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indagato per maltrattamenti

Salta il trasferimento del figlio calciatore e minaccia di morte la compagna

In foto: due baby calciatori (repertorio)
due baby calciatori (repertorio)
di Lamberto Abbati   
Tempo di lettura lettura: 2 minuti
lun 6 feb 2023 17:52 ~ ultimo agg. 7 feb 12:59
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Pretendeva che il figlio 11enne giocasse in una società calcistica fuori regione e, pur di trasferirlo nella nuova squadra, è arrivato a minacciare di morte la sua ex compagna nonché madre del bambino. Il padre del minore, un 48enne residente nel Riminese, è indagato per maltrattamenti in famiglia e il gip del tribunale di Rimini, Manuel Bianchi, su richiesta del sostituto procuratore Davide Ercolani, gli ha inflitto il divieto di avvicinamento alla donna.

L’uomo, già condannato in via definitiva a una pena di 4 mesi di reclusione per stalking nei confronti dell’ex compagna, negli ultimi due anni ha continuato a tormentarla pretendendo di imporre le sue scelte relative all’educazione e alla vita calcistica del figlio. Che, secondo il genitore, doveva assolutamente cambiare società. Quella frequentata, a suo dire, non sarebbe stata all’altezza. In più di un’occasione il 48enne, durante gli allenamenti, si era appostato all’esterno dei campi da gioco urlando e inveendo contro gli istruttori, ritenuti non in grado di fare il loro lavoro. Grida e insulti erano rivolti anche al figlio, colpevole di non seguire le sue indicazioni di gioco.

Quando l’ex compagna si disse contraria al trasferimento del figlio in una società fuori regione, motivando la sua posizione con le difficoltà del bambino nel conciliare studio e sport a causa dell’eccessiva distanza, il 48enne avrebbe perso la testa: “Il padre sono io e decido io”, sarebbero state le sue parole, a cui sarebbero seguiti messaggi e telefonate di minaccia.

Agli assistenti sociali che avevano in cura il nucleo familiare e che bloccarono il trasferimento del minore nella nuova società calcistica, l’uomo avrebbe confidato: “Prima o poi la devo ammazzare (riferendosi alla madre di suo figlio, ndr), adesso agisco”. Frasi minatorie e insulti che nel tempo sono stati rivolti anche a loro.

La donna, che nel frattempo si è trasferita con il bambino in una località sconosciuta all’ex compagno, si è vista costretta a sporgere querela ai carabinieri. Le indagini effettuate nell’ultimo hanno permesso di ricostruire un quadro di violenze psicologiche e in taluni casi fisiche tali per cui è stata richiesta per l’indagato (difeso dall’avvocato Massimiliano Cornacchia) la misura cautelare di divieto di avvicinamento nei confronti dell’ex compagna.