Milingo e le sette, ci scrive una madre
Sono la mamma di un ragazzo irretito in una setta e plagiato. Da circa due
anni, non ho più notizie di lui ed essendo maggiorenne, non esiste per me
possibilità alcuna di recuperarlo.
In questi giorno sto assistendo alla
vicenda di Milingo con un misto di sgomento e profondo dolore, perché conosco
e riconosco il dramma interiore vissuto dai vari personaggi. Forse è apparentemente
più facile narrare e guardare questi fatti come si trattasse di una soap-opera
o di una commedia grottesca anziché di una tragica realtà, poiché in tal
modo si filtra la paura che le sette possono incutere in noi.
Ma le sette
esistono, realmente sono in grado di controllare la mente dei loro seguaci,
di ridurli in totale schiavitù, di distruggere la loro identità ed i loro
affetti. Realmente rubano i nostri figli e sequestrano il loro cuore.
A
volte mi scopro intenta ad osservare le altre famiglie che vivono, sorridono
o anche discutono animatamente insieme e per un attimo sogno che niente
sia mai accaduto nella mia vita e che d’improvviso, mio figlio ricompaia
con quel suo sorriso largo, tenero e infinito.
Poi, altrettanto repentinamente
mi desto ripiombando nel mio incubo ed è questo mio incubo così atrocemente
concreto ad essere infinito. Le sette non sono una realtà distante ed improbabile,
vorrei che i miei connazionali lo comprendessero per avere la possibilità
di difendere sé stessi ed i propri cari.
Le sette si muovono vicinissimo
a noi,si insinuano subdolamente nelle nostre vite, ci attendono al varco,
agognando delle menti e delle anime di noi uomini. E succede, più spesso
di quanto si possa immaginare che infine ci trovino e ci afferrino, per
vincolarci per sempre nella loro morsa disumanizzante.
Patrizia
(Rimini)