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delitto di via rastelli

Uccise la compagna con 51 coltellate, ergastolo per l'omicida

In foto: Bendetto Vultaggio mentre viene arrestato dai poliziotti. Alle sue spalle il pm Bertuzzi (foto Migliorini)
Bendetto Vultaggio mentre viene arrestato dai poliziotti. Alle sue spalle il pm Bertuzzi (foto Migliorini)
di Lamberto Abbati   
Tempo di lettura lettura: 2 minuti
lun 4 dic 2023 16:26 ~ ultimo agg. 5 dic 14:05
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Ergastolo per Simone Benedetto Vultaggio, riminese di 47 anni che il 25 giugno del 2022 nell’abitazione di via Rastelli uccise a colpi di mattarello e con 51 coltellate la sua compagna, nonché madre di suo figlio all’epoca di nemmeno 5 mesi, la 33enne romana Cristina Peroni. Così ha deciso oggi pomeriggio (lunedì) la Corte d’Assise di Rimini, riconoscendo all’imputato tutte le aggravanti (l’aver agito per futili motivi, con crudeltà, durante la convivenza e nell’ambito dei maltrattamenti) così come richiesto dal pubblico ministero Luca Bertuzzi. La Corte ha disposto inoltre una provvisionale immediatamente esecutiva nei confronti del figlio minore di 150 mila euro e di 25mila euro nei confronti della madre della vittima, a cui è stato affidato il piccolo, che oggi ha un anno e mezzo. Il difensore di Vultaggio, l’avvocato Massimiliano Orrù, aveva chiesto per il suo assistito il riconoscimento delle attenuanti generiche e l’esclusione delle aggravanti, rivolgendosi così ai giudici popolari: “Non siamo di fronte a un mostro che ha ucciso con il gusto di uccidere, ma ad una persona disturbata anche se non a livello patologico. Non chiedo una pena mite, ma una pena giusta”. Scontato da parte della difesa il ricorso in Appello.

Vultaggio, detenuto nel carcere riminese dei Casetti, la mattina del 25 giugno straziò il corpo di Cristina con “quattordici colpi di mattarello sul capo” prima di sferrarle “cinquantuno fendenti di coltello (a serramanico, della lunghezza di 19 centimetri, ndr) diretti in varie parti del corpo ed in particolare al collo della vittima, che colpì per ben 29 volte quando la stessa giaceva ormai inerte al suolo”. Un accanimento barbaro che l’assassino ha sempre dichiarato di non ricordare, definendo quel vuoto come un black out improvviso. Per il perito del pubblico ministero, il 47enne era in possesso delle piene facoltà mentali al momento della commissione del delitto e pertanto è stato dichiarato in grado di intendere e volere. Nessun vizio di mente, quindi, come invece riscontrato nei confronti dell’altro assassino reo confesso, Raffaele Fogliamanzillo, la settimana scorsa.

Vultaggio, che in passato aveva minacciato e aggredito Cristina in più occasioni, anche mentre era incinta, temeva che la donna se ne andasse definitivamente portando con sé anche il figlio. E così quella mattina, al culmine dell’ennesima lite, si è avventato contro di lei uccidendola con inaudita ferocia.