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CGIL e UIL contro la manovra. Il presidio davanti alla Prefettura

In foto: CGIL e UIL contro la manovra. Il presidio davanti alla Prefettura
CGIL e UIL contro la manovra. Il presidio davanti alla Prefettura
di Redazione   
Tempo di lettura lettura: 3 minuti
ven 16 dic 2022 21:32 ~ ultimo agg. 21:40
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Questa mattina, in occasione dello sciopero contro la manovra finanziaria del Governo Meloni, CGIL e UIL hanno tenuto un presidio davanti alla Prefettura di Rimini. Una delegazione è stata ricevuta dal Prefetto al quale sono state illustrate le motivazioni della mobilitazione sindacale.


Le motivazioni dello sciopero:

La manovra finanziaria del Governo Meloni va contro il mondo del lavoro e colpisce chi in questi anni ha fatto il proprio dovere lavorando e pagando le tasse. Non dà risposte, anzi, va nella direzione opposta a quel che serve su pensioni, precarietà, lotta all’evasione fiscale, politiche industriali, reddito di cittadinanza, welfare e lavoro pubblico.
Si fa cassa ancora una volta sulle spalle di lavoratori e pensionati per tagliare le tasse a professionisti da 85.000 euro annui, si ricorre all’ennesimo condono fiscale, all’aumento del tetto per l’utilizzo del contante, all’esenzione dell’uso del pos fino a 60 euro.
La legge di bilancio depotenzia la tassa sugli extra profitti, riducendo la platea delle aziende a cui si applica, da 11.000 a 7.000, con conseguente riduzione del gettito da 12 miliardi previsti dal precedente Governo a 2,2, miliardi.
Blocca la rivalutazione per le pensioni sopra 4 volte il minimo, con un danno rilevante per i pensionati italiani, non introduce una flessibilità diffusa di accesso alla pensione, mentre quota 103 risponde in minima parte alle legittime aspettative dei lavoratori precoci, non affronta il tema delle future pensioni dei giovani e modifica opzione donna in direzione peggiorativa.
La Manovra, inoltre, non è legata agli obiettivi di transizione ecologica previsti nel PNRR.
Mancano risorse per investimenti nella scuola, nella ricerca e nella sanità, che sono settori strategici per lo sviluppo del Paese.
Invece di contrastare la precarietà si reintroducono i voucher, che prevedono versamenti contributivi irrisori condannando le nuove generazioni a un presente senza diritti e a un futuro da pensionati poveri. I nuovi voucher sono utilizzabili in diversi settori, quali agricoltura, ristorazione, lavoro domestico e servizi alla persona, il limite di uso si alza da 5mila a 10mila euro e potranno ricorrervi le imprese con alle proprie di pendenze fino a 10 lavoratori subordinati a tempo indeterminato.
Per l’abolizione dei voucher erano state raccolte milioni di firme (14.000 a Rimini) fino a convincere il Parlamento ad abrogare la legge.
Nel 2015 e 2016 nella provincia di Rimini l’abuso di voucher è stato clamoroso: 1 milione e 600 mila voucher
nel 2015 e oltre 2 milioni nel 2016. Ogni voucher costava 10 euro, pertanto in due anni circa 36 milioni di euro sono stati spesi senza che a questi corrispondesse la minima tutela per i lavoratori, né TFR, né ferie, trasferte, straordinari, nessuna indennità di malattia, maternità o altro ancora. Dietro a questi milioni di
voucher richiesti e utilizzati da tanta parte delle imprese, in particolare del Turismo, si nascondeva il lavoro
irregolare. Infatti essi rappresentano la legalizzazione e non l'emersione del lavoro nero, e il riconoscimento
di una paga oraria senza alcuna altra tutela contrattuale.
Abbiamo assistito nella scorsa stagione estiva ad una crisi di manodopera nel settore ma va detto che sono proprio il basso salario, il lavoro irregolare, l’abolizione dell’indennità di disoccupazione stagionale, a svilire e a non rendere più, attrattivo, il lavoro nel Turismo, situazione che i voucher renderebbero ancora peggiore.
Invece di affermare il lavoro di qualità come strumento di crescita economica, il Governo sceglie di ampliare il lavoro occasionale.
Non affronta il quadro recessivo che rischia di aprirsi nel 2023 e l’emergenza salariale, non interviene
strutturalmente sull’aumento dei prezzi dell’energia e sull’inflazione. Una Manovra che contiene misure simbolo che non rispondono ai bisogni delle persone, anzi peggiorano le loro condizioni, inflessibile con i più poveri ma non con gli evasori.
Per sostenere le piattaforme unitarie sul lavoro, fisco e welfare anche oltre la Manovra e per chiedere al Governo di modificare le scelte in corso di discussione in Parlamento, CGIL e UIL hanno deciso di avviare un percorso di mobilitazione.