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L'incubo di una 56enne

Maltrattamenti e minacce alla madre per pagarsi la droga

di Lamberto Abbati   
Tempo di lettura lettura: 2 minuti
gio 24 gen 2019 12:47 ~ ultimo agg. 17:04
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“Se non mi dai altri soldi, ti taglio la gola”. A minacciare di morte la madre è stato il figlio, caduto da tempo nel tunnel della droga e in cerca continuamente di denaro per comprare la cocaina. Minacce, appunto, ma anche percosse e intimidazioni che hanno costretto una madre di 56 anni a denunciare ai carabinieri di Misano il figlio 30enne. E i militari dell’Arma, mercoledì mattina, hanno bussato alla porta della donna per arrestare il figlio con l’accusa di estorsione e maltrattamenti, così come richiesto dal pm Paola Bonetti e disposto dal gip Vinicio Cantarini.

Da almeno un anno la 56enne era costretta sotto minaccia a dare al figlio soldi in continuazione che lui spendeva nella cocaina. Le singole richieste potevano andare da un minimo di 50 a un massimo di 100 euro, ma potevano avvenire anche più di una volta nel corso della giornata. E quando la madre cercava di opporsi ecco le intimidazioni e le botte. Come a Natale, quando in preda ad una crisi di astinenza, il 30enne era arrivato a conficcare un coltello nella porta della camera da letto dove si era rinchiusa la madre e a gridarle di uscire da lì con i soldi, altrimenti “ti taglio la gola”. Il figlio, che lavora come cameriere, era abituato a spendersi l’intero stipendio in cocaina in un paio di settimane, dopodiché chiedeva agli spacciatori di fargli credito. In un’occasione aveva accumulato un debito di quasi mille euro poi saldato dalla madre, costretta ad incontrare i pusher per evitare che facessero del male al figlio.

L’assenza del padre del ragazzo, che da anni ha abbandonato la famiglia e vive all’estero, non ha certamente aiutato la 56enne, rimasta sola nel tentativo di gestire un figlio violento e spesso fuori controllo. La donna, che lavora come dipendente in una ditta, ha tentato fino all’ultimo di ‘salvare’ il figlio dalla cocaina, ma quando si è resa conto che la sua sarebbe stata una battaglia persa in partenza si è lasciata convincere dai carabinieri  di Misano che l’unica cosa da fare era quella di denunciarlo.