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Riccione

Ragazzo morto in discoteca: la riflessione del parroco don Franco

In foto: Dopo la morte del 20enne la notte di domenica al Cocoricò interviene con una riflessione il parroco di Gesù Redentore don Franco Mastrolonardo, per anni responsabile del Punto Giovane di Riccione la realtà nata dalle parrocchie per i ragazzi.
Dopo la morte del 20enne la notte di domenica al Cocoricò interviene con una riflessione il parroco di Gesù Redentore don Franco Mastrolonardo, per anni responsabile del Punto Giovane di Riccione la realtà nata dalle parrocchie per i ragazzi.
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mar 21 dic 2004 09:45 ~ ultimo agg. 00:00
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“Ti mostrano il sorriso e poi li scopri…assassini!… Ti vendono la morte pur di fare quattrini…” Così diceva una vecchia canzone di Renato Zero e così sperimentiamo oggi tragicamente con la morte di questo ragazzo ventenne nella discoteca Cocoricò di Riccione. Un ragazzo che muore nella nostra città, nelle nostre discoteche non può non interpellarci come cittadini e come educatori.
Non è il primo e non sarà l’ultimo, perché l’ingranaggio è partito da tempo e per come ci si muove non mi sembra sia destinato a fermarsi. Ma la morte di questo ragazzo deve farci riflettere seriamente. Parlo soprattutto ai papà e alle mamme dei ragazzi adolescenti, figli di questa cultura ammalata e degenere.
Dobbiamo chiederci con serietà e verità: chi sono gli assassini di questo ragazzo? E chi sono gli assassini dei nostri figli? Perché non è solo la morte fisica che deve scuotere la nostra sensibilità, ma anche la morte spirituale. Parlo come prete che ha avuto a che fare con tanti giovani.
Ora mi sento di gridare: stanno uccidendo i nostri ragazzi, li stanno uccidendo dentro. La droga, lo sballo, la pornografia, la cultura dell’effimero e tutto ciò che la Riccione malsana sa inventare per stordire i cuori di tanti giovani, per rintronare le loro coscienze e per accendere gli istinti e l’aggressività; tutto questo sta uccidendo i nostri giovani.
Siamo spettatori inermi di un massacro invisibile e tragico. E spesso questi massacri si consumano nei nuovi templi del divertimento e si consumano sotto forma di rituale. Quante vittime innocenti sugli altari della droga! Quanti ragazzi costretti a subire l’uso di pasticche o altro per non essere da meno degli amici “trendy”.
E quanti pseudo sacerdoti che lavorano di nascosto per ingannare e ammaliare, capaci, come dice Renato Zero, di mostrarti il sorriso e poi scoprirsi assassini.