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interferenze illecite

Microspia nell'auto dell'ex comandante della Finanza, a processo investigatore privato

In foto: il comando delle Fiamme Gialle di Rimini
il comando delle Fiamme Gialle di Rimini
di Lamberto Abbati   
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mar 27 giu 2023 17:34 ~ ultimo agg. 28 giu 15:17
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Era il settembre del 2021 quando il generale Enrico Cecchi, ex comandate provinciale della Guardia di Finanza di Rimini, scoprì la presenza di una microspia e di un Gps installati sulla sua auto. Senza perdere tempo denunciò l’accaduto alle fiamme gialle e la procura di Rimini avviò un’indagine coordinata dal sostituto procuratore Davide Ercolani. A distanza di poco meno di un anno mezzo dai fatti, per uno degli indagati si è aperto il processo. Si tratta di un amico del generale Cecchi, un ex buttafuori riminese di 52 anni, difeso dall’avvocato Piergiorgio Tiraferrri, accusato di aver esercitato abusivamente la professione di investigatore privato poiché sprovvisto di licenza prefettizia.

Sarebbe stato lui, secondo il pubblico ministero, a piazzare una microspia ambientale e un Gps sulla Bmw X5 dell’ex comandante. A che scopo? L’ha spiegato anche nell’ultima udienza proprio Cecchi: “Ho il sospetto che chi voleva spiarmi l’abbia fatto per motivi politici riconducibili al Titano”. Il generale riminese, infatti, aveva assunto a titolo gratuito l’incarico di consulente per il segretario di Stato alle Finanze di San Marino, Marco Gatti. Da qui l’ipotesi che la “cimice” e il gps servissero a captare informazioni private in ambito politico.

I finanzieri di Rimini, nel corso delle indagini, sono risaliti all’ex buttafuori attraverso il numero Imei del Gps e dalla Sim card che sarebbe stata in uso all’imputato. Il 52enne riminese, però, ha sempre negato ogni addebito e continua a professarsi innocente. A finire nei guai è stato anche un 42enne residente a Rimini, titolare di un negozio di telefonia a Rimini, che, secondo l’accusa, avrebbe fornito all’ex buttafuori delle sim intestate fittiziamente ad altre persone. Il commerciante, attraverso il suo legale, ha chiesto al giudice l’affidamento in prova.