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Rimini Scuola

Privatizzazione servizi infanzia: Genitori: 'non ci ascoltano'

In foto: Il gruppo di genitori che nei giorni scorsi aveva rivolto all'Amministrazione Comunale la propria preoccupazione per la gestione presente e futura dei servizi per l'infanzia lamenta di non essere stato ascoltato.
Il gruppo di genitori che nei giorni scorsi aveva rivolto all'Amministrazione Comunale la propria preoccupazione per la gestione presente e futura dei servizi per l'infanzia lamenta di non essere stato ascoltato.
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mer 10 mar 2010 19:10 ~ ultimo agg. 00:00
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I genitori si dicono preoccupati, dopo l’esternalizzazione del servizio mensa lo scorso anno, anche per un possibile ricorso eccessivo alla soluzione della privatizzazione. Altre perplessità arrivano dall’assessore comunale Vittorio Buldrini, di cui comunichiamo un intervento.

Il comunicato dei genitori:

Vien da credere che le cose siano già tutte decise. O che non interessi cosa ne pensiamo.

L’argomento sono i servizi educativi comunali, ed in particolare l’intenzione di privatizzarli. E’ infatti della settimana scorsa la richiesta avanzata dai rappresentanti di centinaia di famiglie che hanno i bambini negli asili comunali, di incontrare i Consiglieri comunali di Rimini, col fine di richiedere chiarimenti e sottoporre loro il proprio pensiero.

Ma alla richiesta di incontro hanno risposto, rendendosi disponibili, solo pochi consiglieri.
Con questi ci vedremo stasera.
Altri non hanno proprio risposto.
Altri ancora hanno risposto che si sarebbero incontrati con la rappresentanza dei genitori solo dopo il Consiglio comunale di domani, 11 marzo. A cose già decise, insomma!!!
Le cose che chiederemo stasera al gruppo di consiglieri che ci incontreranno, ma che ci sarebbe piaciuto porre a tutti, riguardano quanto abbiamo letto sulla stampa sull’intenzione di dare in gestione ai privati alcuni asili.

Ci piacerebbe capire quali siano i “vincoli organizzativi e finanziari che limitano l’attività dell’amministrazione”(relazione previsionale programmatica) e obbligherebbero a non gestire direttamente gli asili.

Vorremmo sapere come si farà a garantire la continuità di rapporto tra i bambini (dai tre mesi ai 5 anni!!!! Di questo di parla) e le persone cui li affidiamo per gran parte della giornata (educatrici, personale ausiliario, cuochi), visto che è naturale un maggior ricambio di personale nelle ditte private. Se questo è, a cosa serve quel periodo di inserimento, quando cioè all’inizio del ciclo scolastico i genitori stanno all’asilo con i propri i bimbi per “farli conoscere” alle educatrici, se poi le educatrici cambiano piu volte nel giro del ciclo scolastico, o addirittura nell’arco dello stesso anno.

Ci chiediamo se qualcuno si sia posto il dubbio che una volta affidati i servizi “comunali” a dei privati, il Comune non possa più garantire gli standard minimi del servizio offerto.
Ma soprattutto ci piacerebbe capire quanto conti l’eventuale “decisione” che dovrà assumere il Consiglio comunale a proposito della gestione degli asili di via Di Mezzo e Viserba, visto che, ai fini dell’iscrizione dei bimbi per l’anno scolastico 2010/2011, questi due asili compaiono nell’elenco degli asili privati, e questo già dallo scorso 10 gennaio.

Sinceramente ci saremmo aspettati più attenzione da parte dei consiglieri che abbiamo eletto.

Rimini, 10.03.2010

Per i genitori del coordinamento dei rappresentanti degli asili di Rimini

Marco Rinaldi
Katiuscia Mori
Gianluca Quadrelli
Veronica Zecchini
Patrizia Di Camillo
e altri
__________________________________________________

L’intervento di Vittorio Buldrini:

Tempi di vacche grasse e tempi di vacche magre.
Vorrei fare alcune brevi considerazioni,sul prossimo bilancio Comunale e sulle indubbie difficoltà economiche alle quali dobbiamo fare fronte.
Il dibattito e lo scontro sul tema dell’esternalizzazioni dei servizi educativi per l’infanzia si inserisce in questo contesto, ed è(anche ma non solo) figlio delle condizioni di precarietà economica nella quale si trovano gli enti locali causa soprattutto le sciagurate scelte del governo Berlusconi,che stanno penalizzando non solamente gli enti deficitari,ma soprattutto enti locali virtuosi come appunto il comune di Rimini.
In tempi di vacche grasse è facile trovarsi d’accordo sull’approvazione di un bilancio comunale,le risorse economiche bastano a soddisfare le esigenze della cittadinanza senza scontentare né le fasce meno abbienti né il ceto medio produttivo.
Per molti anni siamo in qualche modo riusciti ad assicurare a Rimini un minimo di coesione sociale che ha impedito l’aumento esponenziale del fenomeno delle nuove povertà,oggi questo, data la crisi economica che è tutt’altro che passata,e le leggi antipopolari del governo non è più possibile; gli enti locali sono di fronte ad un bivio: o fronteggiare con risorse proprie il tema della crisi , mantenendo inalterati i livelli di welfare locale e fornendo concreti appoggi alle famiglie di lavoratori salariati,o cercare di rilanciare l’economia favorendo l’imprenditoria locale che in molti casi è foriera di ulteriore precarizzazione dl mercato del lavoro,evasione fiscale e contributiva e speculazione che va a solo ed esclusivo vantaggio di pochi,senza produrre una reale redistribuzione dei redditi.
I tempi delle vacche magre sono quelli nei quali si misurano le sensibilità delle forze politiche di una coalizione che governa un territorio,quando la coperta è corta bisogna decidere da che parte tirarla.
La paventata esternalizzazione dei servizi educative va nella direzione opposta al mio pensiero,non per un furore ideologico come in troppi oggi mi attribuiscono,ma per evitare che l’ente Comune di Rimini produca con denaro pubblico condizioni di lavoro non garantite o che comunque non producano redditi e garanzie che permettano a quei lavoratori di condurre un esistenza dignitosa.
Io non so se come afferma l’assessore Zerbini le cooperative e le aziende private che operano nel campo educativo stiano facendo un”ottimo lavoro” dal punto di vista della qualità del servizio,di certo so che diverse realtà del settore, applicano le peggio condizioni contrattuali ai propri dipendenti,previste dalla legge 30:tempo coccopro,contratto a chiamata,contratto intermittente,lavoro interinale ecc.ecc.
Mi appare difficile credere che lavoratori che non hanno una certezza del proprio futuro o che faticano ad arrivare a fine mese o che non possono fare progetti di vita causa la precarietà del loro reddito,possano garantire una buona qualità del servizio,serenità economica e certezza del reddito, oltre ad una corretta formazione professionale sono elementi indispensabili per avere una qualità del servizio ottimale.
L’esternalizzazione della gestione delle nuove sezioni di asilo nido di nuova edificazione che dovrebbero essere aperte nel mese di ottobre(servono 13 nuove educatrici di infanzia) porterebbe al Comune di Rimini un risparmio massimo di 50.000euro all’anno,come si può dedurre non è una cifra che incide significativamente su un bilancio di alcune centinaia di milioni di euro, a fronte di una sicura diminuzione di diritti e di salario di quei nuovi lavoratori,e molto probabilmente di una diminuzione della qualità del servizio erogato.
Se si vuole “allargare una breccia” tra l’altro già aperta da molti anni con l’esternalizazzione del servizio di assistenza domiciliare per anziani ed Handicap, e perseguire la logica della delega totale al privato dei servizi sociali alla persona ed al cittadino fino ad arrivare ai servizi per la prima infanzia, relegando l’ente locale al mero ruolo di “controllore” ,questo mi trova fortemente contrario.
1)Io continuo a credere nell’ente locale gestore di servizi che producono qualità e condizioni lavorative dignitose.
2)in troppi casi abbiamo già visto come un servizio esternalizzato non viene e non può essere adeguatamente controllato dal Comune e anche quando si riscontrano irregolarità palesi,siano esse sulla qualità del servizio o su garanzie e diritti negati ai dipendenti,vi sono difficoltà giuridiche e burocratiche che impediscono o inducono l’ente locale a non interrompere il contratto di appalto.