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Politica Rimini

Consiglio su nomadi. Lega auspica sede più ampia, Mauro protesta corale e pacifica

In foto: campo nomadi
campo nomadi
di Redazione   
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mer 3 mag 2017 17:05 ~ ultimo agg. 4 mag 14:19
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Giovedì alle 19 il Consiglio Comunale di Rimini si riunisce per la seduta tematica dedicata al progetto del Comune di Rimini per il superamento del campo nomadi di via Islanda. La seduta sarà trasmessa in diretta su Newsrimini.tv (canale 614).

Il segretario della Lega Nord Romagna, Jacopo Morrone, prevedendo un consistente afflusso di cittadini, auspica lo spostamento della seduta in un luogo più capiente. E auspica che non ci siano defezioni tra i banchi della Giunta. “Mi auguro che domani sera nessuno manchi all’appello o maturi gli ennesimi ritardi, a cominciare dal Sindaco Andrea Gnassi” “troppo spesso lui o la Lisi si sono dati di nebbia per evitare un confronto diretto con i riminesi. Domani hanno l’occasione di riscattarsi dando prova della volontà di questa Giunta di invertire la rotta e ascoltare finalmente i propri cittadini.”

Gennaro Mauro, capogruppo del Movimento Nazionale per la Sovranità, auspica una partecipazione nutrita e civile della cittadinanza: “Solo una corale protesta di diverse centinaia di riminesi potrà fermare la volontà di Gnassi di collocare i cittadini “Sinti” in diverse micro aree sparse per la città. La minoranza consiliare ha fatto tutto quello che poteva per bloccare questo provvedimento, ora spetta ai cittadini mobilitarsi per  manifestare il proprio sdegno. Invito tutti a manifestare civilmente con un sit-in colorito e chiassoso ma senza intemperanze e lasciarsi coinvolgere da provocazioni”.  “Che esiste una forte contrarietà in città è un dato di fatto incontrovertibile, la dimostrazione e lo stucchevole atteggiamento dei consiglieri di maggioranza, che in queste settimane si sono adoperati litigando per escludere le aree in cui hanno un specifico interesse elettorale”.

E poi torna a ribadire la posizione sul progetto del Comune: “i cittadini “Sinti” pur rivendicando le proprie origini non hanno più nulla dei loro costumi, comportamenti e tradizione, non sono più nomadi, non sono più dediti all’artigianato, sono pochissimi  i giostrai, chi lavora fa i medesimi lavori degli altri cittadini riminesi, dall’operaio al lavapiatti. Il Sinti di oggi non è quello dell’inizio del secolo scorso e di cinquant’anni fa. E quindi non possono pretendere di vivere isolati e in gruppi familiari come nel lontano passato, devono integrarsi con la comunità riminese, accettarne le regole e i comportamenti, e pertanto devono soggiornare all’interno di un’abitazione come tutti. Non si può pretendere di avere delle aree pubbliche su cui ottenere a spese della collettività un modulo abitativo assimilabile ad una villetta.  Non è solo una questione economica che la collettività deve affrontare, ma sopratutto una necessità di mettere in azione un processo di effettiva integrazione all’interno di una comunità cittadina, quella riminese sempre aperta e tollerante a tutte le culture e sensibilità valoriali. Le microaree rischiano di diventare altri monumenti di “differenziazione e isolamento”, potenziali ambiti di degrado e per questo visti con preoccupazione dai cittadini che vivono nelle vicinanze”.

“L’amministrazione comunale parla dell’emergenza del “monumento del degrado” di via Islanda solo per i “Sinti”, dimenticando che vivono almeno 50 romeni, anche loro non nomadi. Sono residenti riminesi di diritto o di fatto, saranno messi nelle stesse condizioni delle centinaia di senzatetto che hanno ricoveri di fortuna in parchi, stazione ferroviaria, case disabitate?  Oppure ci saranno altre aree o strade dove le roulotte e camper saranno parcheggiate?”

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