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Prima il programma poi i nomi

Invito ai candidati, i Verdi si sfilano: cambiare rotta

In foto: Europa Verde
Europa Verde
di Redazione   
Tempo di lettura lettura: 3 minuti
gio 15 apr 2021 14:35
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Europa Verde resta al tavolo della coalizione di centro sinistra ma si chiama fuori dall’invito all’incontro rivolto dalle altre forze ai due candidati del Pd, Emma Petitti e Jamil Sadegholvaad (vedi notizia). “A quel tavolo, purtroppo – scrive il il co-portavoce provinciale Cesarino Romani -, dopo mesi di riunioni si torna a parlare troppo spesso solo di alleanze, strategie, personalità più o meno emergenti o sedimentate e si fa molta fatica a parlare di contenuti, di programmi e idee per la città del futuro prossimo, dando quasi per scontato che tutto vada bene così com’è.” Europa Verde chiede di partire dalla stesura di un un documento valoriale di coalizione che dovrà fare da cornice al programma “e solo successivamente ci si potrà dedicare alle candidature, non alle autocandidature, per essere chiari, che nel frattempo si saranno delineate. Il candidato o la candidata sarà il/la garante dei nostri valori, dei nostri programmi e dei nostri progetti“.

La nota di Verdi – Europa Verde

“Come VERDI – Europa Verde, vogliamo spiegare, con questa nota stampa, il motivo per il quale non abbiamo firmato l’invito rivolto agli aspiranti candidati sindaco del PD a partecipare al tavolo di coalizione di centro sinistra.

Siamo l’unica forza politica che si dissociata da questo incontro.

Quando abbiamo deciso di dar vita a quel tavolo assieme ad altri partiti politici ed anche delle liste civiche lo abbiamo fatto con la ferma intenzione di dare vita ad una coalizione vera e nuova, una coalizione che partisse dalla partecipazione e dalla condivisione di idee e progetti per la città.

Ci siamo seduti a quel tavolo anche con tante forze che appartengono alla attuale maggioranza di Governo della Città di Rimini perché riconoscevamo a questa amministrazione di aver fatto tante buone cose, ma ritenevamo che ci fossero anche tante cose da migliorare e correggere, ad esempio la collocazione della piscina a Viserba, il regolamento delle antenne, l’attenzione al Verde, le politiche sulla transizione energetica, la parità di genere e in generale cause e conseguenze della crisi pandemica che stiamo attraversando con la necessità vitale della transizione ecologica e soprattutto che fosse necessario un forte cambiamento sulla modalità di partecipazione e condivisione delle decisioni, aderendo ad un modello di democrazia partecipata che, in queste modalità, sembra essere solo una bandiera di facciata.

A quel tavolo, purtroppo, dopo mesi di riunioni si torna a parlare troppo spesso solo di alleanze, strategie, personalità più o meno emergenti o sedimentate e si fa molta fatica a parlare di contenuti, di programmi e idee per la città del futuro prossimo, dando quasi per scontato che tutto vada bene così com’è.

Noi VERDI pensiamo invece che in questo modo si ignorino completamente i problemi delle persone, delle cittadine e dei cittadini che sono da affrontare nella contingenza di un presente e di un futuro prossimo e anteriore completamente incerto, noi VERDI vogliamo trovare delle soluzioni, ci dissociamo da qualunque attività politica tesa soltanto all’avanzata di interessi particolari.

Questo modo di fare politica non ci appartiene.

Secondo Noi il primo passo da fare è la stesura di un un documento valoriale di coalizione quale cornice da riempire immediatamente col programma, e solo successivamente ci si potrà dedicare alle candidature, non alle autocandidature, per essere chiari, che nel frattempo si saranno delineate. Il candidato o la candidata sarà il/la garante dei nostri valori, dei nostri programmi e dei nostri progetti.

Questo dei VERDI non è un abbandono del tavolo, è un invito al cambiamento, un’indicazione di rotta nel metodo, una richiesta esplicita di inversione di paradigma: non più la politica che ci dice cosa è meglio fare, chi è meglio scegliere, questo modo ci sta portando all’impopolarità.

La nuova politica deve partire dal basso, la politica intesa come sostantivo femminile che mette le relazioni al centro, che si prende cura della Terra tutta, comprese le persone che la abitano, partendo dal locale e arrivando al globale, a cominciare dalle istanze personali che vanno raccolte e ascoltate. Con la speranza che attraverso le nostre pratiche i nostri territori possano guarire.”