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la decisione del gup

Fugge dalla casa di riposo e muore, i gestori a processo per omicidio colposo

In foto: Antonio Brisigotti, aveva 93 anni
Antonio Brisigotti, aveva 93 anni
di Lamberto Abbati   
Tempo di lettura lettura: 2 minuti
mar 13 giu 2023 19:08 ~ ultimo agg. 14 giu 14:27
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Sono stati rinviati a giudizio per omicidio colposo i gestori della casa di riposo a Bellaria Igea Marina da cui nel febbraio del 2021 scomparve un anziano originario di Macerata Feltria, Antonio Brisigotti, 93 anni, affetto da alzheimer e demenza senile. L’uomo, dopo giorni di ricerche da parte dei carabinieri, fu ritrovato privo di vita all’interno di un camping, chiuso nel periodo invernale, non lontano dalla struttura. Morte per assideramento, fu questo il responso dell’autopsia.

Ora i due gestori, una donna di 65 anni, la legale rappresentante della società della casa di riposo, e un 68enne, proprietario dei muri dell’immobile, dovranno affrontare il processo. La prima udienza è stata fissata il prossimo 21 novembre. Questa mattina il gup del tribunale di Rimini, Raffaella Ceccarelli, ha invitato il pubblico ministero, che ha aderito alla sua richiesta, a modificare l’imputazione: non più morte a causa di abbandono di persona incapace (reato che avrebbe previsto il dolo e un eventuale processo in Corte d’Assise) ma omicidio colposo.

I difensori dei due indagati, gli avvocati Gianni e Alessandro Frisoni, avevano nell’udienza scorsa prodotto una copiosa documentazione per evidenziare come la gestione del personale fosse stata appaltata ad una cooperativa. Sarebbe stata la cooperativa – secondo la difesa – ad occuparsi esclusivamente dell’assistenza ai pazienti. La parte civile, invece, rappresentata dagli avvocati Roberto Landi e Mauro Crociati del Foro di Rimini e Paolo Dominici del Foro di Urbino, aveva ritenuto inadeguata la sorveglianza dell’anziano, rimarcando tra l’atro un precedente allontanamento che avvenne cinque giorni prima della fatale scomparsa.

In quell’occasione Brisigotti fu ritrovato dai carabinieri lungo i binari della stazione ferroviaria disteso a terra e con una vistosa ferita al capo, provocata da una caduta. Dopo il primo ritrovamento, fu condotto nuovamente nella casa di riposo, medicato e collocato in una dependance adibita, in accordo con l’Ausl, alla quarantena preventiva di 15 giorni causa Covid per tutti quegli ospiti che avevano avuto contatti con l’esterno. Tra le contestazioni della parte civile nei confronti dei due gestori anche la mancanza di porte e finestre allarmate e la presunta carenza d’organico (di infermieri e oss). 

Riconosciuta, quindi, almeno in fase preliminare, una posizione di garanzia da parte degli indagati che presuppone una assunzione di fatto di responsabilità per quanto accaduto. Sarà il processo, ora, fissato davanti al tribunale monocratico di Rimini, a stabilire l’eventuale colpevolezza dei gestori.