Il medico legale: 'Pantani non usò EPO negli ultimi mesi'
“Stiamo parlando dell’ultima fase della sua vita – ha detto il dottore – senza nessuna pretesa di poter valutare quello che è stato il suo passato e quello che sono state le esperienze giudiziarie che tutti conosciamo”.
“Marco Pantani aveva un midollo osseo in condizioni tali che, per quanto riguarda l’ultimo lasso della sua vita, senza poter essere più precisi in termini temporali – ha spiegato Fortuni – con ogni probabilità non ha assunto sostanze dopanti sportive, per intenderci l’eritropoietina”.
Fortuni é arrivato in Procura a Rimini alle 11 e 45. Ha consegnato due scatoloni ed un fasciolo. In quelle pagine c’é la ricostruzione degli ultimi mesi di vita del Pirata a cinque mesi e mezzo dalla tragica fine del campione di Cesenatico.
Nell’organismo di Pantani c’era una quantità di cocaina superiore alla dose minima letale, nella perizia si parla di oltre il 70%. E non era nemmeno tagliata male. Pantani non era quindi nelle condizioni di pensare ad un suicidio in maniera razionale. Lo stato in cui si trovava al momento della morte viene definito delirium da cocaina
Fortuni chiarisce anche quanto è stato detto nei giorni scorsi, dopo le prime anticipazioni della perizia, pubblicate dall’Agenzia Ansa: non si può risalire attraverso la perizia al 1999, l’anno in cui il campione di Cesenatico fu fermato a Madonna di Campiglio per un eccesso di ematocrito nel sangue, dovuto all’uso dell’eritropoietina.
Alla richiesta di specificare i periodi di riferimento, Fortuni ha detto: “Parliamo di mesi. E se parliamo dell’ultimo periodo della sua vita, sicuramente non ha fatto uso di eritropoietina”.