Indietro
menu
anni di maltrattamenti

Tratta la moglie come una schiava, condanna esemplare per il marito padrone

In foto: repertorio
repertorio
di Lamberto Abbati   
Tempo di lettura lettura: 2 minuti
ven 11 nov 2022 01:41 ~ ultimo agg. 13:17
Facebook Whatsapp Telegram Twitter
Print Friendly, PDF & Email
Tempo di lettura 2 min
Facebook Twitter
Print Friendly, PDF & Email

Condannato a 11 anni e 2 mesi di reclusione per maltrattamenti in famiglia e lesioni, assolto invece dall’accusa di violenza sessuale nei confronti della moglie perché il fatto non costituisce reato. La sentenza è stata pronunciata giovedì mattina dal tribunale collegiale di Rimini a carico di un 36enne marocchino (difeso dall’avvocato Marco Angelini), che trattava la moglie come una schiava.

Al termine di una rapida indagine della questura di Rimini, partita proprio dalla denuncia della giovane donna, fuggita di casa insieme al figlio di 2 anni, il marito lo scorso 17 gennaio era stato arrestato dalla polizia e condotto nel carcere dei Casetti.

La vittima aveva raccontato di essere stata per lungo tempo segregata, insieme al figlio piccolo, in un appartamento senza riscaldamento, infestato dagli insetti. Quando il marito usciva di casa, le era proibito persino affacciarsi al balcone. Spesso veniva chiusa a chiave all’interno dell’appartamento e le veniva sottratto il cellulare. Picchiata anche quando era incinta, la donna ha accusato il coniuge di averla obbligata ad avere rapporti sessuali ogni qualvolta lui lo desiderava. Quando tentava di respingerlo, ecco che scattavano le percosse. In un’occasione il 36enne avrebbe persino provato a buttarla giù dal balcone mentre la donna aveva il loro bambino in braccio.

Una volta al sicuro, la donna, accompagnata insieme al figlio in una struttura protetta, ha messo nero su bianco i ripetuti maltrattamenti, iniziati subito dopo il matrimonio, avvenuto nel 2015 in Marocco. Lo stesso imputato, interrogato in aula, aveva dichiarato che prima del loro arrivo a Rimini, nell’agosto del 2021, la moglie obbediva sempre alla sue richieste. Poi, però, una volta in Italia, avrebbe incominciato a ribellarsi anche ai doveri coniugali: “In Italia mia moglie diceva sempre che la legge tutela le donne”, ha raccontato ai giudici. Infatti, è qui, nel nostro paese, che la donna ha trovato il coraggio di difendersi e denunciare quel marito padrone.

Assistita dall’avvocato Aidi Pini, lo scorso 29 settembre alla presenza di un interprete ha ripercorso in udienza il suo calvario. Una testimonianza cruda e al tempo stesso dolorosa, durante la quale è emersa tutta la brutalità del coniuge. Il pm titolare dell’indagine, Annadomenica Gallucci, aveva chiesto per l’imputato una pena esemplare, 10 anni di reclusione. La condanna inflitta dai giudici è stata ancora più pesante.