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Attualità Rimini

Investire in diamanti? Adiconsum: non è sicuro

In foto: repertorio
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di Simona Mulazzani   
Tempo di lettura lettura: 2 minuti
mer 3 ott 2018 10:42
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Oltre 114mila euro “tornati” nelle tasche dei consumatori grazie all’operato di Adiconsum. L’ultimo contenzioso vinto a Rimini è stato contro Poste Italiane per un valore di quasi 6.000 euro.

In questo caso – dichiara Fulvio Biondi, presidente di Adiconsum Romagna, associazione di tutela dei consumatori – abbiamo attivato la conciliazione presso l’ABF, ovvero l’Arbitro Bancario e Finanziario, che è un collegio di esperti presso la Banca d’Italia di Bologna, che ci ha dato ragione decretando il pagamento di quanto avevamo chiesto: 5.985 euro. Il risparmiatore reclamava una maggiore quantità di interessi su un investimento finanziario, rispetto a quello che gli era stato accreditato. A nostro avviso la posizione del cliente era corretta e l’abbiamo assistito in questa vertenza che si è conclusa positivamente per lui.”

Fino al 30 giugno scorso Adiconsum ha gestito  452 contenziosi in tutta la Romagna e nelle tasche dei consumatori sono tornati 39.842 euro in provincia di Rimini, 53.753 euro in quella di Forlì-Cesena e 20.482 euro nel ravennate.

I consumatori si rivolgono a noi per i casi più svariati – precisa Biondi – dagli addebiti non dovuti su bollette di utenze, ai pagamenti di servizi non richiesti sul telefono cellulare fino alle clonazioni o ai furti di bancomat e carte di credito.

Un caso che sta suscitando attenzione, nell’ultimo periodo, è l’investimento in diamanti.

Recentemente – riprende il responsabile di Adiconsum – ci stiamo attivando sulla questione degli investimenti in diamanti proposti da intermediari finanziari. I risparmiatori erano convinti di sottoscrivere un investimento “sicuro”, invece l’investimento in diamanti non ha una quotazione ufficiale ed è di difficile smobilizzo. L’argomento che sta assumendo notevole rilevanza sia per numero di risparmiatori coinvolti, sia per l’entità degli importi. E’ bene che le persone sappiano che in Italia esistono diverse strade che i consumatori possono utilizzare per aprire un ricorso e questo grazie anche alle norme europee.”