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rapporti familiari tesi

Arrestato per tentato omicidio, la difesa: "Era solo una minaccia"

In foto: il tribunale di Rimini
il tribunale di Rimini
di Lamberto Abbati   
Tempo di lettura lettura: 2 minuti
lun 27 mar 2023 18:15 ~ ultimo agg. 28 mar 12:44
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Avrebbe agito perché esasperato dalle provocazioni della moglie del nipote, che abita nella stessa palazzina, con la quale c’è un rapporto conflittuale che va avanti da tempo. E’ per questo che venerdì scorso in Valconca, al culmine dell’ennesima lite, l’uomo, un ex meccanico in pensione, difeso dall’avvocata Cinzia Bonfantini, ha afferrato dal bagagliaio della sua auto un coltello e l’ha puntato all’addome della donna: “Non volevo farle del male, ma solo farle capire che doveva lasciarmi stare”, ha raccontato questa mattina davanti al gip del tribunale di Rimini, Raffaella Ceccarelli. “Non ho mai tentato di colpirla, la mia era solo una minaccia”.

Una versione, quella fornita dal 70enne, che contrasta in maniera netta con la ricostruzione della Procura di Rimini, che parla di “sei-sette colpi verso parti del corpo vitali quali la pancia e la gola, senza riuscire nell’intento esclusivamente per cause indipendenti dalla sua volontà e più precisamente perché la persona offesa di difendeva con le proprie mani cercando di tenerlo lontano e di spostargli il braccio…”. Poi il coltello da cucina con una lama di 20 centimetri, utilizzato per aggredire la moglie del nipote, si sarebbe impigliato nella borsa a tracolla della donna prima di cadere a terra. A quel punto l’ex meccanico, con diversi problemi di salute, si è allontanato e ha raggiunto la stazione di Cattolica. La sua intenzione, infatti, era quella di farla finita, ma ad impedirglielo è stata la sorella, che lo ha fermato in tempo e riportato a casa, dove i carabinieri cattolichini un paio di ore più tardi lo avrebbero sottoposto a fermo, così come disposto dal sostituto procuratore Alessia Mussi, per tentato omicidio e stalking. Fermo che questa mattina, al termine dell’interrogatorio, è stato convalidato dal gip, che ha riconosciuto un concreto pericolo di fuga dell’indagato.

Sull’anziano pesa una denuncia per violenza sessuale aggravata (datata maggio 2022) per un presunto abuso ai danni della figlia minore della donna. Abuso che l’uomo ha sempre negato, ritenendolo del tutto inventato, e che non ha fatto altro che incrinare ulteriormente i rapporti con la moglie del nipote. Che a sua volta era stata denunciata dal 70enne per minacce e danneggiamenti, querela nel frattempo archiviata.

Un’accusa spropositata, quella di tentato omicidio, secondo l’avvocata dell’ex meccanico, soprattutto alla luce del referto medico che avrebbe assegnato alla persona offesa una prognosi di soli tre giorni per un forte stato d’ansia. L’accusa dal canto suo rimarca la grave condotta del 70enne, che ha posto in essere “atti idonei e diretti in modo non equivoco a cagionare la morte della donna”. Una ricostruzione che il giudice per le indagini preliminari ha confermato. Ecco perché l’anziano resta rinchiuso nel carcere riminese dei Casetti, sorvegliato a vista dagli agenti della penitenziaria che temono possibili gesti autolesionisti.