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Economia Provincia

Ricerca Unicredit. Piccole imprese fiduciose sul futuro

In foto: Il Gruppo Unicredit ha presentato oggi a Rimini una ricerca sulle piccole imprese realizzata tramite interviste ad aziende, consorzi fidi e associazioni. Nonostante la crisi, gli imprenditori riminesi mostrano ottimismo per il futuro.
Il Gruppo Unicredit ha presentato oggi a Rimini una ricerca sulle piccole imprese realizzata tramite interviste ad aziende, consorzi fidi e associazioni. Nonostante la crisi, gli imprenditori riminesi mostrano ottimismo per il futuro.
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lun 8 mar 2010 13:45 ~ ultimo agg. 00:00
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Che la crisi che ha messo in ginocchio l’economia stia finalmente allentando la morsa? Difficile a dirsi anche se qualche indizio emerge dalla ricerca sulle piccole imprese riminesi presentata da Unicredit. Fatto 100 il punto in cui il pessimismo si trasforma in ottimismo, l’indice di fiducia si è attestato a 94, media tra le problematiche dei 12 mesi passati e le prospettive future.
“La provincia di Rimini ha sempre fatto dell’innovazione e della qualità del servizio il suo punto di forza – ha detto Stefano Rossetti, direttore commerciale Emilia Est Unicredit – e questi restano i punti basilari anche per il futuro. Buona anche la fiducia sull’occupazione, sul credito bancario e sulla capacità patrimoniale di restare sul mercato”

Tra le difficoltà, i ritardi nei pagamenti, il calo vendite in Italia e le richieste di rientro dalle linee di fido. Scarsa, ma questo non è un dato nuovo, la fiducia sull’economia del paese.

Nei primi mesi dell’anno si segnala, grazie al calo dei tassi (ai minimi storici), sono tornati a crescere i mutui. “I clienti – ha spiegato il direttore di territorio di Riccione – hanno però paura di un futuro aumento e cercano di tutelarsi. E’ ovvio infatti che i tassi non potranno che crescere”.
Rimini resta però una realtà particolare. “Noi abbiamo lanciato da un anno un piano di sospensione delle rate dei mutui – ha detto ancora Rossetti – ma solo una ventina sono state le adesioni. A Rimini la presenza di doppi lavori o di più di una attività in famiglia ha fatto si che certi ammortizzatori sociali, in un certo senso, fossero già all’interno delle famiglie stesse. Anche per quanto riguarda gli anticipi della cassa integrazione è possibile fare una valutazione: rispetto alle 5.000 richieste dello scorso anno in provincia, a noi non sono arrivate particolari domande per anticipare i 6-7 mesi di attesa che intercorrono prima della liquidazione da parte dell’Inps. In altre realtà le richieste sono state più pressanti.”

Capitolo edilizia: il mercato sulla costa è fermo perchè i prezzi restano alti al contrario dell’entroterra dove si registra un calo che ha rianimato il settore.
Per favorire il turismo infine Unicredit, con Apt, ha promosso pacchetti vacanze per i 18mila dipendenti di una controllata tedesca.

Newsrimini.it

La nota stampa

Il vento forte della crisi non ha risparmiato l’area riminese. Le imprese del territorio hanno accusato il colpo, subendo l’impasse sia sul fronte produttivo che su quello finanziario. Tuttavia gli imprenditori dell’area guardano con fiducia al rilancio della propria attività, puntando su qualità e innovazione e auspicando sinergie sempre più forti con le istituzioni, le associazioni e gli istituti di credito di riferimento per il territorio.
Questi gli aspetti più significativi emersi – per l’area di Rimini e provincia – dal VI Rapporto UniCredit sulle Piccole Imprese. Un’analisi basata sulle interviste dirette ad un campione composto da piccoli imprenditori locali; un’istantanea delle risorse e delle sfide per il successo delle aziende del territorio.
Il Rapporto è stato presentato oggi da Stefano Rossetti, Direttore Commerciale Emilia Est-Romagna UniCredit Banca; Giuseppe La Boria, Direttore di Territorio Rimini UniCredit Banca; e Roberto Pacioni, Direttore di Territorio Riccione, UniCredit Banca. L’analisi condotta si sviluppa lungo tre filoni: la valorizzazione del territorio, l’internazionalizzazione e l’innovazione. Tre aspetti legati fra loro, dai quali dipendono il futuro e la prosperità del sistema produttivo riminese.

