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Prossima udienza a luglio

Passerella Ponte Tiberio. Chiesta condanna per i tecnici e ripristino mura

In foto: la passerella al ponte di Tiberio
la passerella al ponte di Tiberio
di Redazione   
Tempo di lettura lettura: 2 minuti
sab 25 mag 2024 14:09 ~ ultimo agg. 26 mag 17:57
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Polemiche politiche, interrogazioni in consiglio comunale e in Regione e ben due esposti in Procura. L’iter processuale legato alla realizzazione della passerella sospesa al Ponte di Tiberio, che nel marzo 2018 destò clamore e discussioni, ha visto nell’ultima udienza la procura di Rimini chiedere una condanna a nove mesi per i quattro imputati. L’accusa ha sempre sostenuto che i 90 fori di mezzo metro di diametro l’uno, realizzati lungo le mura medievali e malatestiane per inserirvi i sostegni in grado di reggere la passerella, avrebbero danneggiato irreparabilmente un bene storico. Di tutt’altro avviso i difensori degli imputati, secondo i quali l’opera non solo è stata correttamente autorizzata, ma non comprometterebbe in alcun modo la conservazione del bene storico. La Soprintendenza all’epoca diede il via libera ai lavori, monitorando il cantiere, ma secondo la Procura occorreva anche l’ok del ministero dei beni culturali. Alla sbarra, l’ex funzionario della Soprintendenza Vincenzo Napoli, gli allora dirigenti comunali Daniele Fabbri e Federico Pozzi e il titolare dell’impresa che realizzò i lavori, Antonio Petrone. I loro legali si dicono convinti che per i propri assistiti il procedimento si concluderà con l’assoluzione. La procura invece, in caso di condanna, chiede che l’eventuale sospensione della pena sia legata al “ripristino dei luoghi”. Quindi spazio alle antiche mura e addio alla passerella inaugurata sei anni fa. La prossima udienza è fissata per il 5 luglio.


Il commento del Senatore Marco Croatti del M5S

La richiesta di condanna mossa dalla Procura per i quattro tecnici che hanno autorizzato, seguito e realizzato i lavori della passerella lungo mura davanti al ponte di Tiberio rappresentano per la nostra città, indipendentemente da come si concluderà il processo, una brutta pagina che si sarebbe dovuta evitare. Come forza politica ci siamo espressi in modo netto contro quest’opera così come tanti cittadini, esperti, storici riminesi, come tante associazioni e comitati che volevano impedire che si causassero “danni irreparabili” alle mura medievali e malatestiane così come denunciato dalla Procura.
L’auspicio è che in futuro non manchi mai il confronto, la condivisione, la capacità d’ascolto e che su opere come queste che coinvolgono beni così importanti e preziosi, patrimonio di tutti i riminesi, ci sia il desiderio e la capacità di unire tutta la città e non di dividerla in questo modo”.