Indietro
menu
di Carlo Alberto Pari

Il paese invecchia. Facciamo cassa sugli anziani

In foto: repertorio
repertorio
di Ospite   
Tempo di lettura lettura: 2 minuti
dom 23 lug 2023 10:01 ~ ultimo agg. 10:36
Facebook Whatsapp Telegram Twitter
Print Friendly, PDF & Email
Tempo di lettura 2 min
Facebook Twitter
Print Friendly, PDF & Email

Qualcuno sostiene che l’Italia non è un Paese per giovani, ma non appare neppure un Paese per anziani. Partiamo dal punto fondamentale: le pensioni. Quelle erogate dall’INPS a gennaio 2023, risultano poco meno di 18 milioni, delle quali 13,7 di natura previdenziale ed il resto assistenziale. Molto consistente la numerosità, anche nella nostra Provincia, circa 98.000. La domanda appare spontanea, ma chi tutela dall’inflazione gli anziani e le loro pensioni? I dipendenti hanno la contrattazione collettiva, le pensioni, dovrebbero essere tutelate con la perequazione, la rivalutazione automatica dell’importo percepito, in funzione dell’inflazione reale. Peccato che da molti anni, quasi tutti i Governi, di qualsiasi colore politico, hanno sistematicamente ridotto tale salvaguardia. Attualmente, con la manovra del novembre 2022, la situazione è molto più grave, in quanto l’inflazione degli ultimi due anni, pesa in modo determinante sul valore reale delle pensioni. Una vita di contributi versati, il miraggio della pensione, poi, unilateralmente, si modifica ciò che dovrebbe essere automatico per consentire la salvaguardia di quanto maturato, compromettendo in tal modo, il benessere del pensionato, vittima designata ed incolpevole.

La recente tosatura, prevede tagli molto consistenti alla rivalutazione, oltre i 2.100 euro lordi mensili (poco più di 1600 euro netti), in aumento progressivo in funzione della rendita. Appare evidente che molte pensioni previdenziali, quelle d’importo maggiore (oltre 4 milioni), perché costruite sui versamenti effettivi e sugli anni di contribuzione, perderanno una buona parte del valore reale. E’ anche bene evidenziare, che la “narrazione” sul tema è spesso fuorviante, infatti, salvo una lunghissima vita, in tanti, difficilmente potranno recuperare ciò che hanno versato nei decenni, debitamente rivalutato. Evidenzio inoltre, per offrire una panoramica esaustiva, che la tassazione sulle pensioni nel nostro Paese è tra le più elevate in Europa. Infine, per completare l’idilliaca immagine, è bene prendere atto che la maggioranza delle pensioni, anche di coloro che hanno versato contributi per molti decenni, non è sufficiente neppure per pagare la retta di una media casa di riposo. Di fatto, bloccando parte della perequazione automatica, in un prossimo futuro, tanti anziani si aggiungeranno a quelli che oggi non riescono ad arrivare a fine mese. Il danno personale e sociale sarà molto rilevante, nel silenzio più assordante. Del resto, continuiamo da svariati decenni ad indebitarci, poi, anziché tagliare i costi dello Stato, non adeguiamo le spese per la sanità e facciamo cassa sugli anziani. Qualcuno ha calcolato che Il blocco parziale della perequazione, porterà oltre 30 miliardi in dieci anni. Una piccola finanziaria ogni anno, a spese dei più deboli. Vorrei essere ottimista, ma vedo troppi giovani precari e malpagati e tanti anziani, indifesi e tartassati.

di Carlo Alberto Pari