I RISULTATI PRINCIPALI

– L’indice di fiducia
Il vento della crisi ha soffiato forte sulle imprese del territorio ma la storia, l’esperienza maturata e la forza del sistema produttivo locale hanno indotto gli imprenditori dell’area a pensare con ottimismo al rilancio della propria attività. Lo dice la rilevazione condotta in merito all’indice di fiducia.

Nonostante i timori per l’andamento dell’economia reale e considerando che quanto accaduto ha fortemente colpito il sistema produttivo, il peggio sembra ormai alle spalle. Così, gli imprenditori dimostrano di guardare al futuro con un atteggiamento decisamente più positivo. Infatti, se l’indice associato all’ottimismo degli imprenditori nei confronti dei prossimi 12 mesi raggiunge quota 110, quello riferito ai 12 mesi passati si attesta a 79, evidenziando un delta di ben 31 punti.

In particolare, ciò che spinge in alto la fiducia dei riminesi è l’atteggiamento che hanno in merito ad alcuni temi, quali occupazione (livello dell’indice di fiducia 108) e disponibilità di credito (103); investimenti (101) e ricavi (97). Meno rosea la visione complessiva dell’economia del Paese (72).

– Gli impatti della crisi e le conseguenze riguardo l’accesso al credito
La causa principale della minore crescita degli impieghi sarebbe da ricondurre al congelamento dei piani di investimento. Ad avvalorare questa tesi è la rilevazione che il peggioramento delle condizioni di mercato è stato accompagnato da situazioni di notevole tensione nella gestione finanziaria dell’azienda a causa dell’allungamento dei tempi di pagamento da parte dei clienti, del calo delle vendite in Italia e all’estero, dell’aumento dei costi delle materie prime. In questo l’opinione degli imprenditori riminesi si discosta di poco dai valori registrati per la regione nel suo complesso.

Tra le cause delle difficoltà sopravvenute nell’ultimo anno il campione riminese e quello regionale identificano con una percentuale più alta (rispettivamente 72,8% e 76,3%) la responsabilità dell’allungamento dei tempi di pagamento da parte dei clienti e la riduzione delle vendite in Italia (70,4% e 72,3%). La forbice tra locale e regionale si inverte e aumenta sensibilmente sulla richiesta di rientro dalle linee di fido (49,1% Rimini e 39,4% Emilia Romagna) e sulla riduzione delle vendite all’estero (31,8% per la provincia e 20,7% per l’intera regione). Pesano meno per il campione locale rispetto a quello regionale l’aumento del costo delle materie prime (61,8% è il dato per l’Emilia Romagna e 49,7% quello per Rimini e provincia); e le perdite per investimenti finanziari (49,4% Emilia Romagna, 30% Rimini e provincia).

Nel complesso gli imprenditori dell’area riminese ritengono la solidità della propria azienda adeguata all’attività svolta. Così risponde il 73,6% del campione intervistato. Una media superiore al valore registrato a livello regionale (70,8%).
Tuttavia, a livello locale (45,8%) più che a livello regionale (37,2%), gli imprenditori sostengono che, pur ritenendo il proprio patrimonio aziendale adeguato all’attività svolta, avrebbero nuove opportunità di mercato con un patrimonio maggiore.

Gli imprenditori intervistati sono coscienti che la sottopatrimonializzazione, oltre a costituire un limite alle opportunità di sviluppo delle imprese, comporta dei vincoli al rapporto con la banca, soprattutto in termini di condizioni praticate e di volumi erogati.

Il settore bancario ha saputo sostenere l’economia produttiva, a fronte della debolezza in termini di patrimonializzazione delle aziende. Gli istituti di credito italiani, di fronte alla crisi, hanno saputo dimostrarsi flessibili in termini di valutazione del rischio di credito, quando i modelli di valutazione del merito creditizio ispirati a Basilea II si sono dimostrati prociclici.

“Il nuovo modo di fare banca – afferma Stefano Rossetti, Direttore Commerciale Emilia Est-Romagna UniCredit Banca – ripone maggiore attenzione alla relazione con il cliente, a porsi come riferimento stabile sul territorio, a stringere accordi significativi con partner strategici quali Confidi e Associazioni di Categoria, che vengono così a svolgere un importante ruolo di mediazione con le banche rispetto all’accesso al credito delle piccole imprese”.
Anche i rappresentanti delle Associazioni di Categoria e dei Confidi locali sono stati coinvolti nelle interviste eseguite per redigere il Rapporto Piccole Imprese.
E hanno indicato come preminenti nella loro attività alcune specifiche azioni, come agevolare l’accesso al credito delle imprese che non riescono a dimostrare la bontà dei loro progetti (88,1%) e aiutare le aziende che hanno scarsi mezzi patrimoniali nel rapporto con la banca (78,1%).

– I comportamenti dei piccoli imprenditori in risposta alla recente crisi
“Da parte dei piccoli imprenditori – spiegano dall’Ufficio Studi Divisione Retail di UniCredit – emerge la consapevolezza della necessità di un cambiamento strutturale, anche al di là della congiuntura negativa legata alla crisi, per cui si rende necessario azionare tutte le leve competitive disponibili: la qualità è individuata quale strategia competitiva, tanto nel breve quanto nel medio-lungo periodo. Nell’immediato gli imprenditori hanno risposto contenendo i costi, mentre per il futuro mirano a migliorare la commercializzazione”.

Tra locale e regionale si nota una certa coincidenza nei comportamenti in un’ottica di breve periodo: sia per gli imprenditori dell’Emilia Romagna che per quelli dell’area riminese, infatti, è di estrema importanza l’aumento della qualità di prodotti e servizi offerti (rispettivamente 70,6% e 70,7%). Di rilievo anche il controllo dei costi (64,3% per il campione regionale e 62,4% per quello locale) e l’aumento del contenuto tecnologico del prodotto (51,3% per l’Emilia Romagna, 52,5% per Rimini e provincia).
Una forbice tra locale e regionale si avverte in un’ottica di lungo periodo. Il campione riminese (80,9%) più di quello regionale (77%) punta non solo sulla qualità di servizi e prodotti offerti ma anche sull’innovazione della forma distributiva (68,3% Rimini, 56,2% Emilia Romagna) e sull’attuazione di nuove politiche di marketing e comunicazione (53,2% regione, 66,6% provincia).

– Affrontare e vincere la crisi
Il cosiddetto “capitalismo di territorio” è una (o forse addirittura “la”) risorsa primaria dell’economia italiana e, nello specifico, riminese.

Per un rilancio fattivo, alle aziende occorre un miglioramento qualitativo nelle produzioni che necessita di investimenti di notevole entità in capitale fisico e umano.

Occorre inoltre consolidare un rapporto con il sistema finanziario sempre più leale e trasparente, che veda protagoniste non solo le banche e le piccole imprese, ma anche i Confidi e le Associazioni di Categoria quali partner strategici per lo sviluppo del territorio.

Per un dialogo costruttivo e proficuo tra banca e impresa è infatti fondamentale che l’azienda si presenti “meglio” e con maggiore consapevolezza alla banca. La banca dal canto suo deve “comprendere a tutto tondo” il business dell’impresa, per fornire liquidità e offrire soluzioni adeguate alle esigenze produttive.