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l'intervista

Consigliera rapinata in casa: "Pistola contro mio marito, hanno voluto gli orologi"

In foto: il lungomare di Torre Pedrera, dove è situata la casa della consigliera
il lungomare di Torre Pedrera, dove è situata la casa della consigliera
di Lamberto Abbati   
Tempo di lettura lettura: 2 minuti
mar 14 mag 2024 17:11 ~ ultimo agg. 15 mag 12:36
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E’ ancora comprensibilmente scossa Daniela De Leonardis, consigliera comunale a Rimini con la Lista Jamil e vice presidente della provincia, vittima insieme al marito di una rapina a mano armata avvenuta nella notte tra lunedì e martedì all’interno della loro abitazione di via Porto Palos a Torre Pedrera. Due i rapinatori entrati in azione verso le 2.30 con guanti e volto travisato, uno dei quali armato di pistola. Il più magro di corporatura si sarebbe arrampicato fino al terrazzo della cucina, ad un’altezza di circa due metri e mezzo da terra, avrebbe forzato la porta finestra e, una volta all’interno, passato le chiavi di casa al complice.

Daniela De Leonardis

“Io e mio marito stavamo dormendoracconta De Leonardis al telefono -, all’improvviso l’ho sentito urlare e ho visto due uomini a volto coperto in camera da letto. Uno gli puntava la pistola addosso mentre l’altro è venuto verso di me e mi ha spinto la testa contro il cuscino. In italiano, con spiccato accento dell’est Europa, mi ha intimato di non gridare: ‘Se date a noi quello che vogliamo, non vi facciamo niente’. Sapevano che in casa avevamo degli orologi di valore, io il mio Rolex l’avevo al polso e gliel’ho subito consegnato. Poi ci hanno chiesto di aprire la cassaforte. Quello con la pistola diceva al complice di togliermi gli anelli, ma lui non l’ha ascoltato e gli ha detto ‘andiamo via, andiamo via’. Alla fine sono fuggiti con due orologi e i contanti che avevamo in casa. La cosa più importante è che non ci abbiano fatto del male”. 

L’idea che la consigliera si è fatta è che non fossero due professionisti: “Sicuramente ci hanno tenuti d’occhio e studiato i nostri movimenti, quello sì, anche perché sapevano che orologio portavo al polso. Però la sensazione che ho avuto è che davanti a noi non ci fossero due criminali spietati, pronti a tutto. In quei momenti ho avuto molta paura, ricordo di aver detto loro di lasciare stare mia figlia che abita nell’appartamento sotto al nostro, di non fare del male a nessuno di noi”.

Rimuovere quanto accaduto non sarà semplice: “Adesso non mi sento più al sicuro, la nostra intimità è stata violata – dice la 61enne, che in giornata ha ricevuto decine e decine di telefonate di solidarietà -. Pensi che in estate dormivamo con le finestre aperte, del resto a Torre Pedrera non è mai successo nulla, è un posto tranquillo. Se quanto mi è accaduto denota un problema sicurezza? E’ difficile prevenire al cento per cento questi episodi, nonostante gli sforzi delle forze dell’ordine. Il problema sicurezza credo sia più legato a chi non vuole lavorare e non si vuole integrare. Come consigliera di zona sto cercando di fare in modo che le cosiddette vie cieche vengano aperte. Nel mio caso i ladri sono arrivati e, forse, fuggiti proprio da una di quelle. Anche le telecamere possano aiutare, sul lungomare di Torre Pedrera ne sono state installate diverse”. 

Telecamere che potrebbero aver ripreso i due rapinatori fuggire a piedi e i cui filmati sono già al vaglio dei carabinieri di Rimini del Nucleo investigativo, che insieme ai colleghi del Nucleo operativo e della Stazione di Viserba indagano sul colpo.