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Ambiente Provincia

Balneazione. Approvata la nuova normativa di riferimento

In foto: Cambia la normativa di riferimento per la gestione delle acque di balneazione. La giunta provinciale ha dato infatti avvio all'applicazione del decreto legislativo 116 che recepisce una direttiva comunitaria del 2006.
Cambia la normativa di riferimento per la gestione delle acque di balneazione. La giunta provinciale ha dato infatti avvio all'applicazione del decreto legislativo 116 che recepisce una direttiva comunitaria del 2006.
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mer 20 apr 2011 15:02 ~ ultimo agg. 00:00
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Nello specifico nel riminese sono già state individuate le acque di balneazione e i punti di campionamento, che passano da 38 a 47. In caso di inquinamento di breve durata, regione Arpa stanno studiando i modelli per definire le aree ed i tempi interessati dall’inquinamento. L’obbligo di comunicazione spetta invece ai comuni con informazioni sulla battigia.

La nota stampa della provincia

Questa mattina la Giunta provinciale ha dato il via all’applicazione nel nostro territorio del Decreto Legislativo n.116/08 relativo alle acque di balneazione.
Muta pertanto la normativa di riferimento (non più il precedente DPR 470/82), poiché il Dlgs 116/08 recepisce la direttiva n. 7 del 2006 dell’Unione Europea, che ridefinisce la gestione complessiva delle acque di balneazione.
 
La delibera, come prevede la direttiva europea, definisce e classifica le acque di balneazione e i relativi punti di campionamento. I tratti monitorati da più di 4 anni hanno una classificazione Eccellente. Quelli di nuova istituzione saranno classificati definitivamente nel 2013. La delibera individua inoltre i tratti di mare vietati alla balneazione per motivi igienico-sanitari (foce dei fiumi) e per motivi di sicurezza (imboccatura dei porti). E dà mandato ai Sindaci di segnalare le acque vietate alla balneazione permanentemente o in seguito ad inquinamenti di breve durata.

La direttiva comunitaria sposta l’attenzione dal profilo ambientale a quello sanitario, ovvero si propone di proteggere la salute dai rischi derivanti dalla scarsa qualità delle acque di balneazione. La metodologia per conseguire questa finalità è più incentrata sulla prevenzione dei rischi e sulla gestione del territorio e delle fonti di inquinamento che sull’analisi dell’acqua, come avveniva in precedenza. La valutazione della qualità dell’acqua è qualitativa, da scadente ad eccellente sulla base dei risultati delle ultime 4 stagioni e della gestione delle fonti di inquinamento. Qualora venga riscontrato un superamento dei valori limite durante un analisi di routine viene dichiarato il divieto di balneazione per il tratto di acqua rappresentato dal punto di prelievo. La successiva riapertura avviene in seguito ad un ulteriore prelievo favorevole.
Il monitoraggio passa da bisettimanale a mensile, ma assume maggior rilievo l’informazione e la comunicazione al pubblico dei suoi risultati.
 
Venendo nello specifico al nostro territorio, la nuova normativa ha già trovato in parte applicazione. Sono già state individuate le acque di balneazione  (tratti di mare omogeneo che vanno dai 300 ai 500 metri) e i punti di campionamento (già dalla stagione 2010 grazie alla collaborazione di Provincia, Arpa e AUSL), che passano da 38  a 47.
Il monitoraggio previsto dal nuovo decreto è già partito nel territorio provinciale dal 2010 . I profili delle acque di balneazione sono definiti e saranno pubblicati a breve sul sito del Ministero.
Per quanto concerne la gestione in caso di inquinamento di breve durata, la Regione Emilia-Romagna e l’Arpa regionale stanno studiando i modelli per definire le aree ed i tempi interessati dall’inquinamento.
Riguardo agli obblighi di comunicazione, questa è principalmente a carico dei Comuni tramite informazioni sulla battigia, mentre ulteriori livelli di comunicazione sono i siti delle istituzioni. Sono in corso incontri con Regione e comuni per illustrare e uniformare la strategia di comunicazione.