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Aeroporti, tra i 23 riaperti non c'è Rimini. Ryanair riparte a luglio

In foto: repertorio
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di Andrea Polazzi   
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gio 4 giu 2020 17:40
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Non figura l’aeroporto di Rimini tra i 23 riaperti dall’ultimo decreto firmato il due giugno dal ministro dei Trasporti De Micheli. Gli scali sono quelli di Alghero, Ancona, Bari, Bergamo-Orio al Serio, Bologna, Brindisi, Cagliari, Catania, Firenze-Peretola, Genova, Lamezia Terme, Lampedusa, Milano Malpensa, Napoli Capodichino, Olbia, Palermo, Pantelleria, Pescara, Pisa, Roma Ciampino, Roma Fiumicino, Torino, e Venezia Tessera. Nella decisione, si legge nel documento, si è tenuto conto delle richieste pervenute dai gestori aeroportuali, della collocazione geografica degli aeroporti in grado di servire bacini di utenza in modo uniforme sul territorio e della capacità infrastrutturale degli stessi, nonché della necessità di garantire i collegamento insulari. Al Fellini, così come negli altri aeroporti commerciali non inclusi nell’elenco, sono consentite al momento solo le attività di aviazione generale.

Intanto è stato ulteriormente posticipato, vista anche l’attuale chiusura prevista dal decreto, il volo per Tirana che era in programma venerdì e che avrebbe segnato la ripresa dell’attività dello scalo chiuso ormai dai primi di marzo. Ryanair ha invece annunciato la ripresa dei collegamenti con l’Italia dal 21 giugno, incrementandone il numero e la frequenza a partire dal 1° luglio: sul sito della compagnia figurano a partire proprio da luglio i collegamenti tra Rimini e Londra e da agosto quelli con Vienna mentre non c’è traccia degli altri voli dal Fellini. Intanto, proprio giovedì, l’Austria ha confermato che non riaprirà, per il momento, il confine con l’Italia mentre la Gran Bretagna ha confermato l’introduzione della quarantena obbligatoria per chiunque arrivi dopo l’8 giugno.

Non aiuta poi il fatto che l’Agenzia Europea per la sicurezza aerea ricomprenda ancora gli scali dell’Emilia Romagna tra quelli pericolosi per il Covid: nell’aggiornamento pubblicato il 3 giugno non figura più il Veneto ma restano “pericolosi” i voli provenienti da Lombardia, Piemonte e, appunto, Emilia Romagna.