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la sentenza

Cessione di cocaina, arriva la maxi condanna per un noto spacciatore

In foto: L'ingresso dell'aula Falcone Borsellino
L'ingresso dell'aula Falcone Borsellino
di Lamberto Abbati   
Tempo di lettura lettura: 2 minuti
mar 9 apr 2024 18:42 ~ ultimo agg. 10 apr 12:36
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Maxi condanna per un noto spacciatore della Riviera, finito al centro di varie inchieste giudiziarie legate al traffico di stupefacenti. Questa mattina (mercoledì) il tribunale collegiale di Rimini, presieduto dal giudice Alessandro Capodimonte, ha condannato a 13 anni e 4 mesi di reclusione, oltre a 60mila euro di multa e al pagamento delle spese processuali, Vincenzo Franco, 77 anni, originario di Benevento ma trapiantato dagli anni Settanta a Rimini, difeso dall’avvocatessa Ninfa Renzini. Il campano, che invece è stato assolto per alcuni degli episodi contestati dalla Procura di Rimini perché il fatto non sussiste, era stato rinviato a giudizio insieme ad altri due riminesi, rispettivamente di 47 e 58 anni, ritenuti dall’accusa complici del noto spacciatore. Difesi dagli avvocati Giuliano Renzi e Marco Tarek Tailamun, sono stati entrambi assolti perché il fatto non sussiste e per non aver commesso il fatto.

L’inchiesta antidroga aveva permesso agli inquirenti di documentare una serie di cessioni di cocaina (dai modesti quantitativi) che, stando alla ricostruzione dell’accusa, sarebbero avvenute nel periodo compreso tra il 2014 e il 2015. Franco, che ha alle spalle altre condanne, è una vecchia conoscenza delle forze dell’ordine. Nel nel 2002 fu coinvolto in una maxi inchiesta della Direzione antimafia di Reggio Calabria, che lo accusava di essere l’anello di congiunzione tra i grossisti delle cosche calabresi e la Riviera. Nel 2011, invece, era stato coinvolto nell’operazione “Dominus II”, condotta dalla Guardia di finanza, per la quale era scattato nei suoi confronti un sequestro di beni per un milione di euro. Prima ancora, era il 2010, il 77enne era finito al centro – stando agli inquirenti – di un giro di spaccio che avrebbe rifornito persino diversi medici ed infermieri dell’ospedale Infermi di Rimini e dell’ospedale di Stato di San Marino. Uno dei medici che faceva uso di stupefacenti e che all’epoca fu chiamato a testimoniare nel processo contro Franco, si rifiutò di rispondere su chi lo avesse rifornito di droga.