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Esclusiva Icaro Sport. Rimini Calcio, il presidente De Meis torna a parlare

In foto: Fabrizio De Meis intervistato in esclusiva da Icaro Sport
Fabrizio De Meis intervistato in esclusiva da Icaro Sport
di Roberto Bonfantini   
Tempo di lettura lettura: 9 minuti
mar 5 apr 2016 18:13 ~ ultimo agg. 7 apr 15:21
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Dopo due mesi di silenzio, torna a parlare il presidente del Rimini, Fabrizio De Meis, che ci ha concesso un’intervista video in esclusiva nella quale annuncia che questa mattina ha dato l’ok in banca al pagamento degli stipendi di novembre e dicembre 2016 dei tesserati, e parlato a 360° della situazione societaria del Rimini:

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Presidente De Meis, torna a parlare dopo due mesi: perché queste settimane di silenzio e perché torna a parlare proprio ora?
“Come ho detto nell’ultima conferenza stampa che ho fatto, non credo che adesso sia il momento di dire tante parole, ma di fare più fatti possibile – attacca Fabrizio De Meis. Stiamo cercando di adoperarci per risolvere le problematiche; in più devo dire che nelle ultime settimane sono successe troppe cose intorno al Rimini che non mi sono chiare e quindi in questo momento ci sono troppe cose che mi sfuggono. Per cui penso che al di là dell’obbligo di una persona che ha delle responsabilità come ho io in questo momento, parlare in questo momento sia poco utile e si debba cercare di fare i fatti”.

Com’è la situazione con i giocatori del Rimini?
“In questo momento come società abbiamo come referente l’Associazione Italiana Calciatori. Anche lì ci sono delle dinamiche che mi sono sfuggite perché io subito dopo il 16 febbraio ho fatto richiesta alla Lega Calcio se era possibile procedere al pagamento dei due stipendi di novembre e dicembre utilizzando la fideiussione. Deve essere chiaro che la fideiussione sono soldi miei, messi a disposizione dei giocatori per il pagamento degli stipendi. Dopodiché l’AIC ha chiesto un incontro dove si potesse trovare una situazione definitiva per programmare un piano di pagamenti fino al 30 maggio. È stata fatta una riunione a Firenze alla quale ero presente io, erano presenti il direttore Pastore, il responsabile dell’AIC Calcagno, il presidente Gravina e tutta una serie di tecnici. Lì si è ipotizzata una transazione con i calciatori che garantisse i giocatori fino al 30 maggio totalmente, mettendo a disposizione tutta la mia fideiussione bancaria e una parte di contributi della legge Melandri a disposizione della Rimini Calcio. Questo accordo avrebbe comportato a una rinuncia da parte dei giocatori per un importo lordo di circa 700mila euro, con una cifra che veniva messa a disposizione di 450mila euro. Lì per lì i tecnici hanno ipotizzato che i giocatori avrebbero così dovuto perdere circa il 35% per sette mesi, mentre avrebbero preso il cento per cento per gli altri cinque mesi. Quando sono andati a fare i conti insieme a coloro che si occupano di contabilità la rinuncia è risultata invece più alta, del 45%. La cosa che però mi ha sorpreso è che il presidente Calcagno ha parlato di offerta offensiva. In realtà non c’è stata nessuna offerta diversa se non quella discussa con lo stesso Calcagno, con il quale c’è stato un rapporto cordiale fino all’incontro con la Lega. Ci siamo sentiti sia in sede privata che in occasione di quell’incontro. Dopodiché non c’è stato più modo di avere un incontro con lui. Io l’ho contattato, chiedendo un incontro tramite il presidente Gravina e tramite il direttore Pastore, ma non c’è stato nessun modo di parlare. All’ultimo incontro che ha fatto con la squadra volevo anche andare, ma mi rendo conto che alla fine è giusto che se un responsabile dell’AIC decide di parlare con i giocatori lo faccia in una sede riservata. Però devo dire che mi hanno sorpreso molto sia le sue dichiarazioni che questa mancanza di comunicazione. Poi, finalmente mi sono trovato ieri con la chiamata del presidente Gravina, che mi ha detto che era possibile procedere al pagamento utilizzando i miei soldi messi a garanzia per il Rimini, quindi mi hanno chiamato ieri alle quattro di pomeriggio e alle nove di questa mattina sono andato in banca a firmare l’autorizzazione per pagare gli stipendi e spero che giovedì o venerdì possano essere pagati gli stipendi in modo che i giocatori possano tornare ad una situazione di normalità. Ci tengo a evidenziare che la procedura che si sta utilizzando ora per pagare gli stipendi è la stessa che io avevo proposto il giorno dopo non aver pagato gli stipendi, dopo la mancata cessione alla Luukap. Qualcuno ha detto che io non ho parlato con i giocatori. Naturalmente io ho parlato con l’AIC, com’è previsto e com’è stato chiesto anche dai giocatori. Io non sono mai scappato da niente, non solo a Rimini, ma in tutta la mia vita. E non comincio a scappare certo adesso. Ero a disposizione ieri, sono a disposizione oggi e sarò a disposizione domani. Se la squadra vuole incontrarmi e farmi delle domande lo può fare in qualunque momento. Ovviamente capisco bene che ragazzi giovani che si sono trovati ad affrontare i disagi che si trovano anche oggi ad affrontare possano essere arrabbiati con il datore di lavoro che non li ha pagati o come in questo caso che li pagherà in ritardo. Purtroppo capitano crisi nelle aziende, e in questo momento purtroppo io ne sto affrontando due: da una parte quella del Rimini e dall’altra parte quella della mia azienda, che come sapete purtroppo è stata protagonista di un evento negativo che ha poi generato delle difficoltà ulteriori. Io non faccio nessun passo indietro, anzi lotto fino all’ultimo per cercare di risolvere tutti i problemi”.

Altro tema caldo degli ultimi giorni è la questione residence.
“Quello dei residence rientra nelle questioni che mi sfuggono. Basti pensare che il residence in questione è un residence del quale la Rimini Calcio si serve da due anni. E un residence che ha sempre preso i soldi ed è capitato anche che pagassimo con 5-6 giorni di ritardo, ma abbiamo sempre pagato. Io ringrazio la disponibilità del residence. Sono due mesi che sento parlare di sfratto dei giocatori del Rimini. Dopo la partita del Pisa c’è stato un giocatore che ha detto che era disposto a dormire in macchina. A me risulta che dal 1 luglio i giocatori hanno a disposizione i residence e che dai residence non li abbia mai mandati via nessuno. Non riesco a capire come mai anche ieri, dopo che era stato effettuato il pagamento al residence, e anche oggi ho sentito e letto sui giornali che c’era stata una trattativa. Non c’è stata nessuna trattativa, abbiamo pagato con qualche giorno di ritardo. La notizia degli sfratti è totalmente inesistente”.

Ieri sera il presidente della Legapro Gravina, intervenuto in collegamento telefonico a “Calcio.Basket”, ha detto che intorno alla situazione del Rimini ci sono cose che non riesce a capire. A cosa faceva riferimento secondo lei?
“Ci sono tante cose che in questo momento è difficile da capire. Ci alziamo dal tavolo di Firenze tutti convinti di aver trovato l’accordo sulla transazione, dopodiché i calciatori vengono contattati da chi vorrebbe comprare il Rimini che li invita a non firmare. Anche lì la situazione è poco chiara: se uno è intenzionato a comprare il Rimini e i giocatori sono disponibili a rinunciare a una mensilità e mezzo, chi compra il Rimini dovrebbe essere solo contento. Con l’AIC c’è stata una comunicazione quotidiana che poi si è interrotta di colpo. Le notizie dei residence rimbalzano ogni giorni. Sembra ci sia un interesse costante non a raccontare difficoltà che non ci sono perché le difficoltà ci sono, sono quotidiane e sono difficili, ma ad accentuare le difficoltà anche dove, come in questo caso, non sono veritiere”.

La situazione della Rimini Calcio in questo momento qual è?
“La situazione è di grande difficoltà economica perché purtroppo si sono concentrate contemporaneamente diverse situazioni. Ne cito alcune: a causa di questo sequestro del 30% delle quota noi abbiamo 250mila euro di valorizzazione di giocatori in prestito da società di serie A che la banca non ci ha anticipato. Dall’altra parte le mie vicende imprenditoriali mi hanno fortemente condizionato. Io ho cercato di portare avanti finché ho potuto le esigenze del Rimini con le mie risorse personali, oggi purtroppo le mie risorse personali non bastano più. Cerchiamo di lottare tutti i giorni per portare avanti la situazione. Dall’altra parte emergono delle situazioni pregresse legate alla gestione della presidenza Amati. Noi negli ultimi 3-4 mesi abbiamo pagato 280mila euro di soldi della vecchia gestione. Tutto questo è stato accompagnato dalla vicenda Luukap che m’impedisce di poter trattare e cedere a qualunque altro imprenditore anche piccole partecipazioni. Speriamo che finalmente il 2 maggio ci sia questa udienza in tribunale. Noi siamo molto ottimisti sul ricorso e speriamo di poter ottenere giustizia quanto prima”.

Giovedì sera ha incontrato i tifosi biancorossi. Che cosa vi siete detti?
“Il fatto che io non abbia parlato in queste settimane ha dato l’idea di uno che non è presente e che non si dedica alla soluzione delle problematiche del Rimini… Alle cinque e mezza di pomeriggio mi hanno chiesto un incontro tramite il nostro responsabile della Comunicazione e li ho incontrati la sera stessa. I tifosi mi hanno chiesto di fare il punto sulle trattative per la cessione della Rimini Calcio e mi hanno ribadito che le risorse che loro stanno cercando di mettere a disposizione della società in un momento così difficile devono essere destinate solo ai giocatori. Mi hanno chiesto quali fossero le cose più importanti per i giocatori e abbiamo indirizzato i tifosi sul pagamento della trasferta di Teramo. Ancora una volta i tifosi hanno dato dimostrazione di attaccamento più che alla società alla Rimini Calcio”.

C’è qualche novità in tema di trattative per la cessione della società?
“Diciamo che grosse novità non ce ne sono rispetto all’incontro tenuto in Municipio qualche settimana fa. Luukap attualmente è l’unica società che può acquistare il Rimini perché il Rimini in seguito a questo sequestro del Tribunale non può essere ceduto liberamente. Ho ribadito la mia disponibilità a cedere solo a condizione che mi si garantisse il pagamento dei debiti del Rimini. Addirittura, oltre a non chiedere soldi ho dato la mia disponibilità a lasciare la fideiussione bancaria a disposizione della società, però con la garanzia che chiunque subentri paghi i debiti e raggiunga l’obiettivo di non far fallire la società. Se invece la proposta è quella che mi è stata fatta il 16 febbraio di far fallire il Rimini io farò tutto quello che è in mio potere per cercare di salvare la società fino all’ultimo momento e se la barca dovesse affondare io affonderò con la barca”.

Ha parlato dell’incontro con l’amministrazione comunale e Luukap. Ha sentito di recente sindaco e assessore allo Sport?
“I contatti con l’amministrazione sono inesistenti. Il sindaco non l’ho proprio incontrato, l’assessore allo Sport l’ho incontrato solamente in occasione di quest’incontro la Luukap. Non ho più sentito nessuno. Rispetto a questa cosa il problema Rimini lo devo risolvere io. I contatti con le istituzioni sono zero, così come il supporto della città. Da quando abbiamo avuto tutta una serie di notizie negative, la città di Rimini ci ha aiutato con la collaborazione con la Confcommercio che ci ha portato nelle casse 100 euro: due abbonamenti da 50 euro. Le uniche persone che hanno aiutato il Rimini sono stati i tifosi.
Non so come mai in una situazione così difficile, generata poi da problemi esterni perché io nel Rimini i soldi li ho sempre messi, ho cercato di dare tutto quello che potevo dare e anche molto di più, non ho avuto l’aiuto da nessuno. Quindi devo pensare che io non sono la figura giusta, evidentemente, per la città e per gli imprenditori di Rimini. Se c’è qualcuno che pensa che mettere da parte De Meis sia la soluzione giusta per il Rimini io sono pronto a farlo in qualunque momento, con un’unica garanzia: che si faccia qualcosa di concreto per il Rimini. Perché se mi si chiede di farmi da parte perché forse domani si farà qualcosa, io nel frattempo cerco di fare, come sto facendo, il possibile. Rispetto a prima, quando riuscivo più o meno ad arrivare da tutte le parti, in questo momento purtroppo non ci riesco e quindi sto cercando di andare avanti giorno per giorno, cercando di incontrare tanti imprenditori che possano essere interessati a subentrare parzialmente o totalmente nel Rimini, una volta risolta la questione delle quote con Luukap, e raggiunta la salvezza sul campo. La squadra sta facendo un girone di ritorno fantastico. Sta facendo grandi partite e ottenendo grandi risultati. Speriamo che unendo queste due cose si possa garantire un futuro al Rimini”.

Si salverà il Rimini sul campo e fuori dal campo?
“Sul campo mi auguro proprio di sì. Mi sembra che la squadra anche nelle difficoltà è riuscita a fare gruppo, a rimanere uniti. Penso che sia i giocatori che lo staff tecnico stiano facendo un lavoro straordinario. Poi, il pallone e rotondo… Ma noi speriamo decisamente di salvarci sul campo. Si salverà fuori dal campo? Non lo so. La cosa che posso dire è che io farò tutto quello che potrò fare per salvare il Rimini e consegnarlo a qualcuno che voglia il bene del Rimini e voglia portare avanti il progetto”.

È stato annunciato la settimana scorsa l’accordo tra il responsabile del Settore Giovanile del Rimini, Valter Sapucci, ed il Garden per la Scuola Calcio del Rimini.
“I proprietari del Garden hanno fatto questo gesto molto importante: intanto hanno rinunciato a tutti i compensi che si sarebbero dovuti pagare per l’utilizzo dei campi e hanno dato la possibilità di proseguire la Scuola Calcio e il Settore Giovanile il prossimo anno gestendolo direttamente loro. Con Settore Giovanile e Scuola Calcio come società siamo clamorosamente in difetto perché cercando di dar precedenza a quelle che sono le scadenze federali che poi comportano punti di penalizzazione la Scuola Calcio, il Settore Giovanile e i ragazzi che sono accanto a me sono i più penalizzati e io non so come ringraziarli se non con la speranza di riuscire a risolvere i problemi e dargli quanto dovuto il prima possibile. Ma sicuramente il gesto del Garden, che incontrerò domani o dopodomani per mettere in piedi quest’operazione di aiuto al Settore Giovanile, è l’unico gesto concreto di un imprenditore che ha messo a disposizione le sue strutture e il suo denaro”.

Il Garden ha parlato anche di una Public Company per la gestione della società biancorossa.
“Per quello che è la mia idea, è molto difficile oggi che ci siano società che abbiano un proprietario che abbia risorse economiche per gestire la società in autonomia. Credo che il futuro passi quasi sempre solo attraverso questo tipo di impostazione. Quindi per Rimini mi immagino dieci soci al 10% che, mettendo a disposizione del Rimini le risorse, possano fare bene. Dal cambio di allenatore saremmo sesti in classifica, aggiustando la squadra. E devo dire che abbiamo gestito gli ingaggi in maniera abbastanza ponderata. Questo vuol dire che facendo le cose fatte bene si può fare buon calcio e anche sognare traguardi importanti. È chiaro che questo non può non passare attraverso una condivisione con l’amministrazione e con gli imprenditori.
Io tutto quello che sto facendo non lo sto facendo per interessi personali perché io dal Rimini e da Rimini non ho mai preso nulla: non ho preso terreni, centri sportivi, case, nulla. Io mi auguro che tutti gli sforzi che ho fatto, ho visto la parte più brutta e sarò andato a vedere gli allenamenti due-tre volte, possano permettere di consegnare il Rimini a qualcuno che gli voglia bene o portino a una proposta come quella del Garden, che poi possa permettere al Rimini di fare progetti sportivi più ambiziosi”.