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Il commento

Due pesi, mille misure... e il Rimini va in D per una vittoria in meno

di Roberto Bonfantini   
Tempo di lettura lettura: 2 minuti
lun 8 giu 2020 16:50 ~ ultimo agg. 9 giu 12:17
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La capacità di stravolgere le regole inizialmente previste in Italia è un’arte. E le decisioni del Consiglio Federale della FIGC ne sono solo l’ennesima conferma.

Il Rimini è retrocesso direttamente in serie D nonostante il calendario contemplasse ancora undici partite da disputare e la conquista fino al momento della sospensione degli stessi punti dell’Alma Juventus Fano (21), solo un punto in meno dell’Arzignano (che ha giocato una partita in meno) e appena due in meno dell’Imolese. Una situazione di classifica ancora tutta da decidere visti i 33 punti in palio. A penalizzare il Rimini non sono stati gli scontri diretti, dato che con il Fano c’è stato solo un incrocio nelle Marche (terminato 0-0) e che i biancorossi non hanno potuto invece disporre del match di ritorno in casa per far pendere la bilancia dalla loro parte. Non sono stati i gol realizzati (24) e nemmeno quelli subiti (42) perché il Fano presenta numeri identici. A fare la differenza è stato il numero di vittorie: 5 per il Fano, 4 per il Rimini, che però ha perso due partite in meno (rispettivamente 14 e 16), ma questo non conta. Per quella vittoria in meno i romagnoli sono ultimi e quindi vanno direttamente in D.

Nel girone A retrocede il Gozzano, ma la situazione particolare è quella del girone C: retrocessione diretta per il Rieti, ultimo, ma non per Bisceglie e Rende, che pur avevano accumulato un ritardo per il quale da regolamento non avrebbero avuto diritto a partecipare ai play out. Sia chiaro, non abbiamo nulla contro Bisceglie e Rende, ci mancherebbe!

La cosa che fa riflettere è però la mancanza di equità nelle sentenze, se è vero che c’è chi retrocedere per aver vinto una partita in meno (pur essendo uscito dal campo a mani vuote due volte in meno della squadra a pari punti) e chi si salva pur essendo già spacciato (sempre usando il parametro della FIGC, ossia non considerando le partite ancora da giocare).

Non chiamiamoli poi meriti o demeriti sportivi!

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di Redazione   
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