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tassa di soggiorno: non pervenuta

Affitti brevi. A Riccione il fenomeno preoccupa amministrazione e albergatori

In foto: gli amministratori comunali con i rappresentanti di Federalberghi Riccione
gli amministratori comunali con i rappresentanti di Federalberghi Riccione
di Simona Mulazzani   
Tempo di lettura lettura: 2 minuti
ven 5 apr 2024 15:45 ~ ultimo agg. 6 apr 12:31
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Affitti brevi: un fenomeno che preoccupa sempre di più albergatori e amministratori locali. Dopo Rimini anche Riccione presenta i dati e analizza i problemi causati dal sommerso turistico che non solo causa concorrenza sleale ma crea preoccupazione anche per la sicurezza del territorio. L’indagine commissionata da Federalberghi nazionale sulla realtà degli affitti brevi turistici di Airbnb fa emergere una forte crescita anche in riviera. Nella perla Verde sono 552 gli annunci con alcuni host che arrivano ad affittare fino a 16 appartamenti. Albergatori e amministrazione comunale non nascondono le preoccupazioni, non solo e non tanto sulla specifica piattaforma, ma su tutto il sottobosco sommerso di chi, spesso non rispettando le regole, immette immobili sul mercato turistico. “L’analisi fatta da Federlaberghi nazionale mostra la crescita del fenomeno – spiega Bruno Bianchini, presidente Federlberghi Riccione – In 7 anni c’è stato un aumento del 500%, del 26,3% solo dall’agosto 2022 allo stesso mese del 2023. Non si tratta di alloggi condivisi con il proprietario, nell’83% dei casi sono interi appartamenti e il 67,9% degli annunci è pubblicato da host che gestiscono più di un alloggio. Questo fa capire che per molti non si tratta di redditi occasionali ma di vere attività imprenditoriali. Quello che si evince dal report è anche che non si tratta di attività occasionali: oltre il 46% è in vendita per oltre 6 mesi all’anno“.

E’ un fenomeno – aggiunge Daniela Angelini, sindaca di Riccione – che preoccupa si diversi versanti: quello della concorrenza sleale nei confronti dei nostri operatori turistici, quello dell’evasione su diversi fronti, dall’imposta di soggiorno alla Tari, ma anche quello della sicurezza del territorio, perché non sappiamo chi sta in quegli appartamenti“.

Il comune cercherà di correre ai ripari con una serie di iniziative tese a stanare gli illeciti: “con la nostra polizia locale batteremo la città per capire dove sono questi appartamenti, anche guardando i tanti annunci “abusivi” che ci sono su alberi e ringhiere e poi segnaleremo il tutto alla Prefettura che si è resa disponibile ad avere attenzione a questa realtà con il gruppo interforze. E poi stipuleremo una convenzione con Airbnb per monitorare gli appartamenti che vengono proposti sulla piattaforma“. Ad oggi dagli immobili affittati su Airbnb nelle casse del comune di Riccione non arriva praticamente un euro di tassa di soggiorno. La convenzione a Rimini, dove è già stata sottoscritta, ha permesso, ad esempio, di incassare nel 2023 quasi 250mila euro dall’imposta.