Indietro
menu
Ambiente Provincia

Microalghe. Rinaldi: fenomeno innocuo ma anomalo. Urgente risanamento del Po

In foto: "Marea scura" e morie di pesci sono dovute a una fioritura eccezionale di microalghe totalmente innocua ma anomala per periodo e localizzazione. Secondo Attilio Rinaldi, nessun allarme ma un segnale da non sottovalutare: "Piemonte e Lombardia applichino il piano di risanamento del bacino padano finora disatteso".
di    
Tempo di lettura lettura: < 1 minuto
mer 27 apr 2011 17:09 ~ ultimo agg. 00:00
Facebook Whatsapp Telegram Twitter
Print Friendly, PDF & Email
Tempo di lettura < 1 minuto
Facebook Twitter
Print Friendly, PDF & Email

Acque rossastre o addirittura marroni, con morie di pesci, molluschi e crostacei dovute alla carenza di ossigeno sul fondo. Sono gli effetti, del tutto innocui per la salute, dell’eccezionale fioritura di Diatomee che si è verificata nelle ultime due settimane al largo delle coste riminesi e marchigiane. La foto, fornita da Legambiente, mostra il tratto di mare tra Cattolica e Castel di Mezzo.

Oltre 100 milioni di microalghe per litro sono state rilevate dai tecnici della struttura oceanografica Daphne, che fenomeni di questo tipo li vedono spesso, ma a fine estate e di fronte al Delta del Po.

“Non c’è motivo di allarmarsi – spiega Attilio Rinaldi, presidente Centro ricerche marine di Cesenatico – E’ un fenomeno dovuto a una fioritura straordinaria di Diatomee, con conseguenti situazioni di ipossia ed anossia. La cosa anomala è che si sia verificato in primavera e soprattutto in territori anche molto lontani dal Po. I colleghi delle Marche ci hanno riferito di situazioni di ipossia anche oltre Pesaro e Fano: è un caso straordinario che non avevo mai verificato in oltre trent’anni”.

Il fenomeno di eutrofia acuta, dovuto all’elevato apporto di nitrati e fosfati dal Po, è ormai risolto e non avrà conseguenze nei prossimi mesi. Ma secondo Legambiente, e non solo, è un segnale di quanto sia urgente intervenire sul bacino padano. Il piano di risanamento contro l’eutrofizzazione, ricorda Rinaldi, è stato adottato dall’Emilia Romagna ma completamente disatteso da Piemonte e Lombardia. “Il loro contributo in termini di inquinanti è elevato e sarebbe opportuno che si adeguassero al piano – spiega Rinaldi. – E’ chiaro, loro il mare non l’hanno in casa come l’Emilia Romagna, ma è un segno di civiltà intervenire sul proprio territorio per ripristinare condizioni accettabili dal punto di vista ambientale”.

(Newsrimini)