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Attualità Cronaca

Aggressione razziale. Stabile ma grave Emmanuel, comune lavora per manifestazione

In foto: i rilievi di polizia nel luogo dell'aggressione
i rilievi di polizia nel luogo dell'aggressione
di Redazione   
Tempo di lettura lettura: 2 minuti
ven 24 mar 2017 14:56 ~ ultimo agg. 25 mar 07:28
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Stabili ma gravi le condizioni di Emmanuel, il 25enne nigeriano vittima dell’aggressione di mercoledì sera da parte del 30enne Valerio Amato. Il ragazzo ha superato la notte ma è ancora intubato e i medici dell’ospedale Infermi si riservano ancora la prognosi.

incontro_1Intanto l’amministrazione comunale continua a lavorare per organizzare una grande manifestazione antirazzista. Molto partecipato l’incontro convocato già ieri sera in sala Giunta. “Avevamo chiesto una risposta corale e questa risposta corale è arrivata” si legge in una nota del comune nella quale si spiega che sono stati oltre una trentina i rappresentanti di altrettante associazioni, sindacati, partiti e movimenti politici, amministrazioni locali della provincia e forze dell’ordine che hanno accolto l’appello. Tutti gli intervenuti hanno accolto la proposta e hanno dato la propria disponibilità per contribuire all’organizzazione di una manifestazione “che nasce senza distintivi – hanno sottolineato il sindaco Andrea Gnassi e il vicesindaco Gloria Lisi durante l’incontro – perché di tutta la comunità riminese. Una risposta collettiva, corale, per mostrare la Rimini che accoglie e include, aperta e ospitale, quella che da subito si è voluta incontrare per reagire alla viltà della violenza e dell’ignoranza con la forza della partecipazione e della coesione”.
In queste ore quindi l’Amministrazione si sta relazionando con tutti i soggetti del territorio per definire i dettagli della manifestazione. Inoltre sta seguendo da vicino le condizioni di salute di Emmanuel, monitorandone gli sviluppi insieme ai medici. “Lo spirito condiviso nell’incontro di ieri – sottolinea il vicesindaco Lisi – è stato quello di segnare una presa di posizione collettiva, forte e inequivocabile in grado di andare oltre, di avviare un processo di responsabilizzazione che tenga conto anche dell’importanza e del potere della parola, troppo spesso capace di fomentare l’odio e la violenza. Ieri abbiamo capito che si possono gettare le basi per un progetto di comunità che abbia come obiettivo la promozione di una cultura contro ogni forma di violenza, intolleranza e discriminazione”.