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Gnassi: una presa in giro

Concessioni, slittano le gare. Due emendamenti al Milleproroghe

In foto: repertorio
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di Redazione   
Tempo di lettura lettura: 2 minuti
ven 20 gen 2023 19:18 ~ ultimo agg. 21 gen 14:55
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Come anticipato già da qualche settimana, sembra ancora lontana la soluzione sul tema delle concessioni demaniali. Il Governo Draghi, in seguito alla sentenza del consiglio di Stato che aveva bocciato le proroghe, aveva fissato il termine del 31 dicembre 2023 per le concessioni attuali prima di procedere alle evidenze pubbliche volute dall’UE. Un emendamento presentato al decreto Milleproroghe (a prima firma della senatrice di Fratelli d’Italia Lavinia Mennuni) e ora all’esame del Senato, prevede però che le concessioni continuino invece ad avere efficacia fino all’approvazione della legge di riforma della relativa disciplina. Emendamento che dovrebbe essere uno dei segnalati dal partito. Ce ne è poi anche un altro firmato dagli onorevoli di Forza Italia Ronzulli e Gasparri (ma condiviso anche dalla Lega) che proroga invece le concessioni di uno o due anni  “tempo entro il quale – spiega il senatore Gasparri – secondo noi vanno trovate soluzioni definitive una volta per tutte“.

Sull’ennesima proroga arriva una netta bocciatura da parte degli onorevoli Piero De Luca e Andrea Gnassi del Pd. “Con l’annuncio dell’emendamento di FdI al Milleproroghe sulle concessioni degli stabilimenti balneari prosegue il ridicolo e preoccupante balletto di maggioranza e governo su questo tema. Prima di tutto vogliamo sapere se il contenuto di quell’emendamento corrisponde alla linea del governo. Poi se è stata assegnata la delega per il settore o un dossier a quanto si evince da notizie di stampa. Un governo assegna formalmente deleghe per affrontare temi e dossier. Se così fosse per il ministro Musumeci, a questo punto chiediamo  che lo stesso ministro venga immediatamente in audizione alla Camera in commissione Attività produttive a riferire. Sarebbe assurdo continuare con l’ennesima proroga che lascia nell’incertezza Comuni e operatori del settore che si troverebbero ancora nell’impossibilità di programmare investimenti, riqualificazione e certezza sul lavoro”. “La proposta di rinvio è inapplicabile – proseguono –, governo e maggioranza lo sanno bene, perché c’è una sentenza chiara del Consiglio di Stato. Invece di perdere ulteriore tempo in propaganda, pensassero invece ad avviare le procedure necessarie per dare certezza e tutele reali agli operatori di un settore strategico per il nostro Paese definendo una linea italiana sulla Bolkestein a 4 mesi dall’adozione della legge sulla concorrenza. Una linea che andrebbe sviluppata anche con un confronto con Regioni e Comuni, unica strada per avere la possibilità di andare a trattare in Europa”.