Indietro
martedì 21 maggio 2024
menu
Troise vuole concentrazione

Rimini-Olbia 5-0, Gaburro sperava in un ritorno al "Neri" diverso

di Roberto Bonfantini   
Tempo di lettura lettura: 7 minuti
mer 3 apr 2024 22:35 ~ ultimo agg. 4 apr 18:22
Facebook Whatsapp Telegram Twitter
Print Friendly, PDF & Email
Tempo di lettura 7 min
Facebook Twitter
Print Friendly, PDF & Email

Le dichiarazioni al termine di Rimini-Olbia 5-0 (leggi notizia).

Marco Gaburro, allenatore dell’Olbia Calcio 1905 e tecnico del Rimini la passata stagione. Credo non si aspettasse un ritorno al “Neri” così. “Speravo in un ritorno diverso sicuramente. Il risultato è un po’ esagerato per i due gol su palle inattive finali, però la sconfitta non fa una piega. Noi siamo una squadra che è in una situazione molto difficile dal punto di vista della classifica. Abbiamo fatto una scelta in questo momento mi sento di dire azzardata di giocarci delle partite più a campo aperto per cercare di avere più opportunità finché la partita è equilibrata di poter andare a fare qualche gol perché siamo una squadra che fa tanta fatica ad arrivare al tiro. È normale che se vieni a Rimini e accetti il campo aperto accetti poi una situazione che devi riuscire ad incanalare la partita in un altro modo per far sì che possa diventare diversa. Fino al rigore tu eri in partita, però sono successe cose troppo presto per poi pensare di rimanere attaccati alla partita come si poteva sperare a fine primo tempo. Poi il rigore secondo me è abbastanza generoso, però questo cambia i tempi del secondo tempo perché un conto è essere 0-1 in gran parte del secondo tempo, e quindi poterla sempre riprendere, e un conto è andare sotto 0-2. Onestamente abbiamo un po’ mollato, non sul piano della voglia, perché è difficile capire da fuori ma non è una squadra che molla questa, ma c’è una differenza tecnica grande, enorme, e quando tu ti disunisci e concedi un po’ di campo non c’è più partita”.

Un’Olbia poco pericolosa. “Noi speriamo sempre di fare qualche pericolo in più. I numeri dicono che abbiamo segnato poco, non è un problema di oggi. Abbiamo avuto una palla con Ragatzu nel primo tempo, una palla con Catania nel primo tempo, sono già diverse situazioni rispetto a quello che abbiamo visto in tante partite, in cui abbiamo finito spesso senza neanche calciare in porta. Purtroppo poi è una coperta: quando tu ti sbilanci tanto in avanti escono poi situazioni che giocatori con le caratteristiche del Rimini chiaramente sanno sfruttare. Ma non è stata una novità, lo sapevamo. Non mi ha stupito questa capacità del Rimini di giocare negli spazi assolutamente”.

Salvezza compromessa? “Oggi è una partita jolly, che se fossimo riusciti a rientrare nella forbice sarebbe stato meglio, ma non è compromessa. Siamo a dieci punti e mancano quattro partite, l’obiettivo è riuscire ad arrivare a otto punti anziché dieci dalla quintultima, non c’è niente di compromesso. L’obiettivo è quello, non è che abbiamo obiettivi diversi: l’obiettivo è riuscire ad arrivare penultimi ed essere a otto punti dalla quintultima. Ci sono tante partite, possono succedere tante cose. È chiaro che Rimini in trasferta e Perugia in trasferta non era un calendario semplice. Ci pesa in questo momento soprattutto la sconfitta di domenica scorsa col Sestri, che in casa nostra è stata onestamente anche uno schiaffo brutto, anche per come abbiamo fatto la partita. Per quello forse meritavamo. Oggi cerchiamo di cancellarla in fretta perché non è una partita che ci fa bene tenerci troppo a mente”.

Facendo un raffronto con il Rimini allenato l’anno scorso le sarebbe piaciuto allenare quello di quest’anno? “Io non riesco a fare questo tipo di confronti. Onestamente ero contento di allenare la squadra che avevo l’anno scorso, quest’anno è una squadra completamente nuova in un campionato molto diverso da quello dell’anno scorso, con un livello più alto dell’anno scorso obiettivamente. Il Rimini è una squadra forte. Questo è un campionato nel quale rispetto all’anno scorso, in cui si riuscivano a tirare fuori sei-sette squadre che lottavano per non retrocedere, quest’anno le squadre che lottano per non retrocedere sono tre, perché se pensiamo che l’Ancona e la Spal stanno cercando di evitare i play out, vuol dire che tutte le altre squadre partono da una base superiore rispetto a quella che di solito è la qualità media di chi si gioca la salvezza. E questo purtroppo è un problema per l’Olbia, per la Fermana, per la Recanatese, perché comunque sono squadre che l’anno scorso in quel girone potevano giocarsi molto più le chances rispetto ad adesso. Questo non vuol dire che agganciando i play out e giocandoseli poi in gara secca non si possa comunque salvarsi. Comunque è un percorso molto difficile rispetto a quello che può accadere in un campionato più equilibrato, ma è normale, si sa”.

Campo da gioco determinante secondo Gaburro. “Il campo della Fermana è un campo diverso. Se avessimo giocato oggi contro il Rimini sul nostro campo sarebbe stata un’altra partita. Questo è un campo grande, sintetico, veloce, che permette di fare giocate che su quel tipo di campi lì, tipo Fermo o tipo il nostro, ovviamente non si possono fare. Ma, ripeto, lo sapevamo, non è che ci siamo stupiti. La volontà era di fare una partita da all-in, è andata bene per il Rimini”.

Emanuele Troise, allenatore del Rimini F.C.: “I ragazzi hanno reagito sulla base di quello che ci siamo detti, di assumerci le responsabilità a fronte di quella che è stata una partita di Fermo non all’altezza. Quindi l’hanno meritata in pieno. Adesso però ci aspettano altre quattro partite importanti e se ci ha insegnato qualcosa questo percorso fatto insieme è che non si può abbassare la guardia perché dobbiamo recuperare energie, dobbiamo recuperare giocatori. È un periodo dell’anno nel quale si sta spendendo tanto, anche oggi qualche problema di troppo lo abbiamo avuto a fronte della partita di domenica che sappiamo quanto sia importante sia per la classifica che per la nostra città e il nostro pubblico”.

Vediamo troppo spesso una squadra diversa da quella vista solo qualche giorno prima, manca forse una via di mezzo. Ma qual è il vero Rimini? “È una percentuale che può incidere l’aspetto tattico piuttosto che un avversario che si chiude, che gioca sulla seconda com’è stato a Fermo su un campo di quel genere piuttosto che oggi contro avversari che ti lasciano qualche spazio in più. Però secondo me la costante è stata non sentirsi troppo bravi: questa squadra deve rimanere concentrata e deve rimanere attenta perché nel momento in cui si sente troppo brava cade. I ragazzi sanno di cosa parlo, quindi è arrivato il momento di tenere alta la tensione, rimanere concentrati perché troppe volte, sia a livello individuale che a livello collettivo, il campionato dice che prestazione importante e poi rendimento al di sotto rispetto a quello di prima. Dobbiamo goderci questa vittoria fino a domani mattina e poi preparare con la stessa attenzione e concentrazione avuta in questi giorni la partita con la Vis Pesaro”.

Sulla posizione di Malagrida, che ha giocato da mezzala. “Lorenzo ha disputato tante partite da interno. È un giocatore molto duttile, probabilmente potrebbe essere la sua collocazione definitiva in futuro: è un giocatore che riesce a fare le due fasi, a livello tattico è molto attento, nonostante abbia una giovane età, e considerando anche l’Olbia che da quella parte con Motolese, Montebugnoli, spesso con l’esterno d’attacco del Rimini, era adatto a dare una mano sotto l’aspetto puramente difensivo contro questo 3-4-3 e allo stesso tempo è in grado insieme a Lamesta da quella parte di alternare sia le ampiezze che le incursioni interne. Secondo me ha fatto una buona gara. Dispiace perché a fine primo tempo ha avuto un risentimento, speriamo che non sia nulla di grave”.

Le brucia la vittoria in Coppa Italia di C del Catania? “Assolutamente no, si guarda avanti. Guardiamo il presente con ottimismo. Abbiamo delle opportunità, ci sono quattro gare e dei punti in palio, la Coppa è andata, fa parte del passato. Concentriamoci sul presente”.

Rimini-Olbia 5-0, il dopogara

Davide Lamesta, attaccante del Rimini F.C., autore di una doppietta che lo ha portato in doppia cifra a livello stagionale. “Questo è un ottimo obiettivo, sono molto felice di questo, emozionato, è il primo anno che lo raggiungo, quindi sono molto soddisfatto ma è più importante la prestazione di squadra”.

Ci si attendeva una reazione dopo la brutta sconfitta di Fermo. E la risposta è stata importante. “Ci voleva, ci siamo tirati su le maniche, abbiamo dato una buona prova di forza e abbiamo portato la partita a casa”.

Ha realizzato due gol belli, se potesse scegliere quale le piacerebbe rifare? “Il primo perché rispecchia più le mie caratteristiche. Il secondo è stato più alla Morra”.

Adesso il Rimini ha praticamente centrato l’obiettivo salvezza e ha le ultime quattro tappe davanti per levarsi un’altra soddisfazione. “Ci sono quattro partite e dovranno essere quattro finali per arrivare all’obiettivo play off visto che l’obiettivo salvezza è stato raggiunto. Per chiudere al meglio questa stagione dobbiamo cercare di fare più punti possibili”.

Sa fare anche gol brutti? “L’importante è che la palla entri e che la squadra vinca”.

Matteo Gorelli, difensore del Rimini F.C., autore di una doppietta: “Fa sempre comodo. Il secondo forse più bello, un terzo tempo, sono contento. Se posso voglio dedicarli uno ai miei compagni e al mio figliolo e uno, visto che vincendo abbiamo raggiunto il primo step e ora abbiamo la possibilità di ambire a qualcosa di più, per ringraziare coloro che si vedono di meno: Erio, Vincenzo, Andrea, il massaggiatore Cristian, i dottori che fanno un lavoro da invisibili ma grazie a loro, che ci rimettono sempre in piedi per ogni partita, anche loro portano punti e mettono mattoncini in più per arrivare all’obiettivo che vogliamo raggiungere”.

La corsa verso la panchina dopo il primo gol era verso qualcuno di loro? “Era verso tutti i ragazzi”.

Gorelli ripensa al gol realizzato nel recupero della semifinale di ritorno della Coppa Italia di Serie C a Catania, annullato per una “spintina” al difensore avversario. “Un po’ mi è rimasto qua quello di Catania al 90°, lì me l’hanno strozzato in gola, è meno importante ma per me è importante lo stesso. Verso i compagni è dovuto perché ci vogliamo bene: lo spogliatoio è solido, il gruppo è bello, e quindi siamo contenti ogni volta di venire qua, ci vediamo tutti i giorni. È anche il loro perché mi hanno sempre dato fiducia e io l’ho data a loro”.

Si aspettava qualcosa di più dall’Olbia? “Io ho fatto campionati anche come loro, e non è facile. Quando arrivi a fine campionato che hai perso, hai perso, hai perso, come succede un fatto negativo dove prendi un gol, c’è un rigore, vai sotto, è difficile poi fare partita. O inizi bene, perché la Fermana comunque ha fatto la sua partita, su quel campo, dove il pallone non va come qua, è riuscita a fare la partita, l’Olbia qua si è sgretolata. Quello che ho percepito in campo”.

Il suo bilancio personale è positivo e ce l’ha con Gaburro, visto che anche l’anno scorso gli ha fatto gol (con il San Donato Tavarnelle contro il Rimini)? “Ci ho pensato anche a fine partita, gli ho fatto gol anche l’anno scorso. No, non ce l’ho con il mister, assolutamente. I bilanci si fanno alla fine, c’è ancora un obiettivo, cerchiamo di raggiungere quello e dopo ci si mette a sedere con chi di dovere e si fanno i bilanci di tutto”.

Si è comunque riscattato dopo un inizio di stagione complicato. “L’inizio è stato difficile per tutti, poi c’è chi ha pagato di più. Io siccome sono uno dei più vecchi mi sono messo anche davanti ai ragazzi perché se c’è da prendersi una responsabilità la prendo io, non la do a un ragazzino. Sul fatto di farsi trovare pronto, ed è per questo che mi vogliono bene i compagni, è perché in allenamento non stacco mai. L’impegno e il lavoro pagano sempre. Questo è quello che posso lasciare ai giovani, che si devono ricordare di quello che magari è un po’ più in là con l’età, ma non molla mai. È questo che si devono ricordare, perché poi il lavoro paga”.