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Indagine Forestali e Polaria

Invece del pedigree, le malattie. Truffa nel commercio online di cani: un arresto

In foto: i cani soccorsi
i cani soccorsi
di Lamberto Abbati   
Tempo di lettura lettura: 2 minuti
lun 25 gen 2021 12:28 ~ ultimo agg. 26 gen 10:59
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Nonostante l’arresto nel febbraio del 2019, non ha mai perso il vizio di commerciare illegalmente cani, soprattutto cuccioli di razza. A distanza di quasi due anni dall’inchiesta Luxury Dog (vedi notizia), condotta dalla polizia di Frontiera di Rimini, un 35enne riminese, è finito nuovamente in carcere, questa volta con l’accusa di truffa aggravata. Il gip del tribunale di Rimini, Vinicio Cantarini, ha emesso nei confronti dell’indagato una misura cautelare in carcere. Gli viene contestata la vendita di cuccioli di cane privi di pedigree sui siti di e-commerce.

L’indagine, coordinata dal sostituto procuratore riminese Paola Bonetti, ha visto gli agenti della Polaria raccogliere una decina di denunce da parte di acquirenti truffati. Secondo quanto ricostruito dai poliziotti, il 35enne metteva in vendita sul web cagnolini di razza, per lo più maltesi, barboncini toy e bulldog francesi, assicurando il pedigree, la regolarità delle vaccinazioni e l’ottimo stato di salute. I prezzi variavano dai mille e ai 2.500 euro, e per concludere l’acquisto era necessario inviare una caparra (solitamente la metà del prezzo pattuito, a volte anche meno) tramite bonifico bancario. E qui avveniva la truffa perché in alcuni casi i cuccioli non venivano proprio consegnati, in altri invece la consegna si verificava ma senza pedigree e, spesso, con gli animali affetti da malattie parassitarie gravi che costringevano i clienti a esborsi economici rilevanti per le cure veterinarie.

Dalle analisi sui conti correnti del 35enne sono emersi movimenti bancari in entrata, riconducibili secondo l’accusa all’attività illecita, per una cifra vicina ai 200mila euro. Sequestrati anche tre cellulari con schede intestate ad altre persone e due tablet, che ora verranno sottoposti ad accertamenti tecnici da parte della Procura. Il gip, inoltre, ha disposto il sequestro preventivo, mediante oscuramento, della pagina web utilizzata per la pubblicazione degli annunci di vendita, nella quale sono incappati svariati acquirenti residenti anche fuori regione.

Il secondo filone della stessa inchiesta, invece, ha visto protagonisti i carabinieri Forestali di Rimini e Morciano, che dopo aver ricevuto diverse segnalazioni da parte di residenti infastiditi dai continui lamenti di cani rinchiusi all’interno di piccoli box, sono risaliti ancora una volta al 35enne. In un terreno nel comune di Rimini, l’indagato deteneva 17 pitbull nonostante una precedente ordinanza del giudice gli proibisse la detenzione e l’allevamento di animali. Da qui il sequestro dei cani, che versavano comunque in condizioni di salute definite buone dai veterinari.