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80 tra dipinti e ceramiche

Bellezza per tutti. Fondazione Carim e comune rinnovano convezione per le opere del Museo

di Simona Mulazzani   
Tempo di lettura lettura: 3 minuti
mar 5 dic 2023 15:36 ~ ultimo agg. 19:09
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Il magnifico polittico trecentesco di Giuliano da Rimini è tra le opere più prestigiose di proprietà della Fondazione Cassa di Risparmio di Rimini che resteranno ad arricchire il Museo della Città di Rimini. Fondazione e comune hanno infatti rinnovato l’accordo stipulato oltre 20 anni fa, che prevede il deposito della parte più importante e preziosa della collezione d’arte della Fondazione presso il Museo della Città “L. Tonini”.

Bellezza per tutti. Fondazione Carim e comune rinnovano convezione per le opere del Museo

Si tratta di oltre ottanta opere. I maestri del trecento, ma anche dipinti che spaziano dal quattrocento al settecento, dalle ceramiche alle medaglie malatestiane fino al grande Guido Reni. Un percorso nella storia dell’arte che andrà ad arricchire i nuovi spazi museali in una ristrutturazione che accompagna il centenario del Museo cittadino.

 

Fin dagli anni Novanta del secolo scorso, la Fondazione aveva concesso in deposito temporaneo al Museo della Città alcune delle opere più significative di sua proprietà con la finalità di consentirne una più ampia fruizione. Ora, con la totale revisione del documento di deposito, le due parti hanno voluto adeguare alle normative vigenti in materia di beni culturali il documento, ma, soprattutto, hanno voluto rilanciare con forza un sodalizio culturale che mira a meglio custodire un patrimonio di questa rilevanza, ma anche a valorizzarlo e renderlo più efficacemente fruibile.

E questo, nell’imminenza della riapertura della sezione dall’Altomedioevo al Rinascimento che, radicalmente rinnovata, andrà a rivoluzionare il percorso di visita del museo cittadino. Di questo segmento del Museo, le opere del Trecento riminese della Fondazione, ovvero le tavole di Giuliano e Pietro da Rimini, di Giovanni Baronzio, del Maestro di Montefiore Conca, costituiscono un nucleo essenziale per rievocare la grandezza di questa stagione straordinaria, un momento che vide Rimini gareggiare con centri artistici del calibro di Firenze, Siena e Bologna. Ma non si limitano a questi i tesori della Fondazione esposti in Museo: altre e pregevoli sono le testimonianze storiche e artistiche che spaziano dal Quattro al Settecento, da Giovanni Francesco da Rimini a Benedetto Coda, dalle ceramiche e alle medaglie malatestiane fino al grande Guido Reni.  Un percorso nel percorso, composto da 16 dipinti e 56 ceramiche e medaglie, che si affiancano alle testimonianze artistiche presenti in museo andando a costruire un’occasione unica per apprezzare la grande civiltà figurativa riminese e romagnola nel corso dei secoli.

Proprio con il Comune di Rimini, nel Museo della Città, siamo qui oggi, a distanza di venti anni, per rinnovare la convenzione e concordare così ulteriori forme di valorizzazione di quello che è un patrimonio a disposizione di tutti, nel più generale obiettivo di favorire la crescita culturale della città e del suo territorio. Con il rinnovo della convenzione di affidamento di gran parte delle opere d’arte di proprietà della Fondazione al Museo L. Tonini, il rapporto di sinergia e di collaborazione con il Comune di Rimini diventa più solido e coerente.” queste le parole di Mauro Ioli, Presidente della Cassa di Risparmio di Rimini.

 

Proprio oggi leggevo, a proposito del futuro delle città italiane, che la strategia complessiva non può prescindere dalla sinergia tra pubblico e privato – è il commento del sindaco di Rimini, Jamil Sadegholvaad-. È finito il mito dell’autosufficienza o peggio della ricerca della prevalenza di una componente sull’altra: se nessuno si salva da solo, allo stesso modo nessuno garantisce in solitaria il futuro di una città o di una Nazione intera. Il rinnovo, dopo 20 anni di questo accordo con la Fondazione Cassa di Risparmio di Rimini, che ringrazio a nome della comunità, non è dunque un semplice passaggio tecnico ma rientra in quel percorso di valorizzazione della cultura che va oltre la competizione della Candidatura per il 2026. L’obiettivo è quello di potenziare, completare e costruire ex novo quelle infrastrutture culturali strategiche, capaci di fungere non tanto e non solo da attrattore turistico di ‘città d’arte’ ma di rendere gli stessi riminesi protagonisti di una nuova forma di partecipazione, basata sulla consapevolezza che storia e arte sono ancora il propellente principale per guardare con fiducia al domani“.