Foce del Marano: un'area da proteggere e preservare
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Per la giornata di protezione di biodiversità e avifauna, l’associazione Basta Plastica in mare ha organizzato una visita guidata di conoscenza assieme a Loris Bagli, naturalista e botanico, studioso in particolare di quella di terra di confine tra Rimini e Riccione, e Marco Zaoli, architetto pianificatore e paesaggista, docente UniBo, consulente dell’associazione, nell’area delle colonie abbandonate, tra Bolognese e Reggiana in Comune di Rimini, fino alla foce del Marano, già in Comune di Riccione.
Bagli e Zaoli hanno condiviso la necessità di preservare quel vasto territorio di grande interesse ecologico che conserva alcune zone integre, dune spontanee e piante rare: da mare e spiaggia fino al territorio in parte verde e in parte urbanizzato che si estende, ricco di biodiversità, a monte dalla foce del corso d’acqua, tra le colonie Bolognese e Novarese e la struttura abbandonata delle Conchiglie.
“Si tratta – si legge nel comunicato dell’associazione – di una vasta area in parte abusata e degradata considerata priva di attrattive dalle due amministrazioni”.
“Il piano provinciale d’ambito territoriale – riconosce Zaoli – ha posto in evidenza l’importanza della zona umida intorno al Marano – che va decisamente protetta da ulteriore antropizzazione, pianificandola per contrastare: erosione, innalzamento del mare e del clima.” L’allarme è dato secondo gli esperti poiché è habitat di grande valore collettivo ecologico per intere comunità che le istituzioni dovrebbero saper proteggere, con regole che lo preservino dal rischio speculazione edilizia ed economica. Invece Riccione non si è ancora espressa e il Piano dell’Arenile del Riminese non se ne è occupato con sufficiente chiarezza. Va detto ciò anche alla luce del fatto che sia le Conchiglie che la Colonia Bolognese sono state acquistate all’asta da imprese alberghiere, e che la volontà del Comune di Rimini è di vendere anche la Novarese, di proprietà pubblica, un patrimonio collettivo insieme a Terme di Rimini”.
Per proteggere quel luogo ancora naturale dai grandi eventi, l’Basta Plastica in Mare prosegue la sua campagna di pubblica utilità e intende promuovere una convenzione tra università, associazionismo e istituzioni, imprese pubbliche e private. A questo scopo è finalizzata la raccolta fondi che, anche attraverso il crowdfunding, finanzierà lo studio di fattibilità di un team misto proveniente dalle università di Ferrara e Bologna e di giovani aderenti all’associazione professionale Generazione Mare, laureati in Luiss e Politecnico di Milano.
Si tratta di un progetto già in parte finanziato da uno dei due Premi di Laurea e di Ricerca di 7.000 euro rivolto ai neolaureati nel Campus riminese di UniBO, stanziato da Basta Plastica in Mare e intitolato all’imprenditore alberghiero riminese Alessandro Massani.