi di omicidio colposo, i cinque sanitari dell’Infermi, quattro medici e un infermiere, che hanno avuto in cura il piccolo nelle sue ultime 24 ore di vita – si è arenata.

I familiari di Alessandro non si danno pace. Vogliono capire se dietro quella morte assurda ci sia anche la minima responsabilità del personale medico o se invece si sia trattato di una disgrazia inevitabile. Ma senza la relazione del medico legale, scelto appositamente fuori regione dalla Procura per garantire assoluta imparzialità ed evitare conflitti di interesse, avere delle risposte certe diventa impossibile. Nei mesi scorsi sia il pm Ercolani sia la procuratrice capo di Rimini, Elisabetta Melotti, hanno scritto e telefonato all’anatomopatologo per sollecitarlo, ma ora evidentemente il tempo è scaduto. Anche l’avvocato Massimiliano Orrù, che tutela i genitori del piccolo Alessandro, così come i difensori dei cinque indagati, che vivono sospesi nell’attesa della relazione, hanno avanzato diversi solleciti.

Impossibile finora comprendere i motivi del ritardo. La speranza dei familiari del piccolo Alessandro e della Procura stessa è che l’apertura di un fascicolo a carico del professionista possa indurlo a presentare al più presto la perizia.