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Il futuro del Rimini FC

Giorgio Grassi a 360°: dal mercato a Petrone, Rota, i messicani e due nuovi gruppi

In foto: Giorgio Grassi
Giorgio Grassi
di Roberto Bonfantini   
Tempo di lettura lettura: 4 minuti
ven 12 lug 2019 12:55 ~ ultimo agg. 13 lug 15:43
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Giorgio Grassi a 360° su mercato, Petrone e trattative per la cessione di quote.

Partiamo dal mercato. È soddisfatto delle operazioni concluse finora?
“Sono molto soddisfatto perché abbiamo preso giovani su cui puntavamo da tempo – attacca Grassi -. Sandro (Cangini, ndr) è un ottimo conoscitore di giocatori. Su alcuni elementi c’era molta concorrenza, però un po’ per la parola spesa e un po’ per il desiderio di venire a Rimini alla fine sono arrivati. Certo, qualcuno c’è sfuggito, ma non abbiamo nulla da recriminare”.

Il riferimento è all’attaccante Fyda, capocannoniere del girone B di Eccellenza con la maglia della Copparese, avvicinato al Rimini e poi finito al Ravenna.
“Voglio spezzare una lancia a favore di Sandro (Cangini, ndr): Fyda era già un giocatore nostro e c’eravamo già presi un po’ di insulti perché lo avevamo scovato in Eccellenza. Ma le dinamiche del mercato sono complesse e lo ha preso qualcun altro. Si vede che doveva andare così, non abbiamo rimpianti”.

Come giudica la rosa attuale, visto che lunedì inizieranno i test fisici?
“Molto più competitiva dell’anno scorso. Sarà una rosa di 23 giocatori. Speriamo che a gennaio occorrano solo due-tre aggiustamenti, niente rivoluzioni come nell’ultima stagione. Noi siamo più che contenti perché ci stiamo muovendo in un mercato complicato, con il discorso dei sei prestiti che è limitativo e la nostra politica, che è quella di diverse altre società, e la necessità di progettare sulle valorizzazioni e il minutaggio”.

La punta di diamante finora è la punta Luca Zamparo, in prestito dal Parma e nell’ultima stagione all’Audace Reggio?
“Per il momento direi di sì. È un giocatore che volevano tutti. Evidentemente in molti vi avevano visto il profilo giusto. Sarà poi il tempo a dire se abbiamo azzeccato il giocatore che ti cambia la stagione o se invece sarà una delusione”.

Il rapporto con i tifosi negli ultimi mesi è stato tutt’altro che idilliaco. C’è stato un chiarimento?
“Ho parlato con i tifosi e si è creato un bellissimo clima. Ci siamo incontrati, hanno capito i mezzi che abbiamo, sanno che più di così non si può fare finché non arriva qualcuno a dare una mano alla società”.

Questa sera (a cena) è previsto un incontro con il tecnico Mario Petrone. Tutto tranquillo o ci potrebbero essere sorprese?
“Io sono assolutamente sereno rispetto a tutti gli impegni che abbiamo preso e sulle parole che abbiamo speso – risponde Grassi -. Nell’incontro di oggi parleremo di cose da limare, perché abbiamo forse anche sensibilità non sempre “collimanti” con i progetti di ciascuno. Diciamo che abbiamo fatto una prova di convivenza, due mesi drammatici che si sono conclusi il 5 maggio. Un periodo in cui abbiamo avuto modo di conoscerci, anche a livello di famiglie. Non mi sono mai posto il problema che lui possa non essere l’allenatore della prossima stagione. Quello che è sicuro è che dopo due mesi di convivenza bisogna decidere di sposarsi. Poi, come ho già detto più volte, c’è un’asimmetria nelle garanzie perché in ambito calcistico il dipendente professionista è molto più garantito dell’azienda”.

Ma in queste settimane vi siete parlati?
“Non abbiamo parlato personalmente quest’estate. Petrone ha parlato con il nostro direttore sportivo. Adesso è il momento che io intervenga per vedere le regole d’ingaggio”.

Lasciamo il terreno di gioco per cercare di capire gli ultimi sviluppi a livello societario. Ieri (venerdì) l’imprenditore Alfredo Rota ha inviato ai media una nota in cui ha annunciato che non ha più interesse ad entrare nel club biancorosso, visto “lo stato di perenne incertezza”.
“Con Rota ci siamo visti tre volte, nella terza occasione abbiamo passato una giornata assieme. In quella giornata non abbiamo parlato di cifre, se n’era parlato solo durante il secondo incontro, lunedì 17 giugno, di ritorno dalle ferie. In quell’occasione era venuta fuori una cifra che non ho ritenuto adeguata. Poi non se n’è più parlato. Ieri l’ho chiamato per cortesia, avvertendolo che ci sono altre due possibilità che desidero approfondire. L’ho sentito un po’ irritato da questa cosa. Io ho massimo rispetto per lui ed è stato un privilegio aver passato del tempo con lui. Ma se non abbiamo potuto concretizzare non è colpa di nessuno. In realtà non è stata una trattativa in cui ci siamo mai trovati a pochi giorni dalla conclusione”.

Chi invece ha parlato di un passaggio di quote quasi fatto è stato Giulio Mongardi nell’incontro con la stampa di una settimana fa.
“Sulla trattativa con Mongardi non ho mai fatto commenti. Dico solo che le trattative non si fanno prima sui media: sono una cosa delicata, riservata, dove ci vogliono attori che non fanno prima grandi proclami. La conferenza che ha fatto è stata molto “irrituale”. Lui dice che si siede sulla riva del fiume e aspetta il cadavere, vediamo un po’ se ha ragione lui”.

L’incontro con il gruppo messicano com’è andato?
“I messicani mi hanno fatto un’offerta che ho ritenuto inadeguata. Ho chiuso con loro”.

Invece le due nuove possibilità a cui ha fatto riferimento?
“Stiamo parlando con due realtà vere e valide, entrambe provenienti da fuori Rimini (una è con l’immobiliarista italo-americano Massimo Nicastro, ex proprietario del Como insieme a Roberto Felleca, ndr). Si parte dal presupposto che si inizia per gradi: ho chiesto di continuare a sedere almeno per questa stagione nella stanza dei bottoni, poi ci potrà essere un passaggio anche della maggioranza delle quote. Io potrò rimanere in società con un ruolo diverso, anche con sponsorizzazioni. L’importante è che garantista alla società una base più solida e “performante” e che possa rendere il Rimini più competitivo”.