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Turismo Pasqua: previsioni incoraggianti ma servono più soldi in tasca

In foto: ©Riccardo Gallini /GRPhoto
©Riccardo Gallini /GRPhoto
di Lucia Renati   
Tempo di lettura lettura: 3 minuti
gio 28 mar 2024 12:03 ~ ultimo agg. 12:05
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Il sindaco di Rimini, Jamil Sadegholvaad commenta i dati dell’indagine Centro Studi di Firenze sui trend del prossimo week end nelle strutture ricettive ufficiali dell’Italia. Cresce il turismo estero ma diminuisce quello interno a causa della riduzione del potere d’acquisto e degli stipendi che non crescono il che incide molto sulle scelte di consumo come la vacanza. Secondo Sadegholvaad questo è il tema centrale per quanto riguarda il turismo italiano.

La dichiarazione del Sindaco: 

“Le previsioni turistiche per la Pasqua 2024 sono positive, a detta di tanti operatori della nostra Riviera. E queste sensazioni incoraggianti seguono un’apertura di anno (mesi di gennaio e febbraio) per Rimini in grande crescita, con numeri superiori al 2023 e al 2019 grazie al Capodanno, al Sigep, al boom della fiera Key Energy e a una città sempre viva e ricca di servizi e opportunità per 12 mesi all’anno.

Allargando lo sguardo al Paese, è di ieri l’indagine condotta dal Centro Studi di Firenze sui trend del prossimo week end nelle strutture ricettive ufficiali dell’Italia. Rispetto allo scorso anno, la previsione è di un incremento (nonostante le differenze del calendario) dell’1,2 per cento degli ospiti e complessivamente 7 milioni di presenze negli alberghi italiani. Vale la pena però guardare nello specifico questi dati perché probabilmente introducono elementi di valutazione che si snoderanno lungo l’intero corso del 2024. Il dato in crescita è dovuto principalmente dall’incremento di turismo estero: + 3,2 per cento rispetto alla Pasqua dello scorso anno mentre il turismo italiano segna ancora una flessione, seppur contenuta (- 0,8 per cento). Più nel dettaglio, durante il ponte pasquale saranno le regioni del Nord Ovest a registrare le variazioni più significative del movimento con il +1,8% (-0,4% di italiani e +4,2% di stranieri), seguite dalle regioni del Centro con il +1,2% (-0,9% di italiani e +3,4% di stranieri). La stima per le aree del Sud-Isole si ferma invece al +0,7% (-0,4% di italiani e +2,3% di stranieri). Per il Nord Est la stima è del +0,9% (-1,1% di italiani e +2,7% di stranieri).

E’ purtroppo costante il meno del turismo interno ed è altrettanto spiegabile la riduzione del potere d’acquisto, dovuta principalmente a stipendi che non crescono in misura pari a quella di tutti gli altri Paesi d’Europa, che incide sui budget e sulle scelte di consumo. La vacanza, appunto, è una scelta di consumo. E’ un fenomeno che abbiamo già registrato nel 2023 e al quale occorre dare una risposta di sistema Italia. Il ritorno alla crescita dei consumi, che ha effetti veri e tangibili anche sull’industria turistica del Paese, si ‘finanzia’ mettendo più soldi in tasca alle famiglie, creando più posti di lavoro e meglio pagati e, in aggiunta, cercando di rendere più sostenibile il costo di cibo, bollette e carburanti. Possiamo dire e fare qualsiasi analisi sofisticata, ma il tema centrale è questo per quanto riguarda il turismo italiano: consentire una ripresa dei consumi attraverso stipendi più robusti.

Per quanto riguarda il dato estero, anch’esso segue il trend che già avevamo notato per Rimini negli ultimi due anni. Rimini è stata la località che più è cresciuta dopo il Covid grazie soprattutto al boom di turismo straniero, tornando a superare quote (30 per cento) inavvicinabili dagli anni Ottanta in poi. Su questo stiamo investendo risorse economiche importanti e strutturali, sia sul fronte dell’attrattività internazionale della città, sia su quello dell’accessibilità. Il Comune di Rimini, infatti, ha deciso di incrociare la propria traiettoria promozionale sull’estero con l’ambizioso piano triennale di sviluppo dell’aeroporto di Rimini. Su questo, come da programmazione societaria, ci aspettiamo il massimo nel triennio 2025/2027 ma già dal 2024 sarebbe auspicabile avere segnali di una crescita di frequenza delle rotte esistenti e rotte strategiche e passeggeri che per la nostra Riviera, con un turismo italiano in flessione, diventa qualcosa di ben più importante di un numero percentuale”.