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Grassi sul futuro del Rimini FC: "È matematico che io dall'anno prossimo non ci sarò più"

In foto: Il collegamento in diretta con Giorgio Grassi (archivio)
Il collegamento in diretta con Giorgio Grassi (archivio)
di Roberto Bonfantini   
Tempo di lettura lettura: 4 minuti
mar 17 dic 2019 01:36 ~ ultimo agg. 18 dic 11:31
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Ha parlato del difficile momento della Rimini Calcio, di come la società biancorossa si muoverà sul mercato di gennaio, dello sciopero ventilato per il prossimo fine settimana dalla LegaPro e del suo futuro nel Rimini FC. Il presidente del Rimini, Giorgio Grassi, a 360° nel collegamento in diretta telefonica con “Calcio.Basket” dalla Cena di Natale del Rimini al Coconuts (inviata Chiara Ronca).

Iniziamo dall’annuncio dei vertici della LegaPro: nel prossimo week end niente partite.
“Finalmente la Lega si sta muovendo – attacca Grassi: i presidenti sono tutti arrabbiati e stanno dando una fortissima adesione allo sciopero che ci dovrebbe essere domenica. Mercoledì ci sarà un incontro con il Governo e se non ci saranno delle rassicurazioni molto forti noi per primi non scenderemo in campo, ma questo lo ha già detto anche l’Imolese e lo stanno dicendo tutti. È il momento di dare una spallata perché la C è insostenibile”.

Lei ha scritto anche una lettera aperta al presidente della LegaPro, nella quale si legge: “se non cambieranno radicalmente le condizioni il Rimini F. C. non verrà iscritto al prossimo campionato”. Una linea condivisa con molte società di Serie C.
“Lo spunto me l’ha dato l’intervista che ha rilasciato Spagnoli al Corriere, pubblicata stamattina: c’è esasperazione, ci sono solo costi, ci sono solo adempimenti, paghiamo ad esempio l’IRAP, siamo società strutturalmente in perdita, abbiamo costi quando apriamo lo stadio che qualche volta non sono neanche coperti dagli incassi. Siamo vessati dallo Stato”.

Cosa chiedete in concreto al Governo?
“Le cifre sono aleatorie. Cerchiamo di raddrizzare i nostri bilanci e di non dover mettere sempre le mani in tasca perché, bene o male, per fare campionati dignitosi abbiamo visto che si fa fatica a stare sotto il milione di euro. Noi avremmo bisogno anche di aiuti a pioggia perché non ce la facciamo. È un sistema che non funziona solo perché ci fanno spendere troppi soldi”.

È la sua cena di Natale più difficile, con la Rimini Calcio reduce da sei sconfitte di fila?
“È una cena che non è bella. Avrei voluto dire solo una cosa: se ci fosse Babbo Natale da qualche parte a noi probabilmente porterebbe solo dei gran sacchi di carbone nero perché effettivamente non abbiamo meritato doni sotto l’albero quest’anno, a partire da me, ma anche da parte di chi ha fatto questa squadra e di chi ci sta giocando in questo momento. Penso che meritiamo molto poco, non meritiamo di fare un buon Natale in ogni caso”.

Come interverrà il Rimini FC sul mercato di gennaio?
“Io non credo sia così difficile acquisire quei tre-quattro elementi che possano fare la differenza. Ormai abbiamo capito quali sono i reparti dove dobbiamo intervenire, sicuramente non possiamo permetterci di sbagliare: siamo sulle tracce di giocatori che abbiano personalità e riescano a prendere per mano la squadra nei momenti difficili, caratteristiche che in questo momento non ci sono nella squadra perché, come avete visto, preso il gol facciamo molta fatica a recuperare. La squadra invece di reagire tende a sparire dal campo”.

Venerdì avete convocato la stampa per annunciare un cambiamento.
“Il vento di cambiamento è stato portato da Pastore, che secondo me è un grande professionista, uno che conosce la categoria. Colella è un altro che conosce la categoria: ha una decina di anni di serie C alle spalle. Sicuramente fino al loro arrivo c’era molta anarchia, anche poca disciplina, questo difetto della squadra è ancora lì e non l’abbiamo risolto pienamente. Con la campagna di gennaio interverremo anche su questi limiti, che sono soprattutto caratteriali”.

Il rapporto con i tifosi negli ultimi mesi si è ulteriormente deteriorato. Come si può cercare di risanarlo?
“Il rapporto con i tifosi si ricuce, come anche al nostro interno, quando si tornerà a fare risultato: il risultato è l’unica medicina che può risolvere i problemi del calcio. Appena non si fa risultato arriva la depressione e si vive male. A Rimini c’è una tifoseria importante, non numerosissima, l’ho già detto altre volte, ma particolarmente affezionata, anche incattivita in certi momenti. Noi in questa campagna di riparazione cercheremo di mettere apposto queste cose e tornare a fare risultato, anche perché la classifica è cortissima e nulla è perduto”.

Qual è la cosa della quale si è pentito di più?
“Di non avere avuto un personale con l’esperienza giusta per affrontare un campionato professionistico, questa è la prima cosa in assoluto, e il ribaltone di questa estate purtroppo ha fatto più danni di quanti ne avessero fatti le persone con poca esperienza l’anno precedente, siamo caduti dalla padella alla brace”.

Cosa risponde a chi sostiene che questo sarà il suo ultimo campionato alla guida della Rimini Calcio?
“Per quanto riguarda il mio futuro a Rimini è matematico che io dall’anno prossimo non ci sarò più. Questa è una certezza: la mia esperienza con il calcio a Rimini e forse con il calcio in generale si chiuderà il 30 d’aprile, ma forse anche prima, dipende da diversi fattori. Non ho più gli stimoli e gli interessi perché per come è organizzato oggi il calcio di serie C non è per imprenditori che stiano attenti ai bilanci e abbiano finanze limitate. Va bene per i miliardari o per i delinquenti, per queste due categorie”.

E se da qui a primavera non dovesse arrivare nessuna offerta rispondente a quanto richiesto?
“Arriveremo in fondo e pagheremo tutto quello che c’è da pagare perché il mio obiettivo, annunciato tre anni e mezzo fa, era che avrei pagato tutto e tutti. Questa sarà la vera rivoluzione: uscire dal calcio pagando tutti”.

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