Indietro
menu
Provincia Turismo

Non c'é rilancio senza coerenza: l'appello di Venturini (Confcommercio)

In foto: Per rilanciare il nostro turismo occorre coerenza da parte di operatori e, soprattutto, amministratori. L'appello arriva dal presidente della Confcommercio provinciale di Rimini Tete Venturini, di cui pubblichiamo l'intervento:
www.ascomrimini.it
Per rilanciare il nostro turismo occorre coerenza da parte di operatori e, soprattutto, amministratori. L'appello arriva dal presidente della Confcommercio provinciale di Rimini Tete Venturini, di cui pubblichiamo l'intervento:<br><a href=http://www.ascomrimini.it target=_blank>www.ascomrimini.it</a>
di    
Tempo di lettura lettura: < 1 minuto
ven 27 ago 2004 09:17 ~ ultimo agg. 00:00
Facebook Whatsapp Telegram Twitter
Print Friendly, PDF & Email
Tempo di lettura < 1 minuto
Facebook Twitter
Print Friendly, PDF & Email

In questi ultimi stralci di stagione, continuiamo ad assistere su più fronti ad interventi sulla crisi e le sue ragioni, già largamente annunciata a giugno.
Da parte mia vorrei segnalare ancora una volta che la prematura presa di coscienza delle questioni che non ci hanno poi più abbandonato, non ha però portato alla corsa ai ripari: unico risultato che possiamo riconoscere essere stato ottenuto, la presa di posizione su regole sempre più numerose, che non possono fare altro che frenare ogni possibile sviluppo delle imprese.
Questo tipo di intervento, oltre ad aggravare i problemi, presenta poi l’ulteriore difetto dell’incoerenza, dato che le stesse direttrici non vengono rispettate omogeneamente dai diversi Comuni, e applicate a tutti nello stesso modo: come ha ampiamente dimostrato la questione Marano.
Incoerenza che emerge anche in tema di vocazione turistica della nostra città, con la disperata ricerca dei giovani da un lato, e le limitazioni ai locali da un altro; e di aspirazione alla ecosostenibilità ambientale, che si scontra puntualmente con la richiesta di premi urbanistici per gli alberghi.
Inoltre, se il rilancio del turismo non passa dalla promozione e dalle campagne di comunicazione, è pur vero che risultati migliori potrebbero essere ottenuti attraverso una amministrazione più oculata dei finanziamenti pubblici, in alcuni casi perfettamente inutili se non ripensati: vedi il caso della Legge 7, o dell’Unione di Costa.
Ma soprattutto occorre comprendere al più presto che i rischi più alti per il nostro turismo risiedono nella perdita di quel “prodotto complessivo” che ha fatto la nostra forza in passato, e che ora rischia di essere smarrito negli atteggiamenti delle nuove generazioni di gestori: poco propensi a quell’accoglienza simpatica e cordiale per i clienti – sempre meno ospiti – che era dei loro genitori